Scuola

Le Olimpiadi riporteranno gli studenti in Dad? Il no dei genitori in Valtellina

Ipotesi didattica a distanza in Valtellina? Con l’avvicinarsi delle Olimpiadi Milano Cortina 2026, la possibilità di una didattica ibrida per alcune scuole superiori riaccende la protesta delle famiglie. L’Ufficio scolastico regionale parla di soluzioni flessibili legate ai trasporti, ma i genitori temono un ritorno alla scuola a distanza. Intanto si è chiusa con oltre 200 firme una petizione online per dire no alla Dad durante i Giochi

di Rossana Certini

Daniela Santanché e Attilio Fontana alla Cerimonia Svelamento delle torce olimpiche e paralimpiche delle Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026 alla Triennale di Milano - Milano, Italia - Lunedì, 14 Aprile 2025 (foto Stefano Porta / LaPresse

Con il conto alla rovescia per le Olimpiadi invernali Milano Cortina 2026 ormai iniziato, in Valtellina monta la protesta. L’ipotesi di un ritorno alla didattica a distanza durante i Giochi, in programma dal 6 al 22 febbraio, ha acceso il malcontento tra le famiglie. L’Ufficio scolastico regionale, infatti, lo scorso 13 maggio ha diramato un comunicato in cui specifica che potrebbe essere prevista una didattica ibrida per alcune scuole superiori. Una prospettiva che ha subito riportato alla mente di genitori e studenti i ricordi del difficile periodo della scuola a distanza vissuto durante il Covid.

A oggi, però, dall’Ufficio scolastico non arrivano ulteriori indicazioni. E interpellato sul tema risponde con alcune righe a firma della direttrice Luciana Volta, che spiega: «In occasione delle Olimpiadi sono previste variazioni nel percorso e negli orari dei trasporti pubblici. Questo ha potenziali effetti diretti anche sulla scuola, che si è cercato di minimizzare».

La raccolta firme per garantire la scuola in presenza

Il 18 maggio Cristina Paniga, mamma di uno studente dell’Istituto tecnico tecnologico “E. Mattei” di Sondrio e rappresentante dei genitori, ha avviato una raccolta firme online per scongiurare la Dad in valle. Alla petizione, conclusasi il 14 giugno, hanno aderito 214 firmatari tra genitori, docenti e cittadini. Spiega Paniga: «Chi vive in Valtellina lo sa bene: esiste una sola strada a servire l’intera valle. Proprio per questo, chi ha organizzato le Olimpiadi avrebbe dovuto considerare fin da subito la viabilità come nodo centrale e non certo demandare la soluzione al problema del traffico all’ipotesi di tenere i ragazzi a casa in didattica a distanza. È vero, le Istituzioni hanno parlato di Dad solo come possibilità ma la preoccupazione resta: temiamo che, alla prima difficoltà logistica, si scelga la via più facile, sacrificando la scuola per alleggerire la circolazione».

Valtellina: polo olimpico con una sola arteria stradale

La Valtellina, in particolare in località come Bormio e Livigno, sarà uno dei poli principali delle gare. La valle ospiterà atleti, tecnici, turisti e media da tutto il mondo, trasformandosi per due settimane in uno snodo cruciale della manifestazione. Un evento di portata internazionale che, oltre a grandi opportunità, pone sfide logistiche rilevanti per un territorio con infrastrutture limitate e una sola arteria stradale principale. Infatti, la principale via di comunicazione della valle è la Strada statale 38 dello Stelvio, un’arteria fondamentale che attraversa longitudinalmente la Valtellina collegando Sondrio e le località dell’alta valle al resto della Lombardia. In assenza di alternative significative, ogni criticità su questo asse, già soggetto a rallentamenti, rischia di avere un impatto diretto sulla mobilità quotidiana, inclusi gli spostamenti casa-scuola degli studenti.

È vero, le istituzioni hanno parlato di Dad solo come possibilità ma la preoccupazione resta: temiamo che, alla prima difficoltà logistica, si scelga la via più facile, sacrificando la scuola per alleggerire la circolazione

Cristina Paniga, promotrice della raccolta firme

Nel comunicato stampa diramato a maggio dall’Ufficio scolastico regionale per la Lombardia si legge che: «Sarà assicurata continuità all’attività scolastica in provincia di Sondrio» ma si precisa che: «Per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado saranno previste soluzioni individualizzate, con lezioni in presenza o in modalità telematica, in base all’effettiva possibilità di raggiungere l’edificio scolastico». Inoltre si prevede l’invio ai Dirigenti scolastici di indicazioni specifiche sulle scuole eventualmente coinvolte. «Ma a oggi», prosegue Paniga, «queste comunicazioni non sono arrivate: non sappiamo ancora quali istituti saranno interessati dalla didattica a distanza».

Una lettera alle istituzioni per chiedere risposte

È proprio per questo che, il 16 giugno, il gruppo di firmatari ha inviato una lettera alla Provincia, alla Prefettura, all’Ufficio scolastico, ai sindaci e agli istituti scolastici della provincia di Sondrio per esprimere formalmente il proprio disaccordo rispetto a un’eventuale attivazione della Dad nel periodo di Giochi olimpici. Nella lettera si chiede con forza alle Istituzioni di non scaricare sulla scuola il problema della viabilità che nulla ha a che fare con la didattica e di tenere conto delle esigenze di tutti gli studenti, in particolare di quelli che non dispongono di strumenti tecnologici adeguati o di un ambiente domestico favorevole allo studio.

«La scuola non è solo apprendimento», si legge nella lettera, «ma consente ai nostri ragazzi, già “sparsi” sul territorio, di incontrarsi, socializzare e confrontarsi. Per noi questo è molto più importante della visibilità e del ritorno economico che questi giochi porteranno in valle».

In attesa di chiarimenti più precisi da parte dell’Ufficio scolastico sulle modalità organizzative, le famiglie sperano ancora in un confronto con le istituzioni perché l’eccezionalità di un evento internazionale come le Olimpiadi non si traduca in un sacrificio per gli studenti.

In foto, Daniela Santanché e Attilio Fontana alla Cerimonia Svelamento delle torce olimpiche e paralimpiche delle Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026, foto Stefano Porta / LaPresse

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.