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Economia e Società civile

Buone notizie se la banca cerca i volontari

Il terzo gruppo bancario d'Italia, con una robusta tradizione cooperativa alle spalle, Bper Banca, annuncia la nascita di una unit dedicata al Terzo settore. Una doppia buona nuova: più servizi per le associazioni ma anche un'analisi, a monte, che vede prospettiva per lo sviluppo di questo pezzo di economia

di Giampaolo Cerri

Ci siamo preoccupati per il calo dei volontari certificato recentemente dall’Istat (e che affrontiamo con VITA appena uscito), ci siamo un po’ arrabbiati per i troppi enti esclusi dal 5×1000 perché non avevano ancora aderito al Registro unico del Terzo settore, abbiamo raccntato, non senza un filo di preoccupazione, di come molte ex-onlus, oggi Ets, rischino di pagare il conto salato dell’Irap dalle quali erano esentate, perché le Regioni si sono dimenticate di aggiornare la legislazione e i benefici relativi. Insomma noi di VITA e quelli che, in generale, hanno a cuore la causa del non profit del Bel Paese, che ne conoscono e ne apprezzano il lavoro, abbiamo inanellato negli ultimi mesi più di una notizia preoccupante. 

Buone notizie. In banca

Con lo stesso realismo però dobbiamo registrare le buone notizie. Come quella dell’altro ieri che proviene dall’Emilia profonda, Modena, e riguarda una storica realtà del mondo cooperativo e delle banche popolari, oggi il terzo gruppo italiano quotato in Borsa, ha annunciato la creazione di una nuova struttura pensata per il Terzo settore. Stiamo parlando di quella che una volta era la Banca popolare dell’Emilia-Romagna, oggi Bper Banca. Stiamo parlando di una realtà che, a livello gruppo, significa 1.800 filiali in quasi tutte le regioni italiane, significa 22 mila dipendenti e significa più di 5 milioni di clienti.

L’altro ieri da Modena, da dove tutto è cominciato nel 1867, in un cammino che ha visto allargare la storia e la rete a tantissime “popolari” in giro per l’Italia, da Lanciano e Sulmona (Chieti) al Materano, da Aprilia (Lt) all’Irpina, passando per la Calabria e arrivando col nuovo secolo in Sardegna, con le acquisizioni pesanti di Banco di Sardegna e Banco di Sassari, l’altro ieri da Modena, dicevamo, hanno comunicato la nascita di “Bper Bene Comune”, «una struttura», spiega una nota, «in grado di offrire specifiche competenze, servizi e relazioni dedicati al sociale ed alle istituzioni».

Attenzione e servizi per la societò civile

Spiegano dal quartier generale  che «la creazione di “Bper Bene Comune” risponde a una richiesta crescente di sostegno e specializzazione da parte degli enti pubblici centrali e locali, e delle organizzazioni della società civile, e attua un potenziamento della dimensione ‘Social’, nell’ambito della strategia Esg di Bper Banca».

Nello specifico, per il Terzo Settore sono disponibili nuove linee di conti correnti per gli enti iscritti al Runts, per enti religiosi, imprese sociali, organizzazioni non-profit, «oltre a finanziamenti e anticipazioni a valere sui fondi 8×1000, 5×1000 e da bandi, e a soluzioni assicurative dedicate». 

Una scelta – la creazione di una struttura dedicata significa sempre investimento in risorse umane, delicatissimo in tempi in cui, in ogni grande realtà vige un’attenzione, giustamente scrupolosa, “talebana” talvolta, al controllo dei costi – che è chiaramente indice di una valutazione positiva del settore, della sua salute e delle sue prospettive. Oltretutto in un mercato che vede già la prima banca del Paese, vale a dire Intesa Sanpaolo, presente con una importante divisione dedicata all’impatto, quella nata dal progetto visionario di Banca Prossima, e le diverse famiglie di Credito cooperativo, storicamente vicine al mondo associativo.

La presidente: così siamo più “sociali” 

«L’attenzione ai temi di responsabilità sociale d’impresa è uno dei punti fondamentali del nostro Piano Industriale», conferma la presidente Flavia Mazzarella (foto), «e Bper Bene Comune potenzia la dimensione ‘social’, in ambito Esg, grazie a relazioni dedicate al Terzo Settore e alla Pubblica amministrazione e specifici servizi che confermano il nostro impegno crescente in tal senso».

Le fa eco Stefano Vittorio Kuhn, chief retail & commercial banking officer: «Con la nascita di questa struttura, la cui attività è destinata a crescere sempre più nel tempo», spiega, «interveniamo nel solco dei principi dell’economia civile, con un impegno a offrire servizi sempre più ampi e di qualità ai soggetti di tale importante target di mercato. Siamo sicuri di ottenere importanti risultati».

La foto in apertura è di Sara Sonnessa/LaPresse 


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