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Dall’intelligenza artificiale al docente orientatore: 5 sfide del back to school

Nelle ultime settimane la scuola è stata invocata come “salvator mundi”: non lo è e non lo può essere, ma certamente è il luogo in cui si giocano sfide cruciali. Dall'intelligenza artificiale al nuovo docente orientatore, alcune vecchie e altre inedite, ecco quali sono

di Sara De Carli

I giornaloni titolano chi sulla scuola dei precari, chi su vaccini e mascherine. I siti specializzati hanno il saluto del ministro Valditara, il concorso arrivato in Gazzetta Ufficiale, i 10 consigli per tornare in classe senza stress. Oggi è quel giorno dell’anno in cui la scuola va in prima pagina. Per tanti un vero “capodanno”.

«Ci siamo. È arrivato quel momento sempre uguale e sempre diverso: il nuovo inizio dell’anno scolastico», ha scritto il ministro su Twitter e su Instagram, nel suo messaggio agli studenti, «ma dal punto di vista vostro, dal punto di vista di ciascuno di voi, l’inizio è sempre nuovo».

Sette milioni di studenti tornano a scuola in questi giorni. Ancora nelle ultimissime settimane la scuola è invocata come “salvator mundi”: non lo è e non lo può essere, ma certamente è il luogo in cui si giocano sfide cruciali. Alcune vecchi e altre inedite, ma anche qui la partita è sempre nuova.

Ecco le sfide del #backtoschool dell’anno scolastico 2023/24.

1. Chat GPT

«L’intelligenza artificiale è già tra noi. Possiamo gridare alla catastrofe oppure metterci a lavorare per costruire nuovi orizzonti», dice Aluisi Tosolini, dirigente scolastico e filosofo dell’educazione. Catastrofare o orizzontare, questo è il problema. Che poi… «La scuola per definizione deve costruire nuovi orizzonti, insieme agli studenti», risponde Tosolini.

2. Educazione sessuale

Gli stupri di gruppo delle ultime settimane, da Palermo a Parco Verde, da Primavalle a Milano hanno mostrato l’urgenza di un’educazione alle relazioni, all’affettività e alla sessualità che in Italia non c’è (qui abbiamo spiegato perché con Paola Marmocchi psicoterapeuta, responsabile degli Spazi Giovani dell’Azienda USL di Bologna). Cinque dirigenti scolastici da Bologna a Palermo ci raccontano come affronteranno il tema nelle loro scuole, al suono della campanella. «Dobbiamo essere più coraggiosi nell’affrontare certe tematiche. Stiamo crescendo dei leoni in gabbia, che non hanno contezza della gravità di quel che fanno», dice per esempio Antonella Di Bartolo, dirigente scolastica a Palermo-Brancaccio.

3. Dispersione scolastica

Il trend del miglioramento c’è, ma è troppo lento: in Italia la lotta alla dispersione scolastica non riesce a fare il salto. “Dobbiamo passare da un intervento a pioggia a un intervento intensivo. Non servono solo più insegnanti, servono delle comunità educanti dove scuola e Terzo settore imparino a lavorare gomito a gomito», dice Marco Rossi-Doria, presidente di Con i Bambini.

4. Orientamento

La novità di quest’anno è il docente orientatore. Ma l’orientamento non è “orientare”, sono i ragazzi che devono orientar-si. «Le linee guida ministeriali attribuiscono al cosiddetto tutor orientatore il compito di essere un “consigliere” per le famiglie. Ma orientare un giovane non è dargli dei consigli, quanto aiutarlo a conoscere se stesso e a prefigurare possibili destini per sé», scrive Luigi Ballerini, orientatore e scrittore per giovani. Il compito degli adulti? «Far venire idee che altrimenti non sarebbero mai nate: più vita c’è, più idee verranno. Sarà la scelta giusta? Lo dirà solo il tempo».

5. Inclusione scolastica

Abbiamo la legge sull’inclusione scolastica più bella del mondo, investiamo molte risorse, ma nei fatti per gli alunni con disabilità c’è ancora molto da fare. Durante l’estate si è parlato molto di cattedra mista, come possibile strada per superare l’empasse: per Roberto Speziale, presidente nazionale Anffas però «si deve assolutamente evitare che il dibattito sulle “cattedre miste” diventi prioritario. Prima vanno risolti i problemi più cogenti dell’attuale sistema, per i quali vi sono già da tempo soluzioni precise». Quali? La formazione dei docenti, di sostegno e curricolari; la continuità didattica; la messa a disposizione di tutti i supporti che concorrono a far sì che l’inclusione sia un diritto realizzato.

Foto LaPresse, giugno 2022 Torino


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