Diritti

Disabilità, l’Isee continua a essere utilizzato in maniera discriminante

Il presidente della Federazione italiana per i diritti delle persone con disabilità e famiglie - Fish, Vincenzo Falabella, chiede un intervento immediato perché l’Isee torni a garantire uguaglianza sostanziale tra i cittadini. Tra le proposte: l'esclusione dal calcolo Isee di tutte le prestazioni connesse alla disabilità e l'estensione del nucleo ristretto anche ai minori

di Redazione

La Federazione italiana per i diritti delle persone con disabilità e famiglie – Fish ha presentato, nel corso di un’audizione al tavolo Isee, una memoria con una serie di osservazioni al regolamento Isee Dpcm n. 159/2013, che denuncia «gravi distorsioni nell’attuale disciplina dell’Isee e propone una riforma strutturale per rendere questo strumento finalmente equo e aderente alla realtà».

Secondo la Federazione, «nonostante le pronunce giurisprudenziali e gli interventi normativi degli ultimi anni abbiano chiarito che le prestazioni assistenziali legate alla disabilità non costituiscono reddito, queste continuano a influenzare negativamente l’indicatore economico attraverso la componente patrimoniale. Pensioni di invalidità, indennità di accompagnamento o risarcimenti per danno biologico, una volta accreditati sui conti correnti, innalzano artificialmente la giacenza media. Si tratta di risorse destinate a compensare svantaggi strutturali, non ad arricchire chi le riceve, eppure il loro accumulo sui conti correnti innalza artificialmente l’indicatore, privando spesso i beneficiari di servizi essenziali».

La Fish punta anche il dito contro «una discriminazione ancora troppo sottovalutata. L’impossibilità, per i minori con disabilità, di accedere all’Isee sociosanitario, riservato oggi soltanto agli adulti. Questa limitazione costringe intere famiglie a un calcolo meno vantaggioso, aggravando situazioni già complesse. A ciò si aggiunge una scala di equivalenza inadeguata. L’attuale maggiorazione di 0,5 non riflette il reale peso economico della disabilità, che comporta costi elevati e minori opportunità di reddito. Le criticità non si fermano qui. La possibilità di utilizzare l’Isee ristretto per l’Assegno unico universale, prevista dalla normativa, è spesso disattesa dall’Inps e da molti enti locali, che adottano interpretazioni restrittive. In questo modo, migliaia di persone si vedono riconosciuti importi ridotti o vengono escluse del tutto dalle prestazioni. Per superarle, Fish avanza proposte chiare: escludere dal calcolo Isee tutte le prestazioni connesse alla disabilità, estendere il nucleo ristretto anche ai minori, rivedere la scala di equivalenza per renderla più equa e allineare le prassi applicative alle disposizioni di legge».

«L’Isee non può essere uno strumento che produce diseguaglianze», dichiara il presidente della Fish, Vincenzo Falabella. «Chiediamo un intervento immediato e strutturale perché l’Isee torni a essere uno strumento fedele alla realtà, capace di garantire uguaglianza sostanziale. Non è accettabile che risorse destinate a colmare svantaggi si trasformino in ostacoli per chi già affronta difficoltà quotidiane. Confidiamo in un dialogo costruttivo con le istituzioni per tradurre queste richieste in azioni concrete, restituendo dignità e diritti a migliaia di cittadini».

Credit: foto David Knudsen su Unsplash

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