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Lo studio

Casa e giovani, l’abitare si fa collaborativo

Secondo un rapporto di Fondazione G. Feltrinelli, realizzato col coordinamento di Fondazione Housing sociale e con il supporto di Fondazione Cariplo, il 41%, dei giovani guarda con interesse a modalità abitative in condivisione

di Alessio Nisi

abitare

Un nuovo modo di abitare, basato sulla condivisione e la solidarietà tra abitanti e vicini di casa. Ma soprattutto che permette di risparmiare sui costi. L’abitare collaborativo consente ai giovani di sentirsi parte di una comunità, anche se si è arrivati da poco in città e consiste nell’impegnare alcune ore della settimana in attività che valorizzano le competenze e gli interessi dei giovani e che sono utili alla vita del quartiere: pranzi sociali, corsi, assistenza compiti per ragazzi, cura dell’orto. Di fatto si tratta di un vero e proprio ecosistema territoriale di accoglienza, in cui è centrale la solidarietà tra vicini di casa (una necessità soprattutto per gli anziani). Ecco, l’abitare collaborativo e più in generale l’abitare fluidossono al centro di Collaborare e abitare. Il diritto alla casa nelle metropoli per le nuove generazioni, rapporto di Fondazione G. Feltrinelli, realizzato con il coordinamento di Fondazione Housing sociale e il supporto di Fondazione Cariplo, a cura di Silvia Cafora (Politecnico di Torino). 

Un dato su tutti? Il 41%, dei giovani, oggi, guarda con interesse a modalità abitative collaborative.

Abitare fluido

Il 50% degli intervistati ha cambiato la città di residenza negli ultimi dieci anni, il 70% almeno una volta nella vita, di qui l’idea di fluidità. Il il 32% valuterebbe la possibilità di vivere in una casa in affitto con un progetto collaborativo mentre il 38% in una casa di proprietà, con un progetto collaborativo. 

La casa ideale è un progetto flessibile

Il rapporto (realizzato su un campione di 500 giovani, il 62% donne e il 38% uomini, per l’86% nati in Italia da famiglie italiane, in affitto e di età compresa tra i 23 e i 40 anni) è già stato presentato presso la sede dell’Ordine degli architetti ppc a Milano ed è in programma un altro appuntamento previsto il 30 maggio presso Urban lab a Torino. 

L’indagine è stata rivolta direttamente ai giovani attraverso un questionario, somministrato nelle principali città italiane, e due workshop, svolti uno a Torino e uno a Milano. La survey ha tracciato la condizione attuale ed evidenziato un mutamento nelle esigenze abitative giovanili. I workshop hanno, invece, consentito di delineare le caratteristiche di una casa ideale che per molti giovani non è più un’entità statica, ma un progetto flessibile capace di adattarsi alle diverse fasi ed esigenze della vita

Il punto sull’abitare

Il suo obiettivo? Esplorare l’attuale situazione abitativa e le eventuali cause di disagio e insoddisfazione che dalla stessa situazione abitativa derivano. L’indagine ha consentito di valutare il ruolo giocato dal lavoro nella scelta del luogo in cui vivere, di indagare l’immaginario dei giovani relativamente alla casa e l’importanza attribuita alla presenza e alla qualità di specifiche caratteristiche, misurando il loro grado di interesse verso modelli abitativi alternativi, basati su coabitazione, condivisione degli spazi e collaborazione tra le persone. 

4 giovani su 10 scelgono l’affitto

Lo studio evidenzia come le tendenze di mobilità giovanile in Italia sia crescente: aumenta infatti la maggioranza di soggetti che preferiscono vivere in affitto anziché possedere la casa, soprattutto a causa della precarietà economica e lavorativa che incide nella scelta di affitto per il 42%. Fino a pochi decenni fa le persone abitavano una o due case in tutta la vita, quella della famiglia di origine e quella della famiglia di destinazione. Oggi pensare che si possa cambiare modo di abitare in relazione alle diverse fasi della vita non è più così eccezionale. 

Le esigenze insoddisfatte

La ricerca consente anche di indagare quali siano le aspettative delle giovani generazioni, per individuare nuove prospettive attraverso le quali riconsiderare il tema “casa” anche alla luce dei bisogni insoddisfatti: il 40% dei giovani non sono soddisfatti gli impianti, il 37% dell’arredamento e dalla luminosità, mentre il 30% trova inadeguata la suddivisione degli spazi. In generale, il 62% degli intervistati ritiene che l’abitazione in cui vive non sia adatta allo studio e al lavoro da casa.

In apertura foto di Kenny Eliason per Unsplash


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