Un bilancio

I contratti di Fondazione Telethon: salari e tutele per i ricercatori

A due anni dall'introduzione, il contratto per la ricerca privata non industrialie riguarda 116 ricercatori degli Istituti Tiget e Tiget. Se ne è parlato a Roma, alla presenza di istituzioni, industria e centri di ricerca, interessati a questo strumento come modello di riferimento anche per altre realtà di ricerca interessate a rendere attrattivo il paese

di Nicla Panciera

A due anni dalla sua introduzione, sono 116 i ricercatori che stanno beneficiando del contratto di lavoro per la ricerca del privato non industriale realizzato da Fondazione Telethon in collaborazione con la Federazione innovazione e ricerca della Cisl nell’aprile del 2023, come soluzione al ricorso a forme contrattuali atipiche e precarie come assegni di ricerca, borse di studio, contratti co.co.co. penalizzanti per i ricercatori e di freno alla mobilità dei cervelli e all’attrattività dall’estero.

Il Contratto collettivo nazionale aziendale di lavoro di Fondazione Telethon riguarda i ricercatori degli Istituti della Fondazione, l’Istituto Telethon di Genetica e Medicina Tigem di Pozzuoli e l’Istituto San Raffaele-Telethon per la Terapia Genica Sr-Tiget di Milano ma fin dall’inizio ha ambito a diventare un modello applicabile da altre realtà di ricerca italiane. La presentazione del bilancio dei primi due anni di attuazione è stata l’occasione per un confronto che ha visto la partecipazione di esponenti delle Istituzioni e rappresentanti del mondo della ricerca e dell’industria, riuniti per discutere come rendere più sostenibile, attrattiva e stabile la carriera scientifica in Italia.

Il contratto, sviluppato in collaborazione con FIR CISL e fondato sulla contrattazione di prossimità resa possibile dal DL. 148/2011, ha introdotto un salario minimo crescente per ogni fase del percorso professionale dei ricercatori e importanti tutele, tra cui contributi previdenziali, indennità di malattia, congedi, ferie retribuite, welfare aziendale: un percorso di carriera chiaro e più attrattivo per chi sceglie una professione così strategica per il nostro Paese. Tanto da costituire un modello esportabile per altre realtà di ricerca, che hanno partecipato alla tavola rotonda organizzata da Fondazione Telethon, come Leonardo, Fondazione Bruno Kessler, Human Technopole e Fondazione Ricerca Biomedica Avanzata V.I.M.M., Istituto Veneto di Medicina Molecolare.

I risultati dell’indagine condotta da Fondazione Telethon sui 116 ricercatori beneficiari del contratto hanno evidenziato la  soddisfazione degli scienziati coinvolti in particolare per tre aspetti del nuovo modello: l’abolizione dei contratti atipici e precari, che non definivano adeguatamente il ruolo dello scienziato e offrivano scarse tutele giuridiche; l’introduzione del welfare aziendale, che ha contribuito a un migliore equilibrio vita-lavoro e al sostegno del reddito; e infine la garanzia delle tutele proprie del lavoro subordinato.

«L’accordo che abbiamo attivato due anni fa per i ricercatori di Fondazione Telethon, volto a superare la precarietà e la frammentarietà dei contratti tradizionalmente diffusi nel mondo della ricerca, è stato accolto con favore dal personale scientifico e tecnico dei nostri laboratori. Osservo con soddisfazione che anche altre istituzioni di ricerca private italiane hanno adottato modelli contrattuali simili, riconoscendo dignità alla professione scientifica, così centrale nel generare valore per la società. Si tratta di un modello pensato per rendere l’Italia un Paese più attrattivo per chi fa ricerca» ha dichiarato Francesca Pasinelli, membro del Consiglio di Amministrazione di Fondazione Telethon.

A seguito della riduzione dei finanziamenti pubblici destinati alla ricerca scientifica in alcune aree del mondo, accompagnata dalla sospensione di numerosi programmi strategici, l’Europa potrebbe tornare ad essere una destinazione attrattiva per molti ricercatori internazionali. Secondo un sondaggio condotto dalla rivista Nature su un campione di 1.600 scienziati che lavorano negli Stati Uniti, il 75% ha dichiarato di valutare un trasferimento in un altro Paese, guardando con interesse al contesto europeo. È quindi fondamentale sviluppare l’attrattività del sistema della ricerca nel nostro Paese.

Foto di Fondazione Telethon

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