Consumo consapevole
All’Italia piacciono etici: banane e caffè “fair” valgono 550 milioni
Crescono le vendite di prodotti certificati dalla filiera attenta alla dignità e sostenibilità e dei produttori in Africa, Asia e America latina. Oltre 300 le aziende parte attiva di Fairtrade. La ricerca Nielsen: sei italiani su dieci si fidano di questi prodotti

Crescono in Italia le vendite dei prodotti certificati Fairtrade. Il valore complessivo degli articoli acquistati nei nostri supermercati che contengono almeno un ingrediente certificato si stima intorno ai 550 milioni di euro. Supera quota 300 il numero delle aziende coinvolte nel movimento che rafforza l’impatto generato nelle comunità agricole in Africa, Asia e America latina inserite in questa filiera distributiva attenta alla dignità e sostenibilità e dei produttori. Questi risultati fanno il paio con una ricerca Nielsen che mostra una crescente consapevolezza nella ricerca di prodotti etici e tracciabili.
Filiere trasparenti
A restituire una fotografia del fenomeno è il bilancio sociale 2024 di Fairtrade Italia, presentato in occasione dell’evento annuale dell’organizzazione specializzata nel verificare che dietro ai prodotti in vendita ci siano filiere trasparenti, responsabili e attente alle persone. In Italia, questa collaborazione è dedicata in particolare a facilitare l’approvvigionamento etico di materie prime quali cacao, caffè, banane, zucchero, fino a cotone e fiori. Tra i numeri più rilevanti per il mercato nostrano, le banane si confermano il prodotto più venduto, con oltre 14mila tonnellate. Il cacao risale oltre le 10mila tonnellate (+5%). Nonostante l’impennata dei prezzi globali, il caffè cresce oltre le 800 tonnellate (+12,5%). Questi incrementi hanno consentito di generare circa quattro milioni di euro di premio Fairtrade grazie agli acquisti 2024, destinati a progetti di sviluppo nelle comunità agricole in Africa, Asia e America Latina.
Responsabilità condivisa
«I dati che presentiamo parlano di un’Italia sempre più coinvolta nel cambiamento. In un mondo che chiede responsabilità, Fairtrade rappresenta una risposta concreta per le imprese e per le persone. Un sistema che coniuga rigore, trasparenza e impatto reale», ha spiegato Paolo Pastore, direttore generale di Fairtrade Italia, ricordando anche come rafforzare le filiere significhi tutelare i diritti umani, affrontare le sfide ambientali e costruire un’economia per il futuro: «Non è solo questione di prezzi giusti, ma di responsabilità condivisa. Per questo lavoriamo ogni giorno al fianco delle aziende italiane, non solo con la certificazione. Ma anche con strumenti concreti per affrontare le nuove sfide di compliance e tracciabilità, restando sempre connessi ai bisogni dei produttori».
Il premio sale a quattro milioni
Tornando ai numeri, nel 2024, il valore dei prodotti venduti nel nostro Paese contenenti almeno un ingrediente certificato Fairtrade ha superato i 550 milioni di euro. Un dato che include non solo le materie prime in quanto tali, ma anche i prodotti trasformati che utilizzano uno degli ingredienti certificati, come i biscotti ad esempio. Grazie agli acquisti sono stati generati circa quattro milioni di euro (+4%) sotto forma di premio Fairtrade, la somma extra versata per ogni prodotto venduto e utilizzata per finanziare progetti collettivi di sviluppo delle organizzazioni di agricoltori e lavoratori in Asia, Africa e America Latina. Le categorie che hanno inciso maggiormente sono state il cacao con più di due milioni euro, le banane con 743mila euro e il caffè con 332mila euro. A livello globale, il Premio ha superato i 211 milioni di euro nel 2023, sostenendo milioni di persone in oltre 75 Paesi in ambito sanitario, educativo, infrastrutturale e ambientale. Nel nostro Paese, il 2024 è stato dunque un anno di consolidamento per molte delle filiere certificate Fairtrade. Nonostante l’instabilità dei mercati internazionali e il “caos prezzi” che ha colpito cacao e caffè, le vendite certificate Fairtrade sono cresciute.
Aziende protagoniste
Questi risultati sono accompagnati da un incrementodegli operatori italiani attivi. Oggi oltre 300 aziende importano, trasformano e distribuiscono prodotti certificati, in crescita del 3% rispetto al 2023. Aumentano anche le referenze a scaffale, soprattutto nella grande distribuzione. E si rafforza la presenza del marchio nel mercato del non food, con il cotone (+40%) e i fiori recisi (+28%) in forte crescita. A sostenere questa crescita incide una trasformazione culturale del comportamento di acquisto delle persone. La nuova ricerca Nielsen presentata nell’evento restituisce un’Italia più consapevole, in cui il valore etico di un prodotto non è più un “plus”. Oltre sei italiani su dieci giudicano affidabili i prodotti etici. Riguardo a Fairtrade, la conoscenza del marchio è cresciuta di otto punti rispetto al 2021 e più di otto persone su dieci che lo riconoscono dichiarano di fidarsi di esso.

L’indagine collega questa fiducia a comportamenti concreti. Il consumatore di oggi è spinto dalla ricerca di cibi più salutari e predilige brand impegnati che sostengono una giusta causa e dal minor impatto ambientale.
Il percorso continua
«Vediamo una crescente domanda di prodotti sostenibili e tracciabili da parte di retailer e consumatori. Le aziende italiane stanno dimostrando di saper interpretare con visione il proprio ruolo nella transizione etica. Oggi il nostro compito non è solo certificare, ma accompagnare le imprese con soluzioni concrete. Trasformiamo le richieste normative in percorsi strategici, capaci di generare fiducia, valore e impatto reale lungo tutta la filiera», commenta Thomas Zulian, direttore commerciale di Fairtrade Italia. Accanto alla certificazione, che garantisce il rispetto di criteri sociali, ambientali ed economici lungo la catena di fornitura, Fairtrade offre anche supporto consulenziale alle aziende. Un’evoluzione in linea con le normative europee quali il regolamento sulla deforestazione e la direttiva sulla due diligence di sostenibilità.
Foto in apertura, dell’ufficio stampa Fairtrade Italia, con la lavoratrice Konan Amalan Cécile che raccoglie il cacao
Si può usare la Carta docente per abbonarsi a VITA?
Certo che sì! Basta emettere un buono sulla piattaforma del ministero del valore dell’abbonamento che si intende acquistare (1 anno carta + digital a 80€ o 1 anno digital a 60€) e inviarci il codice del buono a abbonamenti@vita.it