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Arte&Salute

“Cercando il cuore”, tra emozioni, trapianti e organi artificiali

La storia dei trapianti e l'importanza della ricerca e della donazione degli organi raccontata dal linguaggio dall'arte e attraverso le testimonianze dei pazienti. L'esposizione a Palazzo delle Albere a Trento è promossa da Muse, Mart e Aido Vallagarina

di Nicla Panciera

Tradizionalmente considerato la sede delle nostre emozioni, in contrapposizione al cervello dove troviamo il ragionamento, il cuore è un organo che forse più di altri si presta a diventare oggetto di un dialogo tra arte e scienza. Per questo, per sensibilizzare sul tema delle malattie cardiache, sul ruolo centrale della ricerca clinica e sulla necessità di donare gli organi, è stata ideata una mostra, aperta a Trento fino a domenica 11 febbraio. La mostra è intitolata “Cercando il cuore”, è stata ideata dal cardiochirurgo Gino Gerosa, direttore della Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedale Università di Padova, insieme alla psicologa clinica Biancarosa Volpe dell’Università degli studi di Padova, ed è promossa dal Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto Mart, dal Museo delle scienze Muse e dalla sezione Aido “Alessandro Ricchi” Vallagarina.

«Quello tra arte e scienza è un connubio perfetto, anche perché il benessere mentale regalato dall’arte ha ripercussioni importanti sulla salute fisica» ci spiega Gerosa. L’esposizione, che è allestita a Trento al Palazzo delle Albere, contiene opere di Alberto Biasi, Giancarlo Signoretto, Agnese Tegon e Biancarosa Volpe, ma anche dei video in cui i pazienti raccontano i loro pensieri, le loro emozioni e i loro sogni. Tra le testimonianze, anche quella di Pietro Zorzetto, cui nel 2007 è stato impiantato il primo cuore artificiale (in foto) proprio da Gerosa il 6 dicembre 2007. Il paziente è stato, dopo quattro anni, sottoposto a trapianto di cuore il 9 settembre 2011; è il paziente che più a lungo ha vissuto con un cuore artificiale e oggi sta bene.

Padova ha visto la nascita dell’era trapiantologica e ne è stata protagonista. Qui, è stato eseguito il primo trapianto di cuore umano in Italia nel 1985, il primo trapianto artificiale nel 2007, fino all’eccezionale trapianto di un cuore che aveva smesso di battere da 20 minuti è stato eseguito nell’Azienda ospedaliera di Padova 15 maggio 2023.

Primo cuore artificiale totale, modello Syncarida, impiantato in Italia a Padova il 6 dicembre 2007 dal cardiochirurgo Gerosa
Primo cuore artificiale totale, modello Syncarida, impiantato in Italia a Padova il 6 dicembre 2007 dal cardiochirurgo Gerosa

«Analogamente a quanto avviene nel resto del mondo, anche in Italia le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte, per un totale di circa 230.000 decessi/anno. Il gold standard del trattamento per lo scompenso cardiaco terminale è il trapianto di cuore. In Italia, ogni anno, ci sono più di 700 pazienti iscritte/i in lista d’attesa. Di loro, meno del 30% riceverà un organo, con un tempo medio di permanenza in lista d’attesa di 3.7 anni» spiega Gino Gerosa. Si tratta quindi di un appello alla donazione degli organi, sempre meno rispetto rispetto ai pazienti in attesa. Ma anche del riconoscimento del prezioso lavoro della ricerca clinica: «La nostra medicina rigenerativa è al lavoro per trovare soluzioni alternative al cuore proveniente da donazione. Le linee di ricerca sono principalmente due: da un lato, rimpolpare con cellule del ricevente un cuore di suino decellularizzato e, dall’altro, arrivare a un cuore artificiale meccanico che però risponda a dei requisiti ben precisi: silenzioso e biocompatibile, di dimensioni ridotte e che non sia da ponte al trapianto ma una sua alternativa, e per il quale sono allo studio anche diverse modalità di alimentazione».

The Ghost Heart, opera di Giancarlo Signoretto, maestro vetraio, e Agnese Tegon, prima giovane donna veneziana in fornace a Murano dopo mille anni di storia

Alchimia tra pazienti e clinici

L’esposizione prende avvio con l’opera “Karsu” di Biancarosa Volpe, nella quale il Bō, il tradizionale bastone da combattimento giapponese, diventa un’asta nelle mani del cardiochirurgo-samurai che cura e trasforma il cuore del paziente. Questo lavoro racconta un’esperienza speciale vissuta in cardiochirurgia: la nascita di una straordinaria alchimia tra le pazienti e i pazienti, le/i samurai cardiochirurghi e le emozioni. Il cuore all’apice di ogni totem è un cuore anatomico per cardiochirurgo ma il paziente diventa emblema di significati profondi legati alla trasformazione della propria esistenza conseguente alla malattia e al trapianto.

L’ 11 febbraio 2024, in occasione della Giornata mondiale del malato, si terrà il finissage della mostra con una speciale visita guidata con il curatore Gino Gerosa e le testimonianze di alcune persone trapiantate.

Foto in alto: un particolare dell’installazione Karsu di Biancarosa Volpe


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