Lavoro

Caregiver, il mutuo aiuto comincia in azienda

Teva, la multinazionale dei farmaci equivalenti, introduce una nuova policy interna per i dipendenti che assistono persone care, per un migliore bilanciamento tra responsabilità professionali e personali. E con i "Circoli della cura" fare community

di Alessio Nisi

caregiver
credit Ufficio Stampa Teva Italia

Da questo mese i dipendenti di Teva Italia, azienda attiva nel settore farmaceutico, che assistono i propri familiari, potranno beneficiare di un livello maggiore di flessibilità sugli orari e sulle modalità lavorative, con un migliore bilanciamento tra le proprie responsabilità professionali e quelle personali. È quanto prevede “Ci prendiamo cura”, la nuova linea di condotta interna (policy, in linguaggio tecnico) dedicata ai caregiver familiari, quei dipendenti che usufruiscono (o che hanno un familiare di primo grado che usufruisce) della legge 104, o che per un periodo temporaneo o indeterminato assistono un familiare di primo grado per malattia, infortunio o disabilità.

Più sostegno e flessibilità

Ebbene, potranno contare: su 5 giorni aggiuntivi di permesso retribuito all’anno, con possibilità di usufruirne anche ad ore, su 24 giorni aggiuntivi di hybrid working all’anno, usufruibili per un massimo di 2 giorni aggiuntivi al mese (per i ruoli elegibili all’hybrid working), e sulle cosiddette “Ferie solidali”, il meccanismo di donazione da parte di colleghi del maturato delle proprie ferie a titolo volontario e gratuito. 

Siamo consapevoli del valore e dell’impegno dei caregiver familiari e riteniamo che questa nuova policy rifletta il nostro impegno a sostenerli nel loro importante ruolo

Rossana Cantu, senior director Hr Cluster Teva Italia, Malta e Grecia

Lavoro sostenibile

La nuova policy si aggiunge ad altri programmi di salute e sicurezza sul lavoro e alle attività di supporto per il benessere fisico e mentale dei dipendenti come l’hybrid working (due giorni a settimana e ulteriori 24 all’anno per i genitori di bambini fino ai 14 anni) che Teva Italia ha introdotto nel corso degli ultimi anni per promuovere una nuova concezione di lavoro sostenibile basata sul work-life balance. Rendere l’ambiente lavorativo più inclusivo, diversificato e rispettoso, e favorire lo sviluppo di un’offerta di benessere aziendale focalizzata sulle reali necessità dei dipendenti, è, sottolinea Rossana Cantu, senior director Hr Cluster Italia, Malta e Grecia, «per Teva Italia di fondamentale importanza. Lo testimonia anche il fatto che in Teva Italia la parità di genere è raggiunta sia nei livelli manageriali più alti che a livello di tutti i people manager». 

La community Circle of Care

L’azienda ha lanciato al proprio interno anche “Circle of Care”, community  che mette in contatto tutti i caregiver e si propone come spazio di confronto e condivisione delle esperienze dei dipendenti che ricoprono questo ruolo. Tra le altre iniziative, la società fornisce informazioni e supporto a chi si trova ad affrontare questo incarico.

12 milioni di caregiver

Teva Italia è tra le prime aziende farmaceutiche in Italia a introdurre nelle sue politiche di inclusione il dipendente caregiver. Questa figura ha un ruolo fondamentale in Italia e e ha un impatto sulla società sempre più significativo: già nel 2018 la fotografia scattata dall’Istat indicava la presenza in Italia di oltre 12 milioni di caregiver. 

Chi sono i caregiver familiari

I caregiver familiari sono quelle persone che si prendono cura di familiari malati, anziani o con disabilità, fornendo assistenza e supporto nelle attività quotidiane. Questo ruolo è spesso svolto da coniugi, figli o parenti stretti, che dedicano una parte considerevole del loro tempo e delle loro energie all’assistenza e al benessere dei loro cari. Una responsabilità che può comprendere la cura personale, l’assistenza medica, la gestione delle terapie, l’aiuto nelle attività domestiche e molte altre sfide quotidiane. In Italia, manca ancora una legge organica sul caregiver familiare, nonostante sia in discussione da anni. Il riconoscimento di questa figura è subordinato al riconoscimento della disabilità della persona assistita. A oggi l principale riferimento normativo è rappresentato dalla legge 104 (legge 5 febbraio 1992).


Scegli la rivista
dell’innovazione sociale



Sostieni VITA e aiuta a
supportare la nostra missione


Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.