Accoglienza
Sicilia, 15 giovani rifugiati al lavoro nei luoghi sottratti alla mafia
È uno dei risultati del progetto Mi integro, promosso da Avsi e che ha fatto tappa presso le imprese sociali dell’associazione Don Bosco 2000 nate su terreni confiscati alla criminalità organizzata: il Museo della legalità e la serra acquaponica di Villarosa

Il lavoro che diventa strumento di dignità e integrazione. È questo lo scopo del progetto di accoglienza Mi integro, che ha vissuto una delle sue tappe in Sicilia. Più precisamente, presso l’associazione Don Bosco 2000 che ha accolto la visita di fondazione Avsi, capofila del progetto finanziato con i fondi 8×1000. Questo capitolo dell’iniziativa ha reso possibili 15 inserimenti lavorativi a favore di giovani rifugiati, offrendo loro nuove opportunità di crescita, autonomia e inclusione.
Luoghi e persone rinate
Il progetto, di cui Don Bosco 2000 è partner, trova piena realizzazione nelle imprese sociali dell’associazione: il Museo della legalità e la serra acquaponica di Villarosa, entrambi beni confiscati alla mafia e oggi rigenerati. E la Colonia Don Bosco, spazi oggi diventati luoghi di formazione, lavoro e riscatto sociale. Durante la visita, spiegano dalla Don Bosco 2000, è stato illustrato il percorso di inserimento dei beneficiari, accompagnati dagli staff multietnici dell’associazione, che testimoniano quotidianamente come “chi è stato accolto, oggi accoglie”.
Un metodo da replicare
Roberta La Cara, direttrice ricerca e sviluppo di Don Bosco 2000, ha guidato la visita sottolineando: «Auspichiamo di poter dare continuità a questo percorso anche oltre la conclusione del progetto, rafforzando la collaborazione con Avsi e promuovendo insieme nuove iniziative a sostegno delle persone più vulnerabili».
In apertura, i responsabili di Avsi e di Don Bosco 2000 con alcuni giovani inseriti al lavoro, foto ufficio stampa Don Bosco 2000
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