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Anziani, l’innovazione della residenzialità “a tempo”

La cooperativa sociale La Meridiana apre a Monza "Residenza 20", un servizio di sollievo che accoglierà 20 anziani per soggiorni temporanei. Giusto il tempo per ricostruire, a casa, un setting appropriato. Può essere un modello per il futuro? In dialogo con il direttore, Fulvio Sanvito

di Luca Iacovone

Basta una frattura, un ricovero ospedaliero prolungato, un evento non gestibile temporaneamente al domicilio a segnare improvvisamente la vita di un anziano e della sua famiglia. In queste situazioni occorre ripensare velocemente tutto il setting di cura, coinvolgere nuovo personale socio-sanitario, reperire rapidamente attrezzature ed ausili indispensabili. In quei momenti la scelta tra residenzialità e domicilio può essere drammatica. A meno che la rsa sia strutturalmente pensata come soluzione ponte, che aiuta e accompagna la famiglia a gestire il rientro a domicilio dell’anziano.

È il caso di Residenza 20, a Monza, la nuova rsa che si aggiunge alla rete dei servizi della cooperativa La Meridiana. È strutturata per fornire un servizio di ricovero temporaneo di minimo 20 giorni ed è dedicata a persone anziane che necessitano di recuperare le proprie abilità psicomotorie dopo un periodo di particolare fatica, prima di rientrare presso il proprio domicilio, consentendo di conservare la propria quotidianità e socialità.

Fulvio Sanvito è direttore de La Meridiana, cooperativa che gestisce centri diurni per anziani, rsa, rsd, hospice, alloggi protetti, centri di aggregazione per anziani. Tra i servizi più noti c’è il villaggio Alzheimer Il paese ritrovato: un piccolo borgo nel quale le persone con demenza, in tutta sicurezza, vivono in appartamenti protetti ma possono muoversi in modo autonomo nella piazza, al caffè, nei negozi ed al cinema, così da condurre una vita normale, compatibilmente con la malattia, sentirsi a casa e ricevere nello stesso tempo le necessarie attenzioni.

Intanto una curiosità, perché avete scelto un numero come nome di questa residenza?

Abbiamo scelto 20 proprio perché 20 è il numero chiave che descrive la nuova rsa della cooperativa.  Infatti, sono 20 i posti letti, inseriti in dieci camere con ogni confort e progettate per favorire una serena ospitalità. 20 sono anche i reparti di tutte le strutture socio sanitarie de La Meridiana e, infine, 20 sono i giorni minimi di ricovero temporaneo. In questo periodo la nostra équipe è in grado di valutare le reali possibilità di rientro al domicilio, aiutando la famiglia di confrontarsi con professionisti che possano aiutarla a ridefinire i bisogni della persona e della famiglia.

Un supporto non solo all’anziano, quindi, ma alla famiglia. In che modo avviene?

Lavoriamo integrando due équipe, quella che lavora all’interno della residenza, con quella che lavora sul territorio. Condividiamo con la famiglia dell’ospite le informazioni sui bisogni del nostro ospite e poi facciamo un accompagnamento all’esterno. Abbiamo un medico geriatra che fa una parte della presa in carico dell’ospite e lo segue anche successivamente. Poi c’è una persona che guida l’équipe anche all’esterno, se è necessario. Infine viene coinvolta l’assistente sociale delle cure domiciliari che aiuta la famiglia a trovare quello che serve. La prima esigenza, in genere, è trovare un assistente familiare, o badanti. Abbiamo già iniziato mesi fa a tessere delle reti con le agenzie segnalate dal Comune, attive su sulla nostro territorio con cui abbiamo condiviso il progetto. Favoriremo questa ricerca e infine chiederemo alla famiglia di far entrare l’assistente che avranno scelto in residenza, perché abbia modo di conoscere l’ospite qua e ci consenta di offrirgli percorsi di affiancamento e formazione personalizzato sui bisogni specifici della persona. Un percorso che viene seguito dall’assistente sociale, che offrirà alla famiglia anche la consulenza essenziale per l’attivazione dei presidi necessari all’ospite, per esempio come ottenere il letto o i pannoloni. Tutto quello di cui un cittadino ha diritto. Questo accade nel periodo in cui l’anziano è nostro ospite: quando è possibile, subito gli operatori si attivano per preparare il suo rientro.

rsa Residenza 20

Come si inserisce questa esperienza all’interno dei numerosi servizi e strutture che già La Meridiana gestisce?

La filiera che abbiamo sviluppato in questi anni ci permette di favorire una maggiore appropriatezza tra i servizi. Riconosciamo e inseriamo le persone nel momento giusto nella risposta più vicina a quella domanda. Inoltre, il fatto di aver sviluppato competenze su diversi ambiti, non solo il villaggio Alzheimer, non solo le rsa, non solo l’hospice… ci permette di tenere in rete le competenze e le diverse specializzazioni. Da questo travaso, sia di formazione che di approcci, nasce Residenza 20. Lo stesso vale quando integri competenze dedicate alla residenzialità con quelle che derivano dai servizi per la domiciliarità.

Abbiamo sviluppato una piattaforma digitale che si chiama Isidora, nata durante il Covid, per permetterci di continuare ad assistere e accompagnare anche a casa gli ospiti dei nostri centri diurni e dei centri integrati. Oggi integra una serie di moduli che prevedono diversi interventi, dal marketplace alla conoscenza degli eventi a video formativi e di addestramento. Anche questa esperienza sarò centrale in Residenza 20. Che resta per numeri e dimensioni una realtà piccola, ma in cui si concentrano tante sperimentazioni che abbiamo condotto nel corso degli ultimi anni.

E per il futuro, invece, quali sono i prossimi progetti nel cassetto?

I progetti sono tanti, ma un tema in particolare ritengo sarà determinante nel futuro. Vorremmo iniziare a misurare in modo scientifico i risultati di tente intuizioni che guidano i nostri servizi, che siamo sicuri abbiano un impatto positivo. Ma ora occorre farle diventare standard, da mettere a disposizione di tutti. Riceviamo tantissime sollecitazioni da architetti o esperti di colore, ad esempio, abbiamo la possibilità ora di misurare l’impatto dell’ambiente di cura. Il paese ritrovato è l’esempio più importante per noi in questa direzione. Come quella strutturazione ambientale favorisce o migliora la libertà delle persone e le capacità residue? Adesso possiamo misurarlo. Capire cosa funziona e cosa invece è del tutto neutro. Questo vorremmo condividerlo, non è una cosa nostra insomma. Anche per questo è necessario coinvolgere il mondo universitario, delle fondazioni. Così possiamo creare buone prassi, idee, applicazioni da mettere in comune con altri operatori.

Le immagini nell’articolo sono dell’inaugurazione di Residenza 20, il 4 maggio, alla presenza dell’Arcivescovo di Milano Mario Delpini, del Sindaco di Monza Paolo Pilotto e di don Sergio Didonè, presidente dell’Opera Diocesana Istituto San Vincenzo.


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