Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Politica

No all’autonomia che allarga le differenze

Anche le Acli oggi in piazza a Roma nella manifestazione "La Via maestra", lanciata da Cgil contro il Ddl Calderoli sull'autonomia differenziata. Dal palco è intervenuto il presidente Acli, Manfredonia: «La cura a un sistema bastato esclusivamente sul profitto», ha detto, «è la partecipazione e le associazioni sono ancora palestra di democrazia»

di Giampaolo Cerri

«La Costituzione non va cambiata con un’autonomia differenziata che allargherebbe la forbice di diseguaglianze tra chi vive nel nord e il sud d’Italia o in territori avvantaggiati o svantaggiati del paese. Non va cambiata verso un presidenzialismo che prefigura un potere centrale e verticale. La democrazia reale si costruisce nel confronto duro nel Parlamento, che deve ritrovare la sua centralità».

Così il Presidente nazionale delle Acli, Emiliano Manfredonia, durante il suo discorso dal palco di Piazza San Giovanni a Roma, dove si sta svolgendo la  manifestazione La via maestra.

«La partecipazione», ha detto, «è la cura. La via politica del voto a partire dall’impegno di tutti noi nei quartieri, nelle circoscrizioni, nei comuni.  Il voto è il più grande atto di forza di una società democratica ma non si esaurisce lì. Noi associazioni, vecchie, nuove, piccole, grandi siamo qui per rappresentare la promozione sociale che nasce nel confronto, nell’impegno educativo, nella memoria, nel rimettere insieme i cocci della nostra società e nel pungere una politica schiava di sondaggi e algoritmi di consenso. Siamo ancora palestra di democrazia. Il pluralismo della società e delle istituzioni non è la Babele dove nessuno comprende la lingua dell’altro. È una grande risorsa. Nella Costituzione», ha proseguito Manfredonia, «le differenze divengono punti di condivisione, le povertà i punti di partenza per arrivare ad un paese più eguale, più giusto.  Nella Costituzione questo Paese si riconosce.  Abbiamo bisogno di una nuova cultura, che oltrepassi gli schemi novecenteschi che ora ci vedono arresi ad un capitalismo di solo profitto. Questa nuova cultura sta nella ricerca della solidarietà, della cura, dell’ecologia integrale, dell’articolazione democratica, della partecipazione. Il nostro Paese era il sogno di chi dalla disperazione ha avuto speranza e scritto la Costituzione. Ed è quel Paese», ha concluso il presidente aclista, “che esiste già, quello che ogni giorno è negli sforzi e desideri di tanti. Allora prendiamo la via maestra della Costituzione e facciamolo crescere insieme».

Guarda l’intervento da Collettiva.it, da cui è tratto il frame usato per l’immagine di apertura.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA