VITA con Fondazione Terna

Terna, una fondazione per far crescere la S di social

Nascita di una fondazione di impresa. Quella di Terna, il primo operatore di rete indipendente d’Europa già molto impegnato sulla sostenibilità. Lavorerà soprattutto per rinforzare l'impegno sociale del gruppo. Parla Chantal Hamende, direttore esecutivo

di Giampaolo Cerri

La nascita di una fondazione d’impresa. Un’altra, si potrebbe dire. Solo che si tratta del primo operatore di rete indipendente d’Europa e tra i principali al mondo, per chilometri di linee gestite. Un gruppo molto attivo dal punto di vista della sostenibilità. 

Chantal Hamende, perché nasce Fondazione Terna?

È il risultato di un percorso. Ed è sicuramente vero, la sostenibilità in Terna non è una cosa né scoperta né praticata da poco tempo: è partita parecchio tempo fa. Ma la creazione di una fondazione è una sottolineatura di una cosa che, in questi ultimi anni, dal Covid in poi, è stata evidente. 

Che cosa? 

Un’erosione della coesione sociale sempre più importante e divari sociali che si stavano ampliando. Il Covid ha accelerato tutto ma ce n’erano già i segnali. E mentre nel mondo della sostenibilità stava prendendo piede il dibattito sugli Esg, perché con la prima edizione del Piano Next Generation Eu, della prima presidenza von der Leyen, si cominciò a parlare di Europa Carbon neutral al 2050 e di sostenibilità a livello continentale. Tutto questo ha portato a una grossa attenzione sul mondo finance, chiamato a proporre nuovi strumenti per investimenti in sostenibilità, e sulle performance che si possono misurare. 

Chantal Hamande, direttore esecutivo di Fondazione Terna

Per esempio? 

Le emissioni di Co2 in atmosfera o la produzione di rifiuti sono aspetti ambientali dell’operatività di una qualsiasi organizzazione misurabili con indicatori molto precisi. Viceversa, gli impatti delle iniziative sociali si manifestano nel lungo periodo e sono quindi più complessi da definire e misurare. 

Quindi finora c’è stata grande attenzione sull’ambiente… 

Certamente sì, la S invece, proprio per questa sua intrinseca difficoltà a essere misurata, rischiava di scivolare in secondo piano. La fondazione è stata una risposta per dire che per noi non è così, anzi, che ci interessa talmente da costituire un soggetto dedicato che integri le istanze sociali nell’obiettivo strategico del fondatore Terna.  

Colpisce favorevolmente che nella fondazione siano impegnate figure di vertice. 

Sì, è vero, il presidente della Fondazione è Igor De Biasio, presidente di Terna, e l’Ad e Dg Giuseppina Di Foggia è il presidente onorario che guida il comitato scientifico composto dalla professoressa Donatella Sciuto, rettrice del Politecnico di Milano, dalla professoressa  Simona Onori, docente di Scienza e ingegneria energetica presso l’Università di Stanford, e da padre Paolo Benanti, teologo e docente presso la Pontificia Università Gregoriana. La fondazione è un’entità giuridica a se stante, però è precisa espressione dei vertici di Terna. Perché il punto di partenza è la transizione energetica, un impegno molto importante in termini di investimenti, know-how, innovazione che porterà sicuramente dei benefici ambientali. Qui, di nuovo, entra in scena la S, perché non sarebbe la prima volta che una transizione energetica ha un costo sociale. Quando, per esempio, si affermò il carbone, come combustibile, il costo sociale fu altissimo. L’obiettivo è che questa volta non si ripeta, ma che sia appunto una just transition ovvero equa e inclusiva. E questo è il link fortissimo tra il fondatore Terna e la fondazione. Lo si vede anche nelle aree di impegno identificate. Perché sono esattamente gli ambiti sui quali, come fondazione, possiamo intervenire, forti delle nostre competenze aziendali . Siamo andati anche a indagare nel report dell’Istat sulla povertà, proprio per capire il contesto in cui ci andavamo a immergere. 

Vi impegnate sulla povertà energetica… 

Sì, perché è connessa alla povertà assoluta ed è difficile da intercettare. Accade quando cominci a non pagare una bolletta, quando non fai la manutenzione della caldaia, quando togli risorse primarie per pagare l’energia. E poi… 

E poi? 

E poi siamo andati sulle generazioni più giovani. Anche in questo caso, seguendo i dati dell’Istat che, ogni anno, intercetta la povertà educativa, e analizzando i dati Eurostat sulla trasmissione transgenerazionale della povertà. Questi ultimi mostrano che, quando nasci in una famiglia povera, rischi di rimanere povero tutta la vita. L’ascensore sociale non funziona più e si deve quindi intervenire con quello strumento ancora potente che è l’istruzione. Abbiamo assunto quest’area come ambito di intervento: l’istruzione, a partire dalle generazioni più giovani. 

Quali sono le altre aree? 

Il contrasto alle disuguaglianze e la parità di accesso al mondo del lavoro, ovviamente dell’energia, perché lì possiamo fare qualcosa. 

Oltre all’analisi, a caratterizzare il vostro approccio è l’ascolto degli stakeholder. Avete coinvolto oltre 900 dipendenti. 

Nel nostro lavoro vogliamo avere un approccio metodologico il più oggettivo possibile. La fase preliminare l’abbiamo fatta, alla fine dello scorso anno, con il passaggio dell’ascolto. 

Che cosa avete chiesto? 

Qual era l’opinione sull’impegno sociale di Terna e se dovesse essere incrementato o meno. 

Risposta? 

Univoca e molto forte: Terna fa già molto ma può e deve fare di più. E alla domanda se la fondazione fosse lo strumento giusto l’84% ha detto sì. Quindi la creazione di questa fondazione è stata effettivamente una risposta a un bisogno che c’era, che la popolazione aziendale percepiva…

Anche nell’impegno sociale c’è un’attenzione alla transizione: mitigate le emissioni di Co2 delle vostre attività con l’acquisto di carbon credit. 

Tutte le attività delle organizzazioni, quindi anche quelle del mondo filantropico, hanno impatti ambientali. Con la loro misurazione contribuiamo ad una riflessione su questi temi, a cominciare dalle persone che lavorano in fondazione. 

Dove vi aspettate che sia la Fondazione fra cinque anni? 

Questo è l’anno zero della fondazione, spero che i progetti in partenza diano risultati e producano impatti, al punto da essere generativi. Per questo, tutte le cose che stiamo iniziando a fare hanno una vista di tre anni. Per quanto riguarda invece la squadra della fondazione, siamo partiti con sette persone già interne al gruppo  e una dotazione di un milione di euro. 

Tre esempi di partnership creatività

L’energia insegnata ai cittadini di domani 

È un progetto che la Fondazione realizza con Giffoni Innovation Hub, spin-off di Giffoni Experience (già Giffoni Film Festival). Coinvolgerà il prossimo anno scolastico ben 2mila studenti e 600 insegnanti, per far capire loro l’importanza dell’energia e di un suo uso consapevole. Obiettivo: parlare di energia coi più piccoli, attraverso varie discipline e generando impatto positivo. La prima fase, ascolto di docenti ambassador attraverso focus-group a distanza, si è appena conclusa.

Un incontro di Giffoni Innovation Hub

Contro la povertà energetica, su soli 

Realizzare tre Comunità Energetiche Rinnovabili solidali – Cers nel Sud della Sardegna è il cuore del progetto principale della Fondazione sulla povertà energetica. Il partner è sperimentato: l’impresa sociale Fratello Sole che sta lavorando sul campo e ha già firmato un primo accordo di collaborazione con l’Arcidiocesi di Cagliari e Confcooperative Sardegna.

Un intervento di Fratello sole

Inclusione, grazie all’Economia circolare

La società benefit pistoiese Fody Fabrics è una startup innovativa che, dando lavoro anche a persone con disabilità, trasforma vestiario usato e scarti della produzione tessile in coperte “salvavita”. Il progetto che Fondazione Terna ha avviato con Fody darà, attraverso un trattamento particolare, una “seconda vita” a vestiario aziendale di Terna, realizzato in materiali speciali, per poi donarli a persone in povertà estrema. Un’idea dove l’economia circolare, l’inclusione e la lotta alle diseguaglianze si incrociano.

Lavoratori di Fody Fabrics, nel laboratorio di Pistoia

Tutte le foto sono dell’ufficio stampa di Fondazione Terna.

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