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#COP28

Clima, per 9 italiani su 10 a rischio la salute del Pianeta

È quanto emerge da "Africa e salute: l’opinione degli italiani”, ricerca realizzata da Ipsos per Amref Italia, in occasione della Cop28. Le cause del cambiamento climatico mettono molto a rischio la salute dei cittadini di tutto il mondo per il 69% degli italiani intervistati, consapevoli per il 68% che in particolare i cittadini africani sono quelli più a rischio

di Alessio Nisi

clima

Per l’89% degli italiani il cambiamento climatico è grave minaccia per il mondo intero. Una consapevolezza radicata in 9 italiani su 10 se si fa riferimento alla salute globale del pianeta. Le cause del cambiamento climatico mettono molto a rischio la salute dei cittadini di tutto il mondo per il 69% degli italiani intervistati, consapevoli per il 68% che in particolare i cittadini africani sono quelli più a rischio.

Sono alcuni dei dati emersi da “Africa e salute: l’opinione degli italiani”, ricerca realizzata da Ipsos (l’indagine è stata condotta tra il 5 e il 9 ottobre 2023 su un campione di 800 casi rappresentativi della popolazione italiana) per Amref Italia, per indagare la percezione degli italiani rispetto al cambiamento climatico e al suo impatto sulla salute in Africa e nel mondo.

Dallo studio emerge la consapevolezza per il 68% degli intervistati che i problemi sanitari non hanno confini e che i paesi a medio e alto reddito dovrebbero contribuire di più per cercare di tutelare la salute dei paesi a basso reddito. Non ci sono barriere al punto che, per l’84% degli italiani, sostenere la salute dei paesi a basso reddito si traduce, indirettamente, nel sostegno della nostra salute.

Dove concentrare gli aiuti

Secondo il report, in tema di problemi sanitari in Africa, abbiamo anche consapevolezza sul dove concentrare gli aiuti: sulla malnutrizione (63%), sull’accesso garantito ai servizi e alle strutture sanitarie (47%) e sulla prevenzione delle emergenze sanitarie (43%).

Amref

Health day a Cop28

L’indagine è stata realizzata in vista del primo Health day all’interno di Cop28 (in programma a Dubai il 3 dicembre), che vedrà la partecipazione dei Ministri della Salute di tutto il Mmondo per parlare del tema della salute globale in relazione ai cambiamenti climatici e a cui Amref sarà presente come portavoce delle istanze del continente africano. 

L’approccio One Health. In particolare, in occasione della Conferenza regionale sul cambiamento climatico e la salute, tenutasi ad agosto in Malawi, Amref ha condiviso insieme ad altre realtà impegnate nel continente una posizione comune dell’Africa su climate change e salute globale capace di sfruttare il potenziale dell’approccio One health. Il modello integra diversi aspetti: salute umana, salute ambientale e salute animale. La maggior parte dei problemi, secondo One health, ha origine nell’interfaccia uomo-animale-ambiente ed è nella stessa interfaccia che è possibile trovare le soluzioni. Nessuna disciplina scientifica e nessun Paese dispone delle conoscenze e delle risorse sufficienti per affrontare singolarmente le problematiche emergenti della salute. È necessario quindi un investimento e uno sforzo collettivo per sviluppare conoscenze e competenze. One health propone un approccio collaborativo tra diverse discipline professionali, per raggiungere una condizione di salute ottimale e integrata di persone, animali e ambiente. Ebbene, questa proposta, efficace per favorire l’adattamento e il rafforzamento dei sistemi sanitari africani, sarà riportata da Amref all’Health day di Cop28.

Il dovere di rispondere

«Abbiamo il dovere di rispondere a chi dice che è troppo tardi per fare qualcosa. È vero, la salute del pianeta è a rischio. A minacciarla il cambiamento climatico e l’insorgenza di nuove malattie infettive» sostiene il direttore di Amref Italia, Guglielmo Micucci. Negli ultimi dieci anni secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, spiega, «si è avuto un aumento del 63% delle malattie infettive trasmesse tra animali e uomini».

In attesa di scoprire le nuove frontiere dell’intelligenza artificiale, questi dati ci indicano che dobbiamo fidarci della comunità scientifica, che ci dice che la salute dell’uomo non può più prescindere dalla salute dell’ambiente e degli animali

Guglielmo Micucci – direttore di Amref Italia

Il caso malaria

Micucci cita ad esempio la malaria, «che, a causa del cambiamento climatico, potrebbe intensificarsi e riemergere in regioni dove era stata eliminata. Il 96% dei decessi per malaria nel 2021 si è avuto in Africa, l’80% di essi erano bambini. Di fronte a malattie attuali e alla minaccia di quelle future abbiamo il dovere di credere che non sia mai troppo tardi. Per questo l’operato di Amref sarà quello di portare a Cop28 le istanze dell’Africa e, in Italia, ribadire che salute e ambiente non possono più viaggiare su percorsi separati. Ribadire che è falso e dannoso pensare che la salute dell’uomo venga prima di tutto e sopra a tutto. Che esiste una sola salute e che essa non guarda nemmeno ai confini».

Ondate di calore e innalzamento delle temperature

Lo studio di Ipsos su come percepiamo il cambiamento climatico e il suo impatto sulla salute in Africa e nel mondo ci dice anche che cresce la consapevolezza sul come si presenta il cambiamento climatico. La manifestazione del cambiamento climatico che avrà le peggiori conseguenze nel nostro pianeta, secondo gli intervistati, è rappresentata dall’aumento delle ondate di calore e innalzamento delle temperature (46%). Questa preoccupazione riversata sul nostro Paese l’anno scorso era 12 punti percentuali in meno.

Al secondo posto, tra le minacce per il pianeta, l’aumento della siccità e la diminuzione della disponibilità di acqua (44%) e a seguire la diminuzione della disponibilità di cibo dovuta agli impatti sull’agricoltura (37%) e l’aumento delle alluvioni (33%).

La percezione delle responsabilità e i rassegnati

Anche sulle responsabilità e sulle problematiche che provocano il cambiamento climatico abbiamo le idee chiare: per l’86% degli intervistati sono associate alla diretta attività umana, che rischia di essere andata troppo oltre e per cui oggi la popolazione mondiale si ritrova a pagare le conseguenze del non avere messo in atto soluzioni efficaci e tempestive per affrontare per tempo il cambiamento climatico. Dalla percezione al che fare, emerge un dato: 6 persone su 10 credono che sia ormai troppo tardi per attuare misure risolutive per il climate change. Mentre 1 su 3 (il 33%) è convinto che in merito al cambiamento climatico ci sia un allarmismo esagerato e la situazione non sia così grave.

Le minacce percepite

Per i partecipanti all’indagine, le principali minacce percepite per la salute dei cittadini europei sono rappresentate da malattie croniche (45%), crisi economica (33%) e solo il 26% da effetti del cambiamento climatico.

Le principali minacce percepite invece per la salute dei cittadini africani sono rappresentate dalle malattie infettive (56% di cui solo il 7% è rappresentato dalla pandemia Covid19), dalle condizioni di vita (52%) e dalla scarsa disponibilità di strutture e operatori sanitari (41%).

In apertura e nel testo foto di Steve Kagia per Amref Health Africa. Le altre immagini sono da “Africa e salute: l’opinione degli italiani”, ricerca realizzata da Ipsos per Amref Italia


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