Attivismo

A Salvamamme la campanella è già suonata

di Ilaria Dioguardi

L'associazione romana, nata 32 anni fa, aiuta ogni anno 5mila famiglie. In questo periodo le richieste riguardano soprattutto il materiale scolastico per il ritorno sui banchi: centinaia, in città, quelle che non possono permetterselo. Un aiuto concreto a chi ha bisogno, a Roma, in Italia e nel mondo. Il racconto di una mattinata trascorsa insieme ai volontari

C’è Rosy, che da 19 anni fa parte della famiglia di Salvamamme, da quando arrivò incinta e in difficoltà e ricevette sostegno. Da allora, prima come volontaria e poi come operatrice, non se n’è più andata. C’è Maurizia, da qualche anno in pensione, che due volte alla settimana viene perché ama essere utile agli altri. C’è Giovanni, 23 anni, che l’anno scorso si è trovato “perso” e ha ritrovato la sua bussola facendo qui il volontario. E Dorina, che da 20 anni con Salvamamme aiuta i suoi connazionali in Romania: quattro volte al mese prepara tutto il materiale che poi parte con i camion alla volta del suo Paese di origine.

Alcuni di loro mi parlano mentre sistemano quaderni, penne, astucci, zaini, pennarelli, pastelli, matite. Tutto deve essere pronto per la prima campanella dell’anno. «Moltissimi bambini non hanno neanche un pennarello o una matita. Sono centinaia le famiglie che non possono permettersi l’occorrente per l’inizio della scuola dei propri figli e che si rivolgono a noi», dice Maria Grazia Passeri, presidente di Salvamamme, che da 32 anni offre aiuto concreto a chi ha bisogno, a Roma, in Italia e nel mondo. Sono circa 5mila l’anno le famiglie aiutate in Italia dall’associazione che, in un locale di 700 metri quadri nel quartiere Marconi della Capitale, donato dalla Croce Rossa Italiana, raccoglie generi alimentari, vestiti, pannolini, giocattoli, prodotti per la cura della persona e molto altro. E in questo periodo molto materiale scolastico, che viene sistemato con cura dai volontari.

Il “coro” dei volontari

A portare avanti le attività di Salvamamme ci sono i team di volontari aziendali, i gruppi scout e un centinaio di persone che fanno volontariato nell’associazione e che «devono essere formate bene, perché ogni coperchio dell’omogeneizzato va controllato per vedere se è entrata dell’aria, ogni tasca di ciascun vestito deve essere scandagliata», precisa la presidente. Nelle varie stanze del magazzino incontro tre volontarie che piegano vestiti da bambini, una signora che cuce, un ragazzo che carica gli scatoloni sul camion, una ragazza che ricama a mano i vestitini per i bambini prematuri.

Giovanni, volontario che a breve inizierà il servizio civile presso Salvamamme
Rosy, operatrice di Salvamamme
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«Con l’associazione “Cuore di maglia” stiamo distribuendo copertine per i neonati di mezza Europa. Anche a Roma migliaia di donne arrivano al parto senza avere nulla per il figlio che sta per nascere, pensiamo noi al corredo e alle copertine. Tra i volontari, alcuni hanno delle disabilità, accogliamo le richieste dei centri comunali e anche del tribunale, che ci manda alcune persone per svolgere qui i lavori socialmente utili dopo aver commesso dei piccoli reati. Le persone che animano questo luogo sono come un coro: ognuno mette la sua “voce” e insieme cantano una perfetta armonia, venendosi incontro l’un l’altro».

Del coro di volontari fa parte Anna, 74 anni. Viene qui da 20 anni. «Ero cancelliere nella procura di Roma, da quando sono andata in pensione, nel 2013, vengo quasi tutti i giorni e sono la responsabile dei volontari. Salvamamme è una famiglia grandissima, nella quale tu aiuti il prossimo e il prossimo aiuta tanto te. Io entro qui dentro e spariscono tutti i pensieri nella testa». Maurizia, 68 anni, è arrivata nell’associazione dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. «Ho iniziato sistemando beni alimentari destinati alle famiglie ucraine. Amo sentire di essere utile per gli altri, meno fortunati di me. Ora mi dedico all’organizzazione della preparazione e della consegna dei pacchi alimentari alle famiglie indigenti, circa 600, in collaborazione con il Banco Alimentare».

«Sono arrivata qui 19 anni fa, ero incinta. Avevo bisogno di aiuto. Mi hanno dato il corredino per mio figlio. Da allora avrò preparato migliaia di corredini per i bambini che stanno per nascere e non hanno nulla

Rosy, operatrice di Salvamamme

Giovanni, 23 anni, fa parte della famiglia di Salvamamme da quasi un anno. «Ci sono arrivato dopo un periodo in cui ero “perso”. Qui ho trovato una casa e delle persone che mi fanno stare bene. Avere il contatto diretto con le famiglie è un’emozione forte, che mi porto con me quando esco: nel cuore mi restano tutte le storie dei bambini con disabilità, delle persone scappate dalle guerre, degli italiani e degli stranieri che vivono nella povertà e nella disperazione. A breve inizierò qui il servizio civile. Sono un informatico e mi occuperò di sistemare i documenti».

«Sono arrivata qui 19 anni fa, ero incinta. Avevo bisogno di aiuto. Mi hanno dato il corredino per mio figlio. Da allora avrò preparato migliaia di corredini per i bambini che stanno per nascere ma non hanno nulla», dice Rosy, 59 anni, di origini cubane, volontaria e da 18 anni operatrice di Salvamamme. «Ho iniziato a frequentare l’associazione per dare agli altri quello che ho avuto io. Il mio ingresso qui ha fatto la vera differenza nella mia vita. Siamo in 10 a lavorare: senza il supporto dei volontari non potremmo fare nulla». Rosy si occupa del primo contatto telefonico con le famiglie. «È importante capire i bisogni reali delle persone, ci vuole esperienza. Poi noi chiediamo sempre una relazione che può fare un assistente sociale, una parrocchia, il medico di base, in modo che i prodotti di prima necessità vadano a chi ne ha veramente necessità».

Dorina, volontaria di Salvamamme

Dorina è di origini rumene, ha 61 anni. Le brillano gli occhi quando parla dei suoi 20 anni di volontariato a Salvamamme: «È la cosa più bella del mondo. Mi occupo dei bambini orfani in Romania e con l’associazione Salvamamme abbiamo aperto nel mio paese di origine Salvezamama. Quattro volte al mese facciamo partire il materiale per loro. Da poco sono tornata dall’ultimo viaggio, ho portato centinaia di giocattoli ai miei bambini. Quando aprono i pacchi non cercano solo il cibo, ma anche una caramella o un gioco».

Oltre il bisogno materiale

«Siamo un servizio che deve rendere più facile la maternità e la paternità. È un mondo complesso, quello di Salvamamme. Il materiale di stagione ora è quello scolastico e il vestiario autunnale. A Pasqua sono le uova, a Natale i giocattoli e i dolci», dice Maria Grazia Passeri. «Tutto l’anno raccogliamo donazioni da aziende e privati e richieste specifiche delle famiglie. Noi cerchiamo di dare ai bambini non solo l’utile e il necessario, ma anche qualcosa che appaga altri sentimenti. Ho sempre pensato di aiutare a crescere i bambini affinché non si sentano diversi, sofferenti: la vera discriminazione non è nella lingua, non è nel colore della pelle, ma è nei soldi», dice Passeri.

Maria Grazia Passeri, presidente di Salvamamme

«Ho conosciuto tanti bambini italiani con scarpe rotte, umiliati. Non è importante solo far crescere i bambini sani, ma anche cercare di dare loro delle certezze. Mi capitano tanti casi di bambini vittime di bullismo, che a guardie e ladri possono fare solo i ladri; un ragazzino ha avuto un braccio rotto ad opera dei compagni bulli». La presidente spiega che in 32 anni è cambiata completamente la situazione. «Anni fa c’erano molte ragazze madri, che può essere pure una buona cosa rispetto a chi ha un figlio riconosciuto ma è comunque sola e che si ritrova a non avere la possibilità di ottenere degli aiuti veri come nucleo monogenitoriale perché un padre anagraficamente c’è, anche se poi non porta niente, magari solo guai».

La cura del bello

Nel grande magazzino la mia attenzione è catturata da dei vestiti larghi da bambina con grandi fiocchi rossi sulla schiena e da alcune paia di calzini gialli canarino firmati. «Quei vestiti le bambine italiane non li mettono, ma in Africa è l’ultima moda. Quei calzini in Italia non li indossano, ma fanno la felicità di chi vive in una steppa siberiana. Bisogna andare oltre l’esigenza materiale e pensare al bello. Le persone hanno bisogno di mangiare e di coprirsi, ma hanno anche bisogno di bellezza», spiega Passeri. «Una volta una nostra responsabile locale arrivò con una slitta a portare cibo ed oggetti, delle nostre donazioni sono arrivate in canoa in località del mondo dove non potevano arrivare con altri mezzi. C’è chi la chiama serendipity, chi la chiama Divina provvidenza, io la chiamo energia: Salvamamme attiva un flusso di energia».

Le persone hanno bisogno di mangiare e di coprirsi, ma hanno anche bisogno di bellezza

Maria Grazia Passeri

«Ogni persona è un uovo di Pasqua da cui tirare fuori una sorpresa»

La presidente mi racconta che, anni fa, le zie di due bambini con una malattia genetica gravissima vennero da lei a chiedere aiuto. «I loro genitori erano esausti, non riuscivano neanche più a farle curare, li vedevano senza speranza. Queste signore piansero, avrei potuto dare loro poche cose. Mentre parlavamo, però, ricevetti una telefonata di un’associazione che, attraverso di noi, voleva sostenere bambini malati. Sostennero quei due bambini, pagarono loro anche i taxi per portarli a curarsi. Poi uscì una cura per la loro malattia, i bambini sono diventati ragazzi e ora fanno l’università. Le zie mi vengono ancora a trovare e ci ritroviamo a parlare della bellezza della vita. Quando parlo di energia mi riferisco a questo. Appena porti alla luce il dramma, si risolve perché l’Italia è fatta di tanta brava gente che risolve i guai». Mentre parliamo, telefona la signora Patrizia che ha visto su Facebook un video in cui la presidente chiede una macchina da cucire per una signora: la donna al telefono è disponibile a donarla.

«Ho iniziato a voler aiutare gli altri quando, a quattro anni, raccoglievo i fiori nel parco e li portavo ai vecchietti soli, e giocavo con i bambini con disabilità. Ho cominciato perché amo la gente», spiega Passeri. «Ogni volta che incontro una persona mi sembra un uovo di Pasqua da cui poter tirare fuori la sorpresa: mi aspetto qualcosa di interessante e di bello dall’incontro con l’altro. Non considerare nessuna persona non interessante: questo ci salva. La nostra vita dipende tutta da dove ci ha scaricato la cicogna».

La “valigia di salvataggio”

Salvamamme non pensa solo ai bambini ma anche alle mamme. Tutto l’anno è impegnata con la “valigia di salvataggio”, con beni di prima necessità per le donne che subiscono violenza e che hanno lasciato la casa. Sono tanti gli scaffali pieni di trolley e valige. «Ne vengono consegnate almeno 300 l’anno in tutta Italia. Un po’ di giorni fa abbiamo seguito il caso di una donna che ha avuto la casa violata, l’ex marito ha spaccato l’entrata e ha bruciato tutto quello che c’era dentro, è venuta da noi e le abbiamo rifatto il corredo», dice Passeri. «Cerchiamo di rispondere a tutti i casi di vittime di violenza, ci sono sempre più donne che rimangono “impossibilitate” a rientrare nel proprio appartamento per un periodo e che, se ci rientrano, spesso trovano tutte le loro cose ridotte a pezzetti, i vestiti ridotti a francobolli».

Anna, volontaria di Salvamamme

Dai bambini di Gaza alle famiglie ucraine

Spesso sono le Asl, gli ospedali, i municipi a chiedere sostegno a Salvamamme. «I grossi bandi per le associazioni che si occupano di persone indigenti non ci sono più, ma i poveri sono rimasti. Se mi chiedono com’ andato ieri un caso, io non lo so perché siamo sull’emergenza di oggi, cerchiamo di non dire mai “no”. I bambini che vengono da Gaza per curarsi li vestiamo in tempo reale, abbiamo i vestiti pronti delle misure giuste prima che scendano dall’aereo», continua la presidente. «In Ucraina non so quante famiglie abbiamo vestito e nutrito, da quando è iniziata la guerra, sono veramente tante. Ci servirebbe uno spazio più grande, non basta a contenere tutto il materiale che riceviamo. Le istituzioni si stanno muovendo e noi siamo fiduciosi…».

Le foto sono dell’autrice dell’articolo

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