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Fabio Pagano

«Perché noi del Parco dei Campi Flegrei progettiamo con il Terzo Settore»

di Anna Spena

Fabio Pagano, direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, nel Golfo di Napoli, istituto autonomo del Mibact, non ha dubbi: «La coprogettazione tra pubblico e privato è la strada che abbiamo scelto per la costruzione di un progetto di educazione al nostro patrimonio. Dobbiamo superare il modello “concessorio” e concepirci come ingranaggi complementari della stessa macchina»

Dai resti dell’antica città di Baia sommersi nel Golfo di Napoli, un luogo spettacolare che in tutto il Mediterraneo rappresenta un esempio unico di protezione archeologica e naturalistica subacquea, al Castello Aragonese dove sono esposte statue, anfore e altri ritrovamenti della città sommersa. Dalla piscina Mirabilis, il monumento che rappresenta il punto di arrivo a Miseno dell’acquedotto voluto da Augusto al Tempio di Serapide a Pozzuoli. E ancora la Grotta della Dragonara, il parco archeologico di Cuma, il Tempio di Venere. Una lista che raggruppa in totale 25 siti, 25 luoghi diventati il Parco Archeologico dei Campi Flegrei. 25 pezzi di storia che uniscono Napoli, Giuliano in Campania, Bacoli, Miseno, Monte di Procida e Pozzuoli. «Un complesso unico nel suo genere», racconta Fabio Pagano, da due anni direttore del Parco «che costituisce un contesto singolare per storia, natura, paesaggio, caratterizzato da un’attività vulcanica intensa e inesauribile che si manifesta in molteplici forme: bradisismo, vapori termali, sorgenti d’acqua, fumarole e un elevato numero di vulcani attivi. Un patrimonio da tutelare e valorizzare sempre di più. Ma per farlo siamo convinti che lo strumento sia anche la co-progettazione tra il privato sociale e l’ente pubblico. Mi piace pensare che se il Terzo Settore è la “benzina” che deve dare energia e vitalità alle nostre azioni e l’ente pubblico deve avere la “mappa” della strada da seguire insieme». Il Parco archeologico dei Campi Flegrei, istituto autonomo del Mibact, ha recentemente avviato un'iniziativa destinata ad innovare radicalmente la prassi dei rapporti tra luoghi della cultura e operatori privati. L’iniziativa è un avviso pubblico per la realizzazione di un partenariato pubblico privato ai sensi dell’art. 89 comma 17 del codice del terzo settore (D. Lgs 117/2017) e destinato ovviamente agli enti del terzo settore (ne abbiamo parlato in questo articolo La sussidiarietà in campo culturale: il caso del Parco Archeologico dei Campi Flegrei).

Qual è l’obiettivo del partenariato?
Il partenariato mira a costruire un progetto di educazione al patrimonio culturale secondo un processo condiviso tra la Pubblica Amministrazione e le organizzazioni del terzo settore le cui attività di interesse generale ricadono nell’ambito della valorizzazione del patrimonio culturale. Noi come istituto autonomo del Mibact abbiamo sviluppato una strategia precisa che stiamo già attuando: parlare con il privato per coinvolgerlo nella gestione e valorizzazione dei siti del parco. Il territorio in cui ci troviamo ha avuto un ruolo centrale nella storia, dall’Antichità Classica fino ai tempi recenti: nei Campi Flegrei sono ambientati alcuni dei più importanti miti antichi, la Gigantomachia, la Sibilla cumana, la porta degli Inferi nell’Averno, ed è teatro di avvenimenti storici di grande rilevanza. Qui sorge in età arcaica la prima colonia greca del Mediterraneo Occidentale, Cuma, e in età romana il più importante porto commerciale dell’Urbe, Puteoli, oltre alla fama ineguagliata di Baia, località prediletta per la villeggiatura della nobiltà romana e poi sede del palatium imperiale. Questa atmosfera ricca di storia e di archeologia che emerge a ogni passo percorrendo i Campi Flegrei e si fonde con la natura e con lo splendido mare, ne fa un luogo davvero speciale, da custodire con la massima cura. Il nostro ruolo è salvaguardare il patrimonio e contribuire alla valorizzazione dei tanti siti e monumenti che costellano il territorio, integrandoli in un unico grande parco diffuso.

Come avete iniziato a costruirlo?
Siamo partiti della legge 133 del primo ottobre 2020 recante la Ratifica ed esecuzione della convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la società. Il Parco Archeologico dei Campi Flegrei vuole offrire ai propri pubblici un’ampia e innovativa proposta educativa (ad oggi sono 5 quelli ad apertura ordinaria con orari definiti, sistema di vigilanza e standard ministeriali, per gli altri è necessaria la prenotazione ndr) ed aumentare l’offerta formativa. Siamo i primi in Italia che provano a fare questo tipo di operazione: co-progettare con il privato sociale l’educazione al patrimonio. Per farlo abbiamo lanciato un avviso pubblico, che scadrà il prossimo 21 giugno.

Ma questa non è la prima volta che vi interfacciate con il Terzo Settore
Abbiamo già lanciato una iniziativa analoga, un partenariato pubblico privato ai sensi dell’art. 151 comma 3 del Codice degli appalti, per la gestione di due siti archeologici: il Tempio di Serapide di Pozzuoli e la Piscina Mirabilis di Bacoli. La differenza tra questa iniziativa e quella precedente è che quella che scadrà il 21 giugno è esclusivamente rivolta enti del terzo settore.

Qual è l’innovazione rispetto al passato?
Il modo in cui il pubblico si interfacciava con il privato era attraverso un modello “concessorio” che prevedeva appunto la concessione di spazi o di servizi. Ma in queste dinamiche non c’è una vera coprogettazione. Coprogettare significa sedersi allo stesso tavolo, dialogare, negoziare e monitorare lo sviluppo dei lavori. L’ente del Terzo Settore fa una proposta al parco, stabiliamo gli obiettivi, come vogliamo raggiungerli e riprogettiamo le azione successione. Il nostro obiettivo principale adesso è costruire proposte educative rivolte a target specifici di pubblico: per le scuole, per le famiglie, per la creazione di un Parco accessibile a tutti. Il bando si chiama “ImmaginAzione” e agli enti abbiamo chiesto di avanzare proposte su undici temi nevralgici e quattro luoghi. Contiamo di essere operativi dal prossimo ottobre e se la sfida verrà raccolta avremo centinaia di iniziative educative. Questo sarà un modo per offrire opportunità di lavoro alle persone, in particolare ai giovani, del territorio. I partenariati dureranno due anni con la possibilità di essere rinnovati. Nel 2019 sono stati 170mila i visitatori del parco, contiamo con questa nuova gestione mista di incrementare il pubblico del 20%. Ci crediamo molto in questo progetto, siamo convinti che la creatività e l’energia degli enti del terzo settore può garantire il perseguimento di finalità pubbliche attraverso attività orientate a promuovere la diversità culturale, l’inclusione sociale, la cura partecipativa e l’impegno della comunità nella programmazione delle attività educative.​


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