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Emergenza climatica

Ghiaccio bollente

Parte il 20 agosto dalla Valle D'Aosta l'edizione del 2023 della Carovana dei ghiacciai di Legambiente, che per quest'anno avrà anche due tappe oltreconfine, in Svizzera e Austria

di Veronica Rossi

Gruppo di persone in montagna, tengono in mano un cartello con scritto "Change climate change"

Negli ultimi mesi abbiamo visto in maniera sempre più intensa gli effetti dei cambiamenti climatici, dalle ondate di calore che hanno lasciato boccheggiante mezza Italia alle fortissime piogge che hanno provocato ingenti danni in più di una Regione. A essere minacciati in maniera molto grave dal riscaldamento globale sono i nostri ghiacciai alpini, progressivamente più fragili, vulnerabili e instabili.

Secondo il rapporto European state of the climate 2022 della World meteorological organization- Wmo, i ghiacciai in Europa hanno perso un volume di circa 880 km3 di ghiaccio dal 1997 al 2022. Le Alpi sono state le più colpite, con una riduzione media dello spessore del ghiaccio di 34 metri. Il Glamos (Rete svizzera di monitoraggio dei ghiacciai) ha reso inoltre noto che i ghiacciai alpini stanno registrando i più alti tassi di fusione da quando sono iniziate le registrazioni, circa un secolo fa e che le Alpi hanno perso il 6% del loro volume residuo solo nel 2022, annus horribilis, per le scarse nevicate durante l’inverno, la sabbia proveniente dal deserto del Sahara e le temperature estive anomale.

Un’emergenza su cui torna ad accendere i riflettori la IV edizione di «Carovana dei Ghiacciai», la campagna internazionale promossa da Legambiente con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano (CGI), in collaborazione con Allianz Foundation, con partner principale Frosta (azienda produttrice di surgelati privi di additivi), partner sostenitori Sammontana e Seiko e partner tecnico Ephoto. Quest’anno la campagna assume una dimensione internazionale, grazie alla collaborazione con la Commissione internazionale per la protezione delle Alpi – Cipra, con due delle sei tappe localizzate in Austria e Svizzera, allo scopo di costruire nuove alleanze attraverso uno scambio con il mondo della ricerca europeo ma anche con i cittadini e le istituzioni locali. Testimonial di quest’anno saranno lo scrittore Paolo Cognetti, vincitore nel 2017 del Premio Strega con Le otto montagne (Einaudi); l’attore Giuseppe Cederna; la green influencer Silvia Moroni, alias Parla sostenibile; l’artista berlinese Theresa Schubert e la cantautrice Chiara Civello.

Un viaggio in sei tappe, che dal 20 agosto al 10 settembre monitorerà lo stato di salute dei ghiacciai alpini, raccontando la drammatica velocità del loro ritrarsi a causa dei cambiamenti climatici. Si partirà dall’Italia con il Ghiacciaio del Rutor (Valle D’Aosta) dal 20 al 22 agosto, con la tappa dal titolo Ghiacciai e monitoraggio ambientale insieme ai tecnici dell’Arpa Valle d’Aosta; proseguendo con il Ghiacciaio del Belvedere (Piemonte) dal 24 al 26 agosto, con i tecnici dell’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica – Irpi del Cnr impegnati nello studio di Ghiacciai e instabilità delle alte quote. Poi i Ghiacciai di Dosdè (Lombardia) dal 26 al 30 agosto con il supporto del Servizio Glaciologico Lombardo per affrontare il tema dei Ghiacciai e turismo. L’ultima tappa italiana sarà con i Ghiacciai di Lares e Mandrone (Trentino Trentino-Alto Adige) dal 31 agosto al 2 settembre, focalizzata su Ghiacciai e Servizi Ecositemici insieme alla Società Alpinisti Tridentini – Sat. Il viaggio si sposterà poi oltre il confine nazionale. Prima In Austria con il Ghiacciaio Ochsentaler (nella regione del Vorarlberg) dal 4 al 6 settembre con al centro Ghiacciai e giovani con i ragazzi del progetto Alpine Climate Camps di Cipra international. La campagna si concluderà in Svizzera con il Ghiacciaio del Morteratsch (Grigioni) dal 7 al 10 settembre con la tappa su Ghiacciai e governance del territorio. Durante quest’ultima tappa, nel centro culturale di Salecina (Bregaglia), si svolgerà un convegno internazionale dal titolo I ghiacciai europei e la necessità di una governance delle risorse idriche.

Gruppo di persone in montagna, tengono in mano la bandiera di Legambiente e quella della Carovana dei ghiacciai
La Carovana sul Montasio, foto dell’Ufficio stampa di Legambiente

In ogni tappa monitoraggi, escursioni, conferenze stampa, momenti di arte e musica dedicati ai ghiacciai, per riflettere su un futuro sostenibile delle nostre montagne e del Pianeta, creare nuove alleanze per una nuova cultura climatica, e coltivare la consapevolezza sulla necessità di combattere la crisi climatica, spingendo decisori politici verso scelte lungimiranti e le persone verso stili di vita più sobri. Inoltre, la campagna sarà un’occasione per promuovere la Carta di Budoia per l’adattamento locale ai cambiamenti climatici, dichiarazione volontaria dei comuni alpini promossa dalla Delegazione italiana in Convenzione delle Alpi e dal Network di comuni Alleanza nelle Alpi in Italia che ha l’obiettivo di fare delle Alpi un territorio esemplare nel settore della prevenzione e dell’adattamento ai cambiamenti climatici.

«Preoccupano certe affermazioni politiche negazioniste rispetto la crisi climatica, anche riguardo il ritiro progressivo dei ghiacciai», dichiara Giorgio Zampetti, direttore nazionale Legambiente. «Un espediente per non dover riconoscere il problema della crisi climatica, che non è un’idea di parte ma una condizione oggettiva da accettare con una reale governance del territorio e dei rischi ad esso connessi, con adeguate strategie e piani di adattamento al clima (su scala locale e internazionale) a tutela dei territori e delle comunità. Non si può pensare di volgere la testa dall’altra parte, ostinandosi a non ascoltare gli scienziati. Da questa consapevolezza inizia la quarta edizione della nostra campagna di monitoraggio scientifico dello stato di salute dell’arco alpino, quest’anno internazionale per costruire una rete di alleanze sempre più fitta, e per dare vita a robuste politiche di adattamento».

«La recente accelerazione degli effetti del riscaldamento climatico sull’ambiente glaciale è un fatto scientifico ineluttabile», dichiara Marco Giardino, vice presidente del Comitato glaciologico italiano e Università Torino. «Eppure, oggi si registrano sterili polemiche sull’argomento: prendendo a prestito un’espressione di Papa Francesco, lo si potrebbe definire un dibattito di parole “cave”, ovvero vuote, prive di reale significato. Dal 1895 il Comitato Glaciologico Italiano fornisce invece parole “chiave” per interpretare il cambiamento dell’ambiente glaciale. Con la partecipazione alla Carovana dei ghiacciai queste parole intendono assumere un significato operativo di fronte alla crisi climatica».

«Frosta è a fianco di Legambiente e la Carovana dei Ghiacciai per il terzo anno consecutivo, poiché è un progetto che ci sta particolarmente a cuore», aggiunge Gianluca Mastrocola, amministratore delegato del ramo italiano dell’azienda. «La Carovana è un viaggio per raccontare gli effetti dei cambiamenti climatici sui ghiacciai, le nostre sentinelle sull’evoluzione ambientale. Anche quest’anno Frosta ha impiegato sforzi e risorse a supporto della ricerca, in particolare donando un nuovo pluviometro al Laboratorio di Climatologia alpina – Lca a 2971 metri sul Monte Rosa, per raccogliere dati e fare previsioni in merito al fenomeno del cambiamento climatico. Noi, come azienda di produzione alimentare, cerchiamo di produrre prodotti buoni, in maniera sostenibile e con particolare attenzione verso i temi ambientali, e quindi supportiamo con orgoglio il progetto della Carovana, per portare sempre più persone alla consapevolezza su questi ambiti».

In apertura, foto della Carovana sul ghiacciaio di Indren, concessa dall’ufficio stampa di Legambiente


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