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Aversa

Fattoria Sociale Fuori di Zucca: in un ex manicomio oggi si coltivano i diritti

di Anna Spena

In provincia di Caserta nella Fattoria Sociale Fuori di Zucca si realizzano percorsi di inserimento lavorativo per chi soffre di dipendenze patologiche, detenuti in pena alternativa, disabili, immigrati. C’è un’area didattica dedicata ai bambini, una bottega segnalata nella guida “Fare spesa con Slow food” e un ristorante. Durante il lockdown la fattoria, interpretando la sua natura di “Presidio essenziale di comunità”, ha messo a disposizione gratuitamente i propri spazi e le proprie competenze per permettere a persone con sindrome dello spettro autistico di passare delle ore all’aria aperta

Paolo gestiva una piazza di spaccio, ha vissuto più anni dentro il carcere che fuori. Alla Fattoria Sociale fuori di Zucca, nata nell’ex manicomio di Aversa, in provincia di Caserta, è arrivato a 51 anni, oggi ne ha 55. Qui ha fatto il suo primo giorno di lavoro vero, legale. Ha iniziato dalla terra, ha calibrato la sua vita sui tempi del raccolto. Proprio lui che è sempre stato quello del “tutto e subito” ha imparato che per avere frutti reali bisogna prendersi seriamente cura della cose. Oggi è socio della cooperativa sociale “Un fiore per la Vita” che si occupa dell’inserimento lavorativo di chi si trova in condizione di fragilità attraverso l’agricoltura sociale e biologica e gestisce la Fattoria.

«Siamo partiti nel 2000 con un progetto d’inserimento lavorativo finanziato dalla Regione Campania, gestito dalla Cooperativa sociale Il Millepiedi», dice Giuliano Ciano, presidente di Un Fiore per la Vita e portavoce del forum nazionale dell’agricoltura sociale. «Eravamo alla ricerca di un posto dove creare un progetto di agricoltura sociale e ci è capitata la disponibilità dell’ex manicomio. Abbiamo preso in affitto l’immobile e i soci della cooperativa hanno chiesto un mutuo per ristrutturarlo. Parliamo di 70mila metri, 7 ettari di terreno con un parco di noci e alberi secolari, rimangono ancora 12 ettari da risistemare che sono abbandonati all’incuria». In quello che è stato un luogo di emarginazione e sofferenza alle persone oggi viene data un’altra possibilità.

«Abbiamo iniziato durante gli anni di una faida di camorra», racconta Ciano. «Viviamo in un conteso, la provincia di Caserta, che non è facile. La criminalità organizzata aveva creato attorno a noi un ambiente vessato da paura enorme. I genitori dicevano ai figli “se vedi qualunque cosa, torna a casa”, “fatti i fatti tuoi”, “gira la faccia”. La camorra negli anni ha fatto leva sull’angoscia delle persone e ha sviluppato nella comunità individualismo sfrenato dove il bene pubblico è quasi scomparso. Partendo da queste riflessioni decidemmo che dovevamo lavorare sulla cultura della fiducia: allora, come oggi, non era possibile prendere in carico una persona, pensando di fare i professionisti del sociale, senza farsi carico anche della comunità.

La fattoria è nata con questo obiettivo: creare condizioni di sviluppo per poter praticare percorsi di welfare veri, duraturi. E per farlo non dovevamo chiuderci nel nostro recinto». Così nel 2012 la Cooperativa Un Fiore per la Vita, che aderisce al Comitato don Peppe Diana, al consorzio "Co.Re. Cooperazione e Reciprocità”, al Forum Nazionale dell'Agricoltura Sociale e alla rete di Imprese per lo sviluppo locale, ha attivato collaborazioni sinergiche con altre cooperative locali, in cui rispecchiarsi per ideali e valori, dando vita nel 2012 ad un consorzio di cooperative sociali “NCO – Nuova Cooperazione Organizzataorientato all’esptlorazione di nuove forme di integrazione tra profit e non profit, tra pubblico e privato partendo dai beni confiscati alla camorra e da beni comuni.

Nella Fattoria Sociale Fuori di Zucca si realizzano percorsi di inserimento lavorativo per persone con dipendenze patologiche: «Arrivano dalle comunità, principalmente ci confrontiamo con giovani, ma anche meno giovani, che dipendono da alcool, droga e anche gioco d’azzardo. Durante la settimana i ragazzi coltivano la terra. Ma lavoriamo anche con detenuti in pena alternativa, persone disabili, immigrati». Sono 50 le persone che gravitano attorno alla fattoria, assunti con contratto a tempo indeterminato o borse lavoro. Nel corso degli anni la Fattoria è cresciuta: c’è un’area didattica dedicata ai bambini con un laboratorio d’insegnamento all’aperto basato sui principi del “Sapere – Saper essere – Saper Fare” che sono attuati attraverso le tecniche della Pedagogia attiva – "imparare facendo".

Attraverso le attività si sensibilizzano i bambini alla biodiversità, all’agricoltura sociale a basso impatto ambientale e alla tutela dell’ambiente stesso promuovendo comportamenti ecocompatibili e sostenibili.

Una Bottega, “Fuori di Zucca”, segnalata nella guida “Fare spesa con Slow food”, che è già da tempo riconosciuta dalla cittadinanza un punto vendita di qualità: «non “Kilometro 0” dunque, ma come piace a noi sostenere a “Minuto 0”», racconta Ciano. «La bottega rappresenta un luogo di condivisione e di trasmissione di saperi rurali fatti di stagionalità dei prodotti e della salvaguardia alla biodiversità. La Nostra bottega si arricchisce però non solo di cibi freschi, ma anche di prodotti biologici dietro i quali vi sono storie, volti, memorie, speranze, che rappresentano il valore aggiunto di un acquisto consapevole e critico del cibo per orientare la comunità al rispetto per l’ambiente e alla solidarietà tra gli uomini. Oltre a prodotti biologici coltivati a pochi metri dal nostro punto vendita, ogni giorno, nella Bottega "Fuori di Zucca" ci sono prodotti ortofrutticoli della R.E.S. – Rete di Economia Sociale, nella quale imprenditori agricoli profit e non profit hanno scommesso sulla promozione del proprio territorio e della comunità che lo abita.Tra i nostri scaffali, anche un vasto assortimento di eccellenze campane, prodotti alimentari bio della rete nazionale dell'agricoltura sociale e conserve bio a marchio "N.C.O. – Fattorie Bio" trasformate presso il bene confiscato Alberto Varone di Sessa Aurunca (CE)». E ancora un ristorante dove la cucina è cultura, non semplice alimentazione. Ogni piatto servito è il racconto di una storia che coinvolge prodotti agroalimentari di qualità, territorio, persone ed il loro lavoro. «Prima del Covid», racconta Ciano, «la fattoria era frequentata da 35mila persone all’anno. E il nostro fatturato raggiungeva quasi un milione di euro».

Durante il lockdown la fattoria, interpretando la sua natura di “Presidio essenziale di comunità”, ha messo a disposizione gratuitamente i propri spazi e le proprie competenze per permettere a persone con sindrome dello spettro autistico di poter passare delle ore all’aria aperta, viste le loro difficoltà a rimanere chiusi in casa per un periodo così lungo. Così si è realizzata una collaborazione con l’amministrazione comunale di Aversa che con la Delibera della Giunta Municipale n. 100 del 03/04/2020 – “Covid 19 azioni di supporto alle persone con disabilità intellettiva e con autismo – presso la fattoria sociale Fuori di Zucca” ha permesso ai ragazzi di poter frequentare dei laboratori tematici, dedicati allo sviluppo delle competenze per il raggiungimento delle autonomie personali e dello sviluppo delle potenzialità, finalizzati alla qualità della vita delle persone. «Questa azione», dice Ciano, «è diventata un modello per l’agricoltura sociale italiana, che attraverso l’opera del Forum Nazionale dell’Agricoltura Sociale, prendendo come riferimento quanto fatto dalla Fattoria Sociale Fuori di Zucca ha stimolato molte amministrazioni da sud a nord a organizzare questo tipo di supporto per le persone fragili».


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