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Jukka Ahtela

«Lo Stato di diritto? È fondamentale per promuovere un’economia sostenibile»

di Cristina Barbetta

Intervista a Jukka Ahtela relatore del parere del Cese su “Lo Stato di diritto e il suo impatto sulla crescita economica”. Valore fondante dell'Ue, «è essenziale per il funzionamento della società, i diritti fondamentali, e l’economia. Gli investimenti dipendono in modo decisivo dalla presenza di regole comuni stabili e affidabili e applicate in modo imparziale. Rafforzare lo Stato di diritto, promuovendo riforme in aree quali sistemi giudiziari efficaci e lotta contro la corruzione, rafforzerebbe la competitività e la sostenibilità dell’economia», spiega Jukka Ahtela

Lo Stato di diritto è una condizione necessaria per un'economia di mercato sostenibile. È questo il punto centrale del parere d’iniziativa adottato dal Comitato economico e sociale europeo, dal titolo: "Lo Stato di diritto e il suo impatto sulla crescita economica" (The rule of law and its impact on economic growth).

«Lo Stato di diritto è uno dei valori su cui poggia l'Unione europea (articolo 2 del Tue) ed è un requisito essenziale per la realizzazione degli altri valori che l'Unione mira a promuovere», si legge nel parere.
Ed è alla base del sistema democratico di tutti gli Stati membri. Di recente tuttavia lo Stato di diritto e la democrazia sono stati oggetto di pressioni sia all’interno sia all’esterno dell’Ue. «Una situazione preoccupante», prosegue il parere, «in quanto potrebbe minare il rispetto degli altri valori sanciti dall'articolo 2 del Tue», che menziona i valori fondanti dell’Unione europea, come la democrazia, la libertà, l’uguaglianza e il rispetto dei diritti umani.

Il parere sottolinea come questa pressione, questo indebolimento dello Stato di diritto influisca sul funzionamento del potere giudiziario e della società, sui diritti fondamentali, sulla società civile, e anche sull’economia.

Ne parla a Vita Jukka Ahtela, relatore del parere. Membro del Comitato economico e sociale europeo, Ahtela è giurista e senior advisor e presidente del consiglio di amministrazione di Ahtela Consulting Oy, dove lavora come esperto indipendente nel campo del mercato del lavoro, delle politiche sociali ed europee. Ha una lunga carriera alla Confederazione delle industrie finlandesi, la più grande associazione di datori di lavoro nel Paese.

In che modo lo Stato di diritto può contribuire alla crescita sostenibile in Europa?
In questo parere il Comitato economico e sociale europeo propone di dare maggiore attenzione all’impatto economico dello Stato di diritto. Questo è un argomento su cui si possono trovare ricerche e dati a livello mondiale, ma non molti a livello europeo. Anche se lo Stato di diritto è un valore in se stesso, dobbiamo ricordare che è essenziale anche per il funzionamento della società, i diritti fondamentali, la società civile, così come l’economia. Quindi, riteniamo che bisognerebbe dare più attenzione agli aspetti economici. Per illustrare questo punto ulteriormente, vorrei citare Francis Fukuyama: “I Paesi sono poveri non per mancanza di risorse, ma perchè non hanno istituzioni politiche efficaci”. Non dovremmo dimenticare che siamo tutti nella stessa barca, e le perdite create in alcuni Stati membri rischiano di farci affondare.

Quali sono i punti principali del parere?
Essenzialmente, quello che sottolineiamo è che nessuna misura politica dovrebbe andare contro lo Stato di diritto né mettere in pericolo la democrazia, la separazione dei poteri e i diritti fondamentali dei cittadini europei. Il mercato unico dell’Unione europea non può prosperare senza il rispetto per lo Stato di diritto e senza tribunali indipendenti in tutti gli Stati membri, dal momento che lo Stato di diritto è una precondizione per la fiducia reciproca, essenziale per il buon funzionamento del mercato interno. Lo Stato di diritto è una componente chiave del mondo imprenditoriale. Gli investimenti dipendono in modo decisivo dalla presenza di regole comuni stabili e affidabili e applicate in modo imparziale. Rafforzare lo Stato di diritto promuovendo riforme in aree quali sistemi giudiziari efficaci e lotta contro la corruzione rafforzerebbe la competitività e la sostenibilità dell’economia. Questo è il motivo per cui diciamo che lo Stato di diritto ha anche bisogno di avere una maggiore importanza nel Semestre europeo che, alla sua origine, è uno strumento di governance macroeconomica, ma che include sempre più elementi sociali e di sostenibilità.

Come commenta i dati del grafico, che illustra le stime dei costi annuali dei procedimenti giudiziari nella maggior parte dei Paesi?
Trovo preoccupante che questo trend negativo continui. Negli ultimi anni abbiamo osservato attacchi crescenti all’indipendenza del sistema giudiziario in alcuni Stati membri dell’Ue, fino ad arrivare al punto in cui ora la stessa unità dell’ordine legale dell’Ue è in gioco. Concretamente, siamo già nella situazione in cui i mandati di arresto europei non sono eseguiti, dal momento che si teme che gli imputati non avranno un processo equo a causa di preoccupazioni che riguardano lo Stato di diritto. Questo influisce sulla fiducia reciproca, che è al centro del progetto Ue, e che garantisce il mercato unico così come i diritti dei cittadini. Tuttavia, sono ottimista sul fatto che ora ci sia una volontà più forte di affrontare questo tema all’interno delle istituzioni Ue. Trovo che sia un aspetto estremamente positivo il fatto che la Commissione stia ora lanciando un report annuale sullo Stato di diritto che valuta la situazione in tutti gli Stati membri, e noi siamo impegnati a stimolare contributi da parte della società civile europea.
Il Comitato ha chiesto che gli strumenti a disposizione dell’Ue siano potenziati per rispondere al venir meno di valori fondamentali dell’Ue. Non abbiamo bisogno di nuovi strumenti oltre a quelli esistenti, come l’articolo 7 del Trattato dell’Unione europea, il nuovo Rule of Law Mechanism o il Semestre europeo. Si tratta semplicemente di fare un uso più efficace degli strumenti esistenti focalizzandosi maggiormente sulle considerazioni economiche.

Qual è l’impatto della pandemia di Covid-19 sui diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto?
La pandemia e la crisi economica che ne è derivata rendono questo tema quanto mai attuale. In tempi di crisi, i governi e i cittadini saranno facilmente tentati di sacrificare valori essenziali in cambio di promesse di benessere e sicurezza. Come ha dichiarato il Cese, mentre la risposta alla crisi presente deve essere rapida e garantire una certa quantità di misure eccezionali e limitate nel tempo, queste stesse misure non possono andare contro lo Stato di diritto e non possono mettere in pericolo la democrazia, la separazione dei poteri e i diritti fondamentali dei cittadini europei.

Quanto è importante il contributo della società civile nel rafforzare lo Stato di diritto?
Il Comitato rappresenta la società civile in Europa, e la società civile è tra i primi a essere colpita quando c’è un degrado dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali. Pertanto siamo in una buona posizione per esprimere preoccupazioni ma anche per aiutare a porre rimedio alla situazione e promuovere una cultura dello Stato di diritto in Europa. Attraverso la nostra membership diversificata, possiamo aiutare a costruire ponti tra diversi stakeholder nella società civile, in modo che lo Stato di diritto non sia solo percepito come la preoccupazione delle organizzazioni dei diritti umani. Focalizzandosi sugli aspetti socio economici, i partner sociali- le imprese e i lavoratori- diventano alleati naturali nello sforzo di promuovere lo Stato di diritto e di allargare la coalizione per rafforzare questo valore fondamentale in Europa.

Quali sono le debolezze dello Stato di diritto in Europa, per quanto riguarda la certezza della punizione, il sistema giudiziario e le attività economiche?
La mia esperienza, basata sulle visite ai paesi del Comitato economico e sociale europeo e sulle informazioni compilate dalla Commissione europea è che una delle debolezze del sistema giudiziario nell’Ue è il ritardo della giustizia: i processi giudiziari sono troppo lunghi. Questo è percepito sia dalle imprese sia dai cittadini ordinari. Le ragioni sono varie ma le scarse risorse dei tribunali sono un problema in molti Paesi. Quello che è veramente preoccupante in molti Stati membri è il fatto che i cittadini non abbiano fiducia nei sistemi giudiziari. Questo succede in particolar modo quando questi sistemi sono compromessi dalla nomina di giudici che si ritiene abbiano legami con i partiti politici e/o il governo. Da qui la necessità di evidenziare l’importanza dello Stato di diritto per tutti, in ogni Stato membro.

A questo link è possibile scaricare il parere.

Foto di apertura: il relatore Jukka Ahtela. ©Comitato economico e sociale europeo


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