Diritti & agroindustria
Francia, la Costituzione salva le api
Passa la legge Duplomb sull'agricoltura, ma senza la reintroduzione dell'acetamprid, il neonicotinoide dannoso per gli impollinatori. Per la Corte costituzionale francese il testo era contrario ai principi della Repubblica, e in particolare alla "Carta per l'ambiente", voluta vent'anni fa da Jacques Chirac. I giudici hanno ascoltato anche la voce di 2,1 milioni di cittadini firmatari di una petizione record nei giorni scorsi

Un altro colpo di scena segna l’iter di approvazione della legge Duplomb, in Francia. Martedì 12 agosto il presidente Emmanuel Macron ha promulgato la discussa norma «finalizzata a rimuovere i vincoli all’esercizio del mestiere dell’agricoltore». Ma il testo finale non prevede più la reintroduzione dell’acetamprid, il neonicotinoide noto come il “killer degli impollinatori”, vietato oltralpe dal 2018 ma consentito nel resto dell’Ue e in diversi altri paesi, usato nella coltivazione della barbabietola e della nocciola. Prevedere il suo utilizzo senza limiti ben precisi, per la Corte costituzionale francese, è contrario ai principi fondamentali della Repubblica, in particolare all’articolo 1 della Charte de l’environnement, che sancisce il diritto di vivere in un ambiente sano ed equilibrato.
Una decisione storica
I dieci articoli della Carta dell’ambiente, approvata nel 2005, fanno parte integrante della Costituzione, ma raramente sono stati considerati, finora. Ecco perché, per molti esperti giuristi, la decisione dei giudici francesi del 7 agosto sulla legge Duplomb è «storica». L’avvocato specializzato in diritto ambientale Arnaud Gossement, docente alla Sorbona di Parigi, afferma: «Da ora in poi, la Carta non potrà più essere considerata solo “simbolica”».
A volere la sua introduzione, vent’anni fa, è stato l’allora presidente Jacques Chirac, che aveva l’obiettivo di fare dell’ecologia un pilastro della Repubblica. Politico di centro destra, affermava: «aprirà la strada a una vera e propria rivoluzione: quella dell’ecologia umanista». Oggi, la legge Duplomb, votata a inizio luglio dal partito di Macron, dai repubblicani e dall’estrema destra, è stata dichiarata incostituzionale proprio in base a quella riforma. La Corte ha specificato che «in primo luogo, i prodotti in questione (i neonicotinoidi, ndr) hanno un impatto sulla biodiversità, in particolare per gli insetti impollinatori e gli uccelli, oltre a delle conseguenze sulla qualità dell’acqua e dei suoli, da cui derivano rischi per la salute umana». L’avvocato Gossement osserva che la sentenza arriva in un momento storico di emergenza ambientale, in cui il diritto umano di vivere in un contesto sano ed equilibrato è in pericolo. E infatti più di 2,1 milioni di cittadini, attraverso il sito web dell’Assemblea nazionale, hanno firmato una petizione per chiedere di cancellare la legge Duplomb. Non era mai successo prima, come abbiamo raccontato su VITA.

Una vittoria a metà
Il testo promulgato da Macron prevede però una serie di semplificazioni amministrative a vantaggio degli allevamenti industriali di maiali o di galline e per la costruzione dei “megabacini” per lo stoccaggio dell’acqua a fini irrigui. La condizione però, nel secondo caso, è che non si preveda il prelievo dalle falde più profonde, quelle che si svuotano e si riempiono più lentamente. E ancora, il senatore Laurent Duplomb ha già dichiarato che non esclude una nuova proposta di legge per la reintroduzione dell’acetamprid, scritta in modo da non poter essere censurata dalla Corte costituzionale.
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La foto in apertura è di Angelo Casto su Unsplash
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