Minori fra politica e giustizia
Bibbiano, di Demoni non ce ne furono
La sentenza di primo grado delle Tribunale di Reggio Emilia, a distanza di sei anni dall'inchiesta "Angeli & Demoni", assolve 11 imputati su 14, condannandone tre a pene lievi per reati minori. Smontato definitivamente, dopo l'assoluzione dello psicoterapeuta Claudio Foti in aprile, il teorema che aveva scatenato forse la più grande campagna politico-giudiziaria-mediatica della storia italiana. Per i giudici nessuna banda allontanava bimbi dalle famiglie per alimentare un business degli affidi e delle psicoterapie. Il silenzio di quanti, in politica, strillarono: «Parlatecene»

Il primo a battere tutti sul tempo, persino le agenzie di stampa, è stato lui, Luca Bauccio, l’avvocato milanese che ha assunto una difesa che pareva impossibile, quella di Claudio Foti, il “mostro di Bibbiano”, lo psicoterapeuta accusato di aver allontanato bambini dalle proprie famiglie usando dolosamente le terapie e inducendo falsi ricordi nei piccoli, per far loro testimoniare abusi che non avrebbero mai subito dai genitori. La famigerata inchiesta Angeli e Demoni, ricordate?
L’aveva difeso e fatto assolvere, il 10 aprile scorso, nel giudizio con rito immediato, richiesto da Foti, che si sentiva evidentemente forte della sua innocenza.
Oggi a Reggio Emilia, il Tribunale ha pronunciato la sentenza del rito ordinario, a sei anni dagli arresti e dal più incredibile show politico-mediatico italiano di sempre, Bauccio difendeva Nadia Bolognini, psicoterapeuta, anche lei alla sbarra con vari tecnici e assistenti sociali. Assolta.
Le accuse: «Collocare i bambini in affido retribuito»
Non proprio reati bagattellari, intendiamoci. La Voce di Reggio Emilia, per esempio, parlò di «false relazioni e disegni artefatti per allontanare bambini dalle famiglie e collocarli in affido retribuito anche ad amici e conoscenti, per poi sottoporli ad un programma psicoterapeutico per un giro d’affari di centinaia di migliaia di euro», il tutto con «metodi altamente suggestivi utilizzati sui minori durante le sedute di psicoterapia, anche attraverso impulsi elettrici, strumento spacciato ai bambini come “macchinetta dei ricordi”, per alterare lo stato dei relativi ricordi in prossimità dei colloqui giudiziari».
Dicevamo della nota di Bauccio. Recita così: «Oggi, 9 luglio, il Tribunale di Reggio Emilia ha sancito la fine di una leggenda mostruosa che ha distrutto la vita di decine di imputati», così inizia la nota dell’avvocato milanese, «il Tribunale ha pronunciato sentenza di assoluzione nei confronti degli imputati tranne due risibili condanne, stabilendo l’infondatezza di tutto il cosiddetto “teorema Bibbiano”».
Tre condanne lievi
Le condanne riguardano, Federica Anghinolfi, già responsabile dei Servizi sociali della Val d’Enza, a due anni contro gli 11 e sei mesi richiesti dall’accusa, Francesco Monopoli, assistente sociale, un anno e otto mesi, contro gli 11 richiesti; per entrambi il reato è falso in atto pubblico. Condannata anche la psichiatra Flaviana Murru, a cinque mesi, contro gli otto che il pubblico ministero aveva invocato, per rivelazione di segreto d’ufficio.
I capi di imputazione erano più di 100 per i 14 imputati, 11 quali sono stati assolti, alcuni prescritti.
Dello spaventoso castello d’accuse – frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamenti su minori, lesioni gravissime, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d’uso – non praticamente nulla.
L’avvocato Bauccio: fine di una grottesca gogna
Ma torniamo a Bauccio: «È una grande gioia», dice l’avvocato, «vedere la parola fine a una grottesca gogna che ha visto uniti politicanti in cerca di voti, pseudo-giornalisti, influencer improvvisati, cacciatori di scoop e tutto uno stuolo di avvoltoi che, in questi anni, non si sono fatti scrupolo della dignità e della reputazione degli imputati, né si sono curati di comprendere, analizzare e conoscere. La vicenda Bibbiano ha purtroppo distrutto la credibilità di un sistema di aiuto sociale eccellente. È ora giunto il momento di ripartire, di raccontare agli italiani la verità sul caso Bibbiano e di ricostruire la reputazione delle tante persone che sono state messe alla gogna».

Spiega Bauccio che, «durante il processo abbiamo dimostrato che le prove dell’accusa si fondavano su consulenze prive di fondamento scientifico, una vera e propria stregoneria giudiziaria. Sono state diagnosticate malattie inesistenti a bambini. La psicoterapeuta Bolognini è stata accusata di aver indotto falsi ricordi, ma anche le consulenti della pubblica accusa hanno dovuto ammettere che non vi sono mai stati falsi ricordi. La psicoterapia del trauma è stata messa sotto accusa in modo irresponsabile e contro la scienza. Questa accusa ha offeso e minacciato il lavoro di tanti psicoterapeuti che ogni giorno operano per portare aiuto a chi ha subito un trauma. La pretesa di negare il trauma e di rendere “fuorilegge” la cura è la colpa più grave della vicenda Bibbiano».
Operatori criminalizzati
Secondo l’avvocato «sono stati criminalizzati operatori dei servizi sociali che hanno agito con generosità e professionalità. Sei lunghi anni di gogna mediatica e giudiziaria si concludono nel modo migliore: con la fine della leggenda di Bibbiano e l’affermazione della verità che, mi auguro, i media vorranno contribuire a diffondere, per risarcire quegli amministratori, operatori dei servizi sociali e psicoterapeuti che hanno agito per il bene dei minori e che sono stati immolati in una delle più tragiche e feroci cacce alle streghe degli ultimi tempi»
Per Bauccio, la sentenza di assoluzione «è un punto di non ritorno. Non temiamo né appelli né vendette di quei personaggi da social network che hanno vissuto di rendita sulla pelle di presunti innocenti per sei anni».
Tacciono quelli del “parlateci”
Nessuna reazione, per ora, dai leader politici, esponenti del governo gialloverde di Giuseppe Conte, che si pronunciarono, a lungo e pesantemente, su quella vicenda e tutti abbracciando la vulgata colpevolista: l’allora vicepremier Matteo Salvini, protagonista di comizi in cui bambini sottratti alle famiglie affidatarie furono mostrati dal palco e il suo omologo Luigi Di Maio, che parlò in tv “di bambini allontanati con l’elettroshock”.
Era all’opposizione Giorgia Meloni ma si precipitò fra le prime a Bibbiano, promettendo di essere l’ultima ad andarsene e coniando il famoso slogan politico che galleggiò a lungo sui social: “Parlateci di Bibbiano”.
Nella foto di apertura, di Stefano Cavicchi per LaPresse, un’immagine del 23 gennaio 2020, comizio di chiusura della Lega per le elezioni regionali emiliano-romagnole di quell’anno. Sul palco, Matteo Salvini e Lucia Borgonzoni, all’epoca, rispettivamente, segretario della Lega e candidata regionale dello stesso partito.
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