Il caso

«Adotta un letto»: la Rsa ci prova col crowdfuding

La Rsa di Ponte di Legno, in Valtellina, ha 82 posti letto: la metà di essi, aggiunti nel 2009, non sono accreditati a budget. Molte le (inutili) udienze in Regione. Per garantire i servizi, la direttrice generale della struttura Danila Maculotti si rivolge allora ai privati, cittadini e aziende, lanciando un crowdfunding: «Questi anziani sono la nostra comunità»

di Nicla Panciera

Per finanziare i 41 posti letto degli 82 disponibili nella rsa Carettoni di Ponte di Legno (BS) che non ricevono contributi dalla regione Lombardia, la struttura ha deciso di indire una raccolta fondi attraverso la piattaforma online GoFundMeA. L’iniziativa «Adotta un letto. Sostieni la Rsa di Ponte di Legno» vuole essere un modo per garantire l’assistenza e le cure agli ospiti più fragili, per «garantire continuità, dignità e assistenza a tutti, anche a chi non è coperto da contributi regionali. Con questa campagna, chiediamo il tuo aiuto per adottare simbolicamente uno di questi letti e sostenere le spese di cura, personale, materiali e servizi» si legge nella pagina di raccolta fondi.

«Quando nel 2009 la struttura è stata traferita, i posti letto sono passati da 40 a 82. Da allora, quelli nuovi non sono ancora stati accreditati a budget, non ricevono contributi da Regione Lombardia. Sono 20 letti a contratto senza budget e gli altri sono dedicati al sollievo, per accogliere chi ha bisogno temporaneamente ma chiaramente sono occupati permanentemente. La lista d’attesa della struttura è di un centinaio di persone e, comprensibilmente, interessa residenti ma anche persone provenienti dal territorio provinciale e regionale. Ogni posto letto che si libera viene immediatamente occupato, sono persone fragili per lo più anziani non auto-sufficienti» spiega la situazione Danila Maculotti, direttore generale della Rsa da settembre 2024, dopo quasi tre decenni alla Poliambulanza di Brescia come infermiera stomaterapista coordinatrice dell’ambulatorio chirurgico per gli stomizzati  e  prima italiana a entrare nell’European Council of Enterostomatal Therapy Ecet.

Certe dinamiche del mondo sanitario, dunque, Maculotti le conosce bene. A pochi mesi dalla sua nomina a direttrice generale della Rsa del suo paese, pur senza smettere del tutto di occuparsi dei “suoi” pazienti, è stata in udienza in Regione: «Abbiamo fatto tanti incontri in Regione, con anche le altre realtà interessate, essendo ben 6mila i posti letto non accreditati a budget. Negli anni, delle promesse ci sono state ma evidentemente poi sono state fatte altre scelte». Da qui la decisione di bussare altrove e confidare nella solidarietà della gente e nei gesti di responsabilità di aziende del territorio e non.

Le rette non coprono tutti i costi della struttura. «Quando in paese mi dicono: “Ma alza le rette!”, io mi chiedo come sia possibile farlo. La retta non accreditata è di 2.200 euro per i non residenti e di 1.700 euro per i residenti. Qui, in valle, le persone hanno pensioni basse: come si fa?» riflette Maculotti.

Potremmo essere in un qualunque paese dell’arco alpino. La piccola realtà di Ponte di Legno, all’estremità settentrionale della Val Camonica, ha delle difficoltà proprie legate all’essere territorio montano, lontano dai centri ospedalieri, il primo con una rianimazione è a 70 km. Per questo, in collaborazione con la Fondazione Teresa Camplani, Maculotti sta cercando di attuare un progetto di telemedicina, che sia riconosciuto istituzionalmente perlomeno per una rete di centri della zona. Inoltre, ricorda Maculotti, «essendo zona turistica, gli affitti si trovano solo per alcuni mesi all’anno e comunque i prezzi non sono accessibili per il personale sottopagato come è di fatto quello socio-sanitario Oss e socio-assistenziale Asa. La progressiva mancanza di questi professionisti è ancora un altro problema che il nostro paese dovrebbe affrontare seriamente».

La strategia da mettere in campo per affrontare i problemi di una società che invecchia dovrebbe essere già stata stabilita e messa nero bianco.

Danila Maculotti

«Il sistema socio-sanitario è negletto, il nostro sistema sanitario è in difficoltà, dopo 28 anni di lavoro in ospedale conosco bene la realtà operativa anche di una Rsa ma posso garantire che in una Direzione Generale la componente umana per me è fondamentale. Prima di tutto ci sono le persone. Questo è il mio paese, ho perso molto presto i miei genitori, papà aveva 50 anni e mamma 60, ma questi anziani me li ricordo, sono la nostra comunità e sono il nostro tesoro» ammette. «Io ho una prospettiva, o come si dice una vision, ma opero a Ponte di Legno. Dovrebbe esserci una visione a livello centrale, non basta stare lì a parlare, la strategia che si vuole mettere in campo per affrontare i bisogni di una società che invecchia dovrebbe essere già stata scritta, nero su bianco, è una questione che riguarda tutti. Sono preoccupata» conclude Maculotti, che ammette anche un secondo obiettivo, una certa componente provocatoria, nella raccolta fondi. «“Adotta un letto” vuole scuotere le coscienze e il Palazzo affinché si girino a guardarci. Noi siamo in prima fila ogni giorno, vengano a vedere com’è»

Foto di Rsa Carettoni Ponte di Legno

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