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Giustizia, Politica & Minori

Bibbiano perde pezzi ma l’Italia quanti bambini ha perduto?

Epilogo della vicenda giudiziaria di Claudio Foti, lo psicoterapeuta accusato d'essere a capo di un meccanismo di falsa tutela dei minori a rischio, nel cuore dell'Emilia. Per "fare favori" e "creare vantaggi economici" si sostenne. Ieri la Cassazione ne ha ribadito l'innocenza. Una vicenda profondamente strumentalizzata dalla politica. Ci si chiede ora, quante volte i minori a rischio non siano stati tutelati per timore della caccia alle streghe in atto. Un podcast per capire l'affido

di Giampaolo Cerri

Ha scritto l’Ansa ieri, alle 19,23: «La Cassazione ha ribadito l’assoluzione dello psicoterapeuta Claudio Foti dichiarando inammissibili i ricorsi. Dunque diventa definitiva l’assoluzione dello psicoterapeuta, che era stato coinvolto nella vicenda degli affidi, dal reato di abuso d’ufficio, con la formula “per non avere commesso il fatto”, e da quello di lesioni gravi, “perché il fatto non sussiste”».

Stiamo parlando di Bibbiano – omettendo pure la provincia ma, insomma, con «Parlateci di Bibbiano!», la Val d’Enza, i minori a rischio, gli affidi, sono diventati un genere letterario – stiamo parlando di Bibbiano, dicevamo, dove, come si ricorderà, Foti, psicoterapeuta, era il “capo degli orchi” che, in concorso con le famigerate assistenti sociali di quel territorio, avevano preso a togliere bambini a poveri genitori, grazie a terapie suggestive e relazioni taroccate, per ricollocarli altrove. Il tutto per “fare favori” ad amici – anche gay, eh – e creare vantaggi economici per gli affidatari e un business permanente per l’associazione degli psicologi. Addirittura anche con l’elettroshock, si scrisse e si disse – e chi lo disse, Luigi Di Maio, oggi fa l’inviato europeo – confondendo la strumentazione per la terapia psicologica Emdr, con gli elettrodi di Qualcuno volò sul nido del cuculo.

Anzi più che orco, Foti era il “lupo di Bibbiano”, visto che secondo una ricostruzione dell’accusa, il professionista soleva travestirsi appunto da bestia feroce per condizionare i giovani pazienti.

Giorgia Meloni su Bibbiano

Un’inchiesta esplosa nel giugno del 2019, giovedì 27 per la storia, con arresti domiciliari a iosa, con clamore fortissimo dei media e, tempo zero, della politica.

I sacri riti e i sacri fuochi della politica

Il grillismo da Sacro Blog digerì tutto, risputando presto sui social con ricco carico di succhi gastrici-politici; nel Sacro rito di Pontida (foto di apertura, ndr), a settembre dello stesso anno, Matteo Salvini, chiuse con l’ostensione di una bambina “di Bibbiano” in affido, che invece la madre naturale aveva sottratto durante una visita coi servizi sociali di Cantù (Como). Colpita dal sacro fuoco, anche Giorgia Meloni corse nel Reggiano e, facendosi fotografare sotto il famoso cartello strada, coniò il celeberrimo invito a parlarne e di cui sopra. Lei ha continuato, coerentemente avendo detto «siamo stati i primi ad arrivare a Bibbiano, saremo gli ultimi ad andarcene». Lo ha fatto anche di recente, insediandosi a Palazzo Chigi, nel discorso con cui ha chiesto la fiducia alla Camera, in cui prometteva: «Abbiamo assunto l’impegno di limitare l’eccesso di discrezionalità nella giustizia minorile, con procedure di affidamento e di adozione garantite e oggettive, perché non ci siano mai più casi Bibbiano, e intendiamo portarlo a termine».

Il Palazzaccio e l’altro processo

E dunque sarebbe stato perfetto, un luogo che a Roma si chiama “Palazzaccio”, la sede della Suprema Corte di Cassazione, per decretare un’orribile condanna per il mostruoso Foti e invece no. Oltretutto lo psicoterapeuta è arrivato in fondo alla sua vicenda processuale, grazie al coraggio con cui aveva chiesto il giudizio immediato, risultando condannato in primo grado. Il processone a tutti gli altri, 17 fra assistenti ex-sindaco, assistenti sociali, altri psicologi, che non avevano avuto la temerarietà di Foti nell’affrontare il giudizio immediato, è ancora in corso e chissà se quando ci arriverà, al Palazzaccio.

Il punto è però un altro: in questi anni, ché fra poco ne saranno passati cinque, quanti minori in difficoltà, che vivevano in famiglie problematiche, a volte molto problematiche, saranno rimasti là dov’erano, perché insegnati, assistenti sociali, giudici hanno avuto paura di sfidare quella canea?

Calo di bambini allontanati? C’è chi ne è convinto

Intervistato oggi da Il Dubbio, dalla bravissima Simona Musco, Foti una risposta ce l’ha: «Sul versante degli operatori», dice, «ora gli psicoterapeuti hanno paura a prendere in carico dei bambini con alle spalle una sospetta violenza, evitando di esporsi al rischio di ostilità e di guai giudiziari». Alla domanda se, «c’è stato un calo delle segnalazioni delle situazioni a rischio?». L’ex-lupo è netto: «Sì e si può dimostrare. Questo significa una riduzione della capacità di protezione sociale dei bambini, perché se gli insegnanti, gli educatori hanno paura di segnalare, tante situazioni che possono configurare un danno evolutivo rimangono nascoste dal silenzio e le autorità non possono occuparsene. Sono effetti a valanga, che vanno oltre le sorti giudiziarie dei singoli».

L’intervista a Foti nell’edizione odierne de Il Dubbio

Pur con due anni di pandemia in mezzo, che rendono difficili le statistiche, c’è da temere che abbia ragione. E chissà se ci sarà mai un “macchine indietro”. In ogni caso, per questi minori dimenticati, forse perduti, non è prevista Cassazione: la pena che gli adulti gli avranno comminato, in questi anni, apparterrà loro per sempre.

Un podcast per capire l’affido

E un altro tema, certamente incomparabile a quello, drammatico, dei bambini che la vicenda Bibbiano potrebbe aver sacrificato, è quello delle possibili famiglie accoglienti allontanate del tutto da un istituto come l’affido. «Questa risorsa umana di generosità e impegno è stata squalificata», dice proprio Foti nell’intervista già citata.

Una riflessione, quella della scarsità delle famiglie disponibili, che a VITA abbiamo fatto da tempo, vista che di affido scriviamo da quando siamo nati, 30 anni fa. Proprio sul finire dello scorso anno, in un altro anniversario, il 40nnale della legge sull’affido (la 184/83), abbiamo iniziato un viaggio in questa esperienza e fra chi ancora la vive: quelle famiglie affidatarie che, nei giorni caldi di Bibbiano, venivano appellate “ladri di bambini”, in solido con tutti gli altri reitetti dell’immaginario furente di molti italiani. Un podcast che si intitola, significativamente, Genitori a tempo, genitori e basta.

Un viaggio che ha intrapreso chi vi scrive, genitori affidatario da oltre 13 anni. Potete ascoltarne le prime 5 puntate, se siete abbonati a VITA nella nostra area podcast, altrettante ne arriveranno, da lunedì prossimo fino all’estate.

Nella foto di apertura, di Marco Alpozzi per LaPresse, l’adunata leghista di Pontida (Bg) del 2019 in cui venne mostrata la falsa bambina di Bibbiano.


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