Lavoro e diritti
“Oasi Pigneto”, a Roma uno spazio per rider e operai, contro il caldo e lo sfruttamento
Inaugurato nel quartiere romano presso il circolo Arci Sparwasser, permetterà a chi lavora all’aperto di rinfrescarsi e riposare nelle ore più calde. «Una risposta, ma soprattutto un’accusa al sistema che mette il profitto davanti alla salute di chi lavora»

Di caldo non si deve morire, di lavoro nemmeno: così, per far fronte alle ondate di calore che minacciano la salute di chi lavora all’aperto, anche la Regione Lazio – come molte altre regioni italiane – ha emesso un’ordinanza cosiddetta “anti caldo”. Tra le misure previste, c’è la sospensione obbligatoria dei lavori all’aperto (agricoltura, florovivaismo, edilizia, cave e simili) tra le 12:30 e le 16:00 nei giorni in cui il bollettino Worklimate segnala rischio “alto” per esposizione al sole. Un’ordinanza che si estende anche ai rider, tenuti a non accettare consegne tra le 12:30 e le 16 nei giorni segnalati.
Sospendere il lavoro, però, non basta: la questione è trovare un luogo in cui ripararsi dal caldo, magari rinfrescarsi e riposare, in attesa di riprendere il lavoro: non tutti infatti hanno la possibilità di tornare a casa durante la pausa. Così, in molte città, enti e associazioni si stanno attrezzando, allestendo vere e proprie “oasi” destinate a questo scopo (ne scrive qui Daria Capitani) e rivolte soprattutto ai rider.
Ora alla lista di città virtuose si aggiunge anche Roma, dove ha aperto “Oasi Pigneto”, uno spazio di accoglienza e ristoro contro il caldo, ma soprattutto «contro lo sfruttamento e l’indifferenza», come lo definiscono le associazioni che lo hanno promosso: Cgil Roma e Lazio, Arci e Nonna Roma. Il circolo Sparwasser sarà aperto – questa la peculiarità dell’iniziativa – non solo ai rider, ma anche a operai e lavoratori e lavoratrici precari, che troveranno qui, in via del Pigneto 215, dalle 11 alle 18, un ambiente climatizzato, acqua fresca e un luogo in cui potersi riposare. «L’iniziativa parte da un bisogno concreto, ma assume anche una forte valenza politica – spiegano i promotori – perché intende denunciare un sistema che mette il profitto davanti alla salute di chi lavora. È una risposta dal basso, concreta, collettiva. Perché il caldo non colpisce tutti allo stesso modo».

«Una risposta collettiva e politica»
Abbiamo chiesto ai responsabili delle tre realtà promotrici di spiegarci il senso e le ragioni di questa iniziativa.
Francesco Pellas è il presidente del circolo Arci Sparwasser: «Abbiamo deciso di riaprire le nostre porte anche durante la pausa estiva perché non possiamo girarci dall’altra parte. In una città in cui il caldo uccide e il lavoro sfrutta, Oasi Pigneto è una presa di parola collettiva: un gesto concreto di solidarietà, ma anche una forma di resistenza politica. Non possiamo tollerare che l’accesso all’acqua, all’ombra e al riposo sia un privilegio – afferma – Questo spazio è per chi viene dimenticato, per chi lavora sotto il sole, per chi ogni giorno subisce l’indifferenza».
Roberto Iovino, come segretario di Cgil Roma e Lazio, ricorda che «in questi giorni di caldo estremo, sono i lavoratori e le lavoratrici più precarie a pagare il prezzo più alto: rider, operai, braccianti, persone spesso invisibili e senza tutele. Le istituzioni continuano a ignorare il problema, lasciando che il mercato decida chi può permettersi di stare al fresco e chi deve rischiare la vita per lavorare. Questo spazio è una risposta, ma anche un’accusa: serve un cambiamento strutturale, servono regole vincolanti e rispetto per chi lavora».
È d’accordo il presidente dell’associazione Nonna Roma, Alberto Campailla: «In una città dove si continua a morire di caldo e di lavoro, abbiamo scelto di prenderci cura di chi è più esposto, più sfruttato, più dimenticato. Perché il caldo non colpisce tutti allo stesso modo: chi è povero, chi lavora senza tutele, chi vive in strada o in condizioni precarie, è sempre più vulnerabile”. Anche per lui, quindi, l’Oasi è uno spazio e una risposta, sì, ma prima ancora è un atto politico, perché «non possiamo più tollerare che la salute sia un privilegio e non un diritto universale. Invitiamo tutte e tutti a partecipare, perché costruire reti solidali è il primo passo per ribaltare un sistema fondato sull’indifferenza».
Il Pigneto, quartiere in cui si trova il circolo Sparwasser, è un’area piena di locali e, in questo momento, interessata da diversi cantieri e lavori pubblici. Già nel primo giorno di apertura alcuni rider e operai si sono affacciati alla porta per chiedere informazioni. C’è da aspettarsi che in molti approfitteranno di questo spazio e dell’opportunità che questo offre.
L’Oasi è aperta anche grazie alla partecipazione attiva dei volontari. Qui è possibile chiedere informazioni oppure offrire il proprio contributo.
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