Rinnovabili
Comunità energetiche, a un passo dal via
Mentre alla Cop28 di Dubai gli Stati di tutto il mondo sono impegnati nei negoziati per il clima, in Italia c'è un grande fermento dal basso per la creazione delle Comunità energetiche rinnovabili, all'indomani dell'approvazione degli aiuti statali da parte della Commissione Ue. Con impianti fino a 1 MW, i gruppi di autoconsumo avranno bisogno di una gestione imprenditoriale capace di coniugare dimensione economica e sociale: per Legacoop il modello cooperativo è quello più adatto
C’è grande attesa per l’entrata in vigore della norma sulle Comunità energetiche rinnovabili – Cer: dalla capitale ai piccoli paesi delle aree interne, sono centinaia le realtà che dal Nord al Sud si stanno preparando ad attaccare la spina e condividere l’energia prodotta dal sole e dal vento. Dopo mesi di negoziazioni, a fine novembre, finalmente la Commissione Ue ha approvato il decreto italiano che prevede aiuti per 5,7 miliardi di euro, in parte dal Pnrr, a sostegno della produzione e autoconsumo delle rinnovabili fino a 1 MW di potenza per singolo impianto. Servono ancora alcuni passaggi burocratici, ma l’entrata in vigore è prevista per l’inizio del prossimo anno: sarà un ulteriore passo verso la decarbonizzazione. Ne potranno beneficiare le Comunità energetiche, soggetti giuridici che danno ai cittadini, alle piccole imprese e alle autorità locali la possibilità di produrre, gestire e consumare la propria energia. Tra le città, Roma è quella che più di tutte ha lavorato per preparare il terreno alle nuove Cer: quindici, una per Municipio, sono già pronte a partire.
«Come Legacoop, negli scorsi mesi abbiamo lanciato la piattaforma www.respira.coop, che dà la possibilità di accedere a finanziamenti e consulenza, e abbiamo incontrato oltre un centinaio di gruppi che si potrebbero costituire in altrettante Cer, – dice Giorgio Nanni, dell’Ufficio Ambiente ed Energia di Legacoop. – Siamo convinti che un modello molto efficace e adatto per amministrare una Cer sia proprio quello cooperativo, con la sua capacità imprenditoriale, necessaria per gestire un capitale significativo, coniugata all’attenzione per lo sviluppo sociale ed economico dei territori».
La norma transitoria, in vigore dal 2020, ha già permesso la creazione di 104 tra gruppi di autoconsumo (74) e Comunità energetiche (30), riconosciute dal Gestore servizi energetici – Gse, la società controllata dal Ministero dell’economia e finanze, con impianti fino a 200 KW collegati a cabina secondaria. «Con il passaggio alle cabine primarie, i Point of delivery – Pod della direttiva, si farà riferimento a un territorio più vasto e nasceranno molte nuove opportunità, – spiega Dario Tamburrano, che, da europarlamentare, ha contribuito alla stesura della norma Ue sulle Comunità energetiche rinnovabili nella scorsa legislatura. – Ma servirà un vero e proprio cambiamento culturale. Le persone dovranno abituarsi a un modello di consumo diverso, basato sulla produzione locale, con benefici enormi. Eppure, lo racconto sempre, è stato più facile scrivere una norma che mettesse d’accordo 28 Paesi (prima di Brexit), che convincere gli inquilini del mio condominio a puntare sulle rinnovabili. C’è un grande lavoro di informazione e comunicazione da fare».
Allargando l’area in cui si possono costituire le Cer a quella corrispondente alla cabina primaria, si augura Tamburrano, «sarà più facile far partire nuove realtà di autoproduzione e il loro esempio positivo potrà fare da traino anche per i più reticenti». Da tempo Legambiente è attiva su tutto il territorio nazionale per promuovere la nascita di Comunità energetiche rinnovabili e solidali – Cers, da sviluppare nei contesti sociali e ambientali più difficili, per la lotta alla povertà energetica. Vengono promossi incontri di formazione e autoformazione, per attivare percorsi di partecipazione attiva e innovazione sociale, dalle città ai piccoli paesi delle aree interne. La prima Cers del Sud è nata a Napoli, nel quartiere di San Giovanni a Teduccio. Vita lo ha raccontato qui: https://www.vita.it/storie-e-persone/a-napoli-est-la-comunita-energetica-e-anche-solidale/.
Foto di Justin Lim su Unsplash
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