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Fondazioni bancarie

Compagnia di San Paolo, un modello “ibrido” da 8,4 miliardi

Il presidente Francesco Profumo ha presentato i risultati della Fondazione al termine dei suoi otto anni di mandato. Con un patrimonio solido e in crescita, l’ente filantropico punta a moltiplicare l’impatto sociale dei suoi progetti, bilanciando azioni erogative ad altre di gestione diretta dei progetti. Nel 2024 previsti interventi per 170 milioni

di Nicola Varcasia

Per conoscere il nuovo presidente si dovrà attendere aprile. Nel frattempo, Francesco Profumo, presidente in carica della fondazione Compagnia di San Paolo giunto al termine del suo doppio mandato, ha presentato, assieme a uno sguardo su quanto realizzato dalla Compagnia nell’ultimo triennio, qualche indicazione – come si suol dire – di metodo, per affrontare il futuro con una “precisa idea di fondazione”. Un futuro che, almeno a livello di guide apicali, riguarderà presto anche Acri – l’organizzazione che rappresenta collettivamente le Fondazioni di origine bancaria e le Casse di risparmio di cui lo stesso Profumo è presidente prossimo alla conclusione del mandato.

Oltre ottomila progetti

I numeri in questo caso sono tutt’altro che “freddi”: 710 milioni di euro di erogazioni negli ultimi quattro anni con un impatto sul territorio stimabile in più di 3,5 miliardi di euro: laleva, ovvero il moltiplicatore, è stimata tra 4.1 e 5.7 ed è stata calcolata – lo ha precisato il segretario – con una media tra alcuni sistemi di misurazione dell’impatto sociale. È un indicatore interessante, anche se non ritenuto oggettivo che mostra potenzialità ed effetti della filantropia. Considerando gli ultimi otto anni, si arriva a oltre 1,3 miliardi di euro erogati a favore di 8.454 iniziative, mentre, guardando all’anno appena trascorso, sono oltre 193 i milioni di euro erogati nel 2023 per la realizzazione e lo sviluppo di 1.241 iniziative. Sono invece 170 i milioni di euro previsti per le erogazioni e le iniziative comuni per il 2024: a beneficiare, le realtà sociali e culturali che operano nel territorio di elezione della Compagnia, dato da Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.

Cassetta degli attezzi

Le riflessioni di Profumo hanno toccato vari aspetti dell’azione delle fondazioni di origine bancaria: , chiamate a scegliere se rimanere enti puramente erogativi o anche di gestione: «Se rifletto su questi ultimi otto anni, mi rendo conto di come l’operato della Compagnia sia andato modificandosi con l’intento di interpretare e cercare di fornire delle risposte ai cambiamenti della società. Pensiamo al modello di “fondazione ibrida”, che bilancia cioè, dove è necessario, azioni erogative e di gestione diretta o di accompagnamento dei progetti; al significato che abbiamo voluto dare all’impatto e alla leva, cioè all’attrazione, messa in comune e moltiplicazione delle risorse; al capacity building e all’asset building; alla arricchita “cassetta degli attrezzi”. Per ogni nostro nuovo modo di operare abbiamo sempre utilizzato un unico metodo: progettare, sperimentare, misurare e valutare i risultati per decidere se gli obiettivi che ci eravamo posti erano stati raggiunti o meno. Così, ogni volta che siamo stati attivi nella tutela dei più poveri e deprivati, abbiamo contemporaneamente lavorato perché le organizzazioni del Terzo settore crescessero in competenza e abilità gestionale e programmatoria; o quando abbiamo sostenuto la ricerca scientifica e tecnologica, lo abbiamo fatto orientandolo a concrete risposte ai bisogni delle persone. Lo sviluppo senza umanità è inutile e l’umanità senza sviluppo si ripiega tristemente su sé medesima, senza margine di manovra per contrastare l’esclusione e la diseguaglianza».

Risposte flessibili

Guardando al 2024, Alberto Anfossi ha precisato che la quota complessiva di 170 milioni di euro di erogazioni sarà suddivisa tra 36 milioni per cultura, 44 milioni per pianeta, 52 milioni per  – si tratta delle tre macro aree d’azione della Compagnia – e almeno 35 milioni per altre iniziative, tra le quali il progetto Città dell’educazione. «La lungimiranza, l’attitudine al rischio e l’intenzionalità sono caratteristiche dell’impatto, insieme all’addizionalità e alla misurabilità rappresentano modalità di approccio che una grande fondazione deve mettere in atto nella selezione dei progetti. Le sfide da affrontare negli ultimi anni sono state certamente impegnative, ma anche stimolanti e la nostra Fondazione ha contribuito cercando di massimizzare il ruolo che enti filantropici come il nostro possono svolgere in situazioni di welfare territoriale, come sempre più sono i cambiamenti sociali che ci troviamo ad affrontare.  Come ente filantropico abbiamo la possibilità di essere flessibili nell’uso delle risorse, di guardare con tempi più lunghi e infine di mettere in campo strumenti ibridi (contributi, investimenti, competenze): il nostro ruolo è quello di operare in un’ottica di sussidiarietà orizzontale e reticolare. Oltre a generare impatto sociale, le azioni della Compagnia sono pensate per favorire effetti duraturi di efficienza e di sostenibilità per gli enti beneficiari, ha aggiunto Profumo.

A chi erogare

I binari predisposti dalla fondazione Compagnia di San Paolo corrispondono alle opzioni di una fondazione che ha mezzi importanti ma che non può coprire l’insieme dei bisogni e delle proposte che riceve. L’unico modo onesto per affrontare questo problema di “eccesso di domanda” è chiarire con una certa precisione agli stakeholder quali sono le opzioni che la Compagnia fa proprie, le dimensioni di “bene comune” che intende presidiare.  Nel gennaio 2025, una volta insediati i nuovi organi, il nuovo piano strategico coprirà la consiliatura successiva. Fiducia per guardare al futuro c’è, anche tornando ai (non) freddi numeri: a disposizione ci sono 8,4 miliardi di euro di valore di mercato complessivo del portafoglio delle attività finanziarie della Compagnia.

Foto in apertura di Fabio Fistarol su Unsplash


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