Call to action
Bastano “cinque minuti” per una scuola migliore
Scade il primo di dicembre la raccolta di best practice “Cinque minuti per cambiare la scuola” dell’Università di Milano-Bicocca. Docenti, dirigenti, genitori e studenti possono mostrare in che modo hanno attuato dei piccoli cambiamenti positivi per la convivenza e l’apprendimento all’interno dell’ambiente scolastico. A maggio una tavola rotonda con i protagonisti delle 50 proposte migliori
Mancano pochi giorni allo scadere della call di “Cinque minuti per cambiare la scuola”. Fino al primo di dicembre sarà possibile aderire presentando un progetto che con creatività organizzativa ha generato cambiamenti, anche piccoli e raccontabili appunto in cinque minuti, nel modo di vivere la scuola.
Osservare le stelle per studiare astronomia, dare nuova vita ad un’aula vuota, far organizzare agli studenti attività pomeridiane a scuola, dialogare tra insegnanti nel collegio docenti camminando in alta quota, integrare la pratica circense nelle ore di educazione fisica e coltivare insieme un orto.
Sono solo alcune delle iniziative presentate da insegnanti, dirigenti, studenti e genitori che hanno aderito alla call dell’Università di Milano-Bicocca sostenuta da Fondazione Eos – Edison Orizzonte Sociale Ets e Fondazione Crc, inviando le proprie proposte attraverso questo form.
La coordinatrice Anna Granata, docente di pedagogia all’università di Milano-Bicocca, spiega il valore di queste micro-idee: «Al centro c’è l’idea della creatività organizzativa, di non adagiarsi sul “si è sempre fatto così”. Si elaborano idee diverse per andare incontro al benessere di tutta la comunità scolastica: non solo degli studenti che sono protagonisti, ma anche degli insegnanti e dei genitori». Il team è composto anche da Valerio Ferrero, Tiziana Mazzon, Annalisa Perino, Ruggero Poi, Marta Begna e Margherita Allegri.
Fino a luglio era anche possibile sostenere il progetto facendo una donazione sulla piattaforma di crowfunding Ginger. L’obiettivo stabilito era la raccolta di 10mila euro, ormai raggiunti e superati. Al raggiungimento di metà quota la Fondazione Eos ha cofinanziato con un contributo di 5mila euro: «Crediamo nell’importanza e nell’urgenza di avviare una riflessione sul mondo della scuola, che ha un ruolo sempre più determinante nello sviluppo delle attitudini e delle potenzialità dei cittadini di domani», ha dichiarato la direttrice della fondazione Francesca Magliulo.
Tra le proposte raccolte ne verranno selezionate cinquanta. Anna Granata spiega che a maggio 2025 è previsto: «un tavolo di confronto tra persone che vivono la scuola in diversi ruoli per lo scambio di idee e prospettive non tradizionali. Realizzeremo alcuni video di pochi minuti da diffondere attraverso canali social e web in cui ciascun attore racconterà il suo progetto di cambiamento permanente e duraturo evidenziando l’impatto sull’intera comunità scolastica. Coinvolgeremo i protagonisti del mondo scolastico in un evento in stile TEDx per raccontare le idee di creatività organizzativa e diffonderle sul territorio».
Il motto è: “vietato non copiare”, continua Granata: «ogni esempio può essere di ispirazione per le altre scuole, che non devono solo essere destinatarie del cambiamento, ma attrici di esso».
La coordinatrice del progetto racconta come in provincia di Cuneo una scuola secondaria abbia spostato alcune ore di scienze al sabato sera per insegnare astronomia osservando le stelle nel cortile della scuola, o del liceo scientifico Righi di Roma in cui i ragazzi possono usufruire degli spazi scolastici durante tutta la giornata e organizzare attività di vario tipo. «La fiducia è un costrutto relazionale, dando fiducia si riceve senso di responsabilità. Questi ragazzi da anni si sentono responsabili degli spazi e se ne prendono cura». Così come hanno fatto i ragazzi del Galilei – Luxemburg di Milano, che hanno destinato un’aula vuota a luogo di sosta, riflessione e dialogo anche con i docenti. Altre iniziative puntano a migliorare le relazioni tra gli studenti e l’inclusione, come “l’ora d’orto” di un liceo di Seregno durante la quale tutti i ragazzi lavorano insieme. Sono idee che cambiano anche il modo di fare scuola tra i docenti stessi, come dimostrano i dirigenti scolastici piemontesi che hanno promosso i collegi docenti in alta quota: per sciogliere la tensione e trovare prospettive nuove, anche letteralmente.
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