Ue

Conferenza europea sull’economia sociale: ecco come è andata

Il resoconto del summit di San Sebastian firmato dal presidente di Cecop-Cicopa, la confederazione europea delle cooperative industriali di servizi e delle cooperative sociali

di Giuseppe Guerini

“Economia sociale: persone, pianeta, azione” è il titolo della Conferenza europea, organizzata dal Ministero spagnolo del Lavoro e dell’Economia Sociale nel quadro della Presidenza spagnola del Consiglio dell’Unione Europea, in collaborazione con Commissione Europea, Cese e molte reti delle organizzazioni europee dell’economia sociale. 

Nei due giorni di lavori, che si sono svolti nella città di Donostia-San Sebastian, sono interventi più di 600 partecipanti, e un significativo numero di rappresentanti di alto livello di diverse istituzioni internazionali, dall’Ilo all’Ocse, dai Sindaci e esponenti di Autonomie Locali e regionali di diversi Paesi e naturalmente molti rappresentanti dell’Unione Europea e degli Stati membri, tra cui il commissario europeo per l’occupazione e i diritti sociali, Nicolas Schmit. Importante la presenza di ministri e segretari di Stato: a cominciare dal rappresentate del governo spagnolo Joaquín Pérez, segretario di stato per l’occupazione e l’economia sociale e poi  Ivanka Shalapatova, ministra del Lavoro e delle politiche sociali della Bulgaria; Georges Engel, ministro del Lavoro del Lussemburgo ; la segretaria di Stato rumeno per l’occupazione e la solidarietà sociale Madalin Cristian Vasilescu; Sven Giegold, segretario di Stato presso il Ministero tedesco per gli affari economici e l’azione per il clima e per finire, Maxime Baduel, delegato ministeriale per l’Ess (European Social Survey), Francia. Tutti hanno firmato, a conclusione dell’evento, il Manifesto di San Sebastian, che ha visto 19 Paesi firmatari, tra cui anche l’Italia, che era rappresentata da Alessandro Lombardi della Direzione Generale del Terzo Settore e della responsabilità sociale delle imprese del Ministero del Lavoro.  

La conferenza è stata un’occasione importante per ricordare la necessità di ottenere un maggiore riconoscimento dal parte delle istituzioni e dei governi, come del resto propone  la recente Raccomandazione adottata dal Consiglio Europeo, che ricorda come l’economia sociale sia un ecosistema che offre l’opportunità di creare lavoro dignitoso, genera coesione territoriale e sociale, promuove l’uguaglianza e la redistribuzione dei benefici creati da un economia che effettivamente funziona per le persone e le comunità locali. 


Scegli la rivista
dell’innovazione sociale



Sostieni VITA e aiuta a
supportare la nostra missione


Nella conferenza, da più parti, è anche stato richiamata la funzione fondamentale per la difesa della democrazia. Significativo un passaggio dell’intervento del Commissario Nicolas Schmit che ha affermato: Non avrei mai creduto che un giorno avrei avuto paura per il futuro della democrazia in Europa”, aggiungendo che “una società in cui le persone si sentono abbandonate e perse, e hanno la sensazione di essere lasciate indietro, è una società in cui la democrazia è in pericolo.”

Per questo è importante che Commissione e Consiglio europeo abbiano inserito l’economia sociale nell’agenda politica europea e questo tempo rappresenta un’opportunità unica per consolidare il modello di sviluppo e d’impresa che rappresenta lo strumento migliore per combattere la crisi climatica, le disuguaglianze e l’erosione della democrazia. 

Non soltanto l’Europa ma anche le istituzioni internazionali erano presenti alla Conferenza, ed in particolare, la vicedirettrice generale per il lavoro e la protezione sociale presso l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo), Mia Seppo, ha richiamato l’importanza della risoluzione delle Nazioni Unite ed in particolare la a risoluzione dell’Ilo sul lavoro dignitoso e sull’Ess adottata nel 2022. 

Tra i numerosi Sindaci di grandi città presenti alla conferenza Ricardo Río, sindaco di Braga e membro del Comitato europeo delle regioni, ha l’economia sociale fornisce posti di lavoro e servizi e contribuisce alla coesione sociale nelle comunità locali. Questa dimensione comunitaria e territoriale dell’economia sociale meriterebbe, sempre secondo il Sindaco di Braga maggiore sostegno anche dai fondi europei e dai programmi di investimento, che  devono essere accessibili agli attori dell’economia sociale e per le amministrazioni locali. 

Dalla rappresentante del parlamento europeo, Katrin Langensiepen, è stato sottolineato che servirebbe migliorare le norme sugli aiuti di Stato per sostenere l’innovazione sociale.

Dal Comitato Economico Sociale Europeo (Cese), presente alla conferenza con una folta delegazione guidata dal presidente Oliver Röpke,  è arrivata la sottolineatura sulla consistenza e forza delle imprese dell’economia sociale e sul ruolo centrale che esse possono svolgere un ruolo decisivo per fare in modo che la transizione verde e digitale che sia anche giusta e inclusiva. 

La plenaria di apertura è stata seguita da cinque workshop che hanno esplorato diversi argomenti rilevanti per gli attori dell’economia sociale. 

Il primo workshop si è concentrato sul miglioramento delle competenze e sulla riqualificazione sul posto di lavoro. Il panel ha discusso dell’importanza di tenere conto delle specificità dell’economia sociale quando si tratta di mercato del lavoro, inclusione sociale, formazione e sviluppo di capacità. I relatori hanno inoltre esplorato le implicazioni del Patto dell’UE per le competenze, un modello di impegno condiviso per lo sviluppo delle competenze in Europa e hanno evidenziato alcune delle maggiori sfide quando si tenta di attuare tali iniziative, come l’accesso ai finanziamenti o la navigazione tra le molteplici piattaforme e strumenti disponibili.

Il secondo workshop ha esplorato come guidare la transizione verde e digitale dell’economia sociale. Le misure suggerite per sostenere le imprese nella loro transizione includono lo sviluppo di capacità, la fornitura di finanziamenti e assistenza non finanziaria alle PMI, l’impegno in collaborazioni transnazionali, la formazione di cluster e la collaborazione tra nazioni. La Commissione europea intende sviluppare una piattaforma collaborativa per riunire tutte le iniziative e facilitare un’ulteriore collaborazione.

Il terzo workshop ha trattato il tema della crescita dell’economia sociale attraverso l’innovazione, l’accesso ai finanziamenti e l’accesso ai mercati compreso i mercati dei capitali.

Dal quarto workshop, dedicato a economia sociale e giovani, è emerso che il ricambio generazionale rappresenta una sfida per molti enti dell’economia sociale, ma ha anche evidenziato la necessità di dare ai giovani, ma anche donne e minoranze, uno spazio significativo e reale, nei tavoli di decisione, più che nei comitati o gruppi “riservati” che possono essere utili, ma spesso rischiano di essere un modo per trovare una collocazione “in un angolo del tavolo” e non nel cuore del potere.

Infine il quinto workshop si e occupato di visibilità dell’economia sociale, per la quale servirebbe allineare le strategie nazionali ed europee, anche valorizzando ulteriormente le conferenze  collegate alle presidenze di turno dell’Unione Europea, per continuare la diffusione di un messaggio coerente e una definizione di economia sociale sempre più consolidata. 

Volendo fare un sintesi, che vada oltre la dimensione celebrativa che inevitabilmente ha occupato molto spazio negli interventi, sono emerse anche alcune aree importanti su cui lavorare per migliorare, non solo la dimensione delle policy pubbliche, ma per far crescere le imprese e gli enti dell’economia sociale: prima di tutto la necessità di continuare ad investire sulle competenze; aumentare la capacità di produrre dati, statistiche per misurare e valutare gli impatti creati;  molto da fare resta anche per il migliorare l’uguaglianza di genere, poiché seppure è vero che i dati attuali suggeriscono che il settore ha una forte partecipazione e leadership delle donne nel settore sociale, educativo e sanitario, non altrettanto in settori come la vendita al dettaglio, la finanza o l’agricoltura, l’industria. 

Proprio l’industria in forma di impresa sociale è stata la principale protagonista delle visite alle imprese cooperative basche, tra cui il Centro di ricerca e sviluppo cooperativo di Ikerlan, fondato nel 1974 dalla Mondragon Corporation per fornire servizi di ricerca, studio innovazione alle cooperative membri del gruppo. Fino al 1982, Ikerlan forniva servizi solo alle cooperative Mondragon. Oggi il 50% dei clienti e delle cooperative e l’altra metà sono aziende esterne. Ikerlan è cresciuta fino a diventare un pioniere dell’innovazione nella robotica, nell’elettronica, nell’intelligenza artificiale e nella digitalizzazione. La cooperativa è membro della Mondragon Corporation e della Basque Research and Technology Alliance (Brta). Con un reddito di 28 milioni di euro, Ikerlan investe 1,7 milioni di euro nella formazione degli studenti. Il Digital Lab di Ikerlan è il laboratorio di tecnologia digitale più avanzato in Spagna e un brevetto di innovazione su quattro nei Paesi Baschi ha il marchio Mondragon. Il Gruppo cooperativo più noto vanta dati molti rilevanti, nel contesto industriale: un’auto su 10 è dotata di componenti Mondragon, il 60% dei treni del mondo circola con parti realizzate da macchine Mondragon e oltre un terzo dei pannelli solari europei sono realizzati utilizzando la tecnologia Mondragon. 

Le visite non hanno riguardato soltanto Mondragon e non solo cooperative, ma anche imprese sociali come il gruppo Guerak, una grandissima impresa di inserimento lavorativo che occupa più di 5.900 lavoratrici e lavoratori, di cui più di 4.900 sono persone con situazioni di svantaggio, che genera un fatturato di oltre 210 milioni di euro.  Un’impresa sociale da cui anche molte cooperative sociali di inserimento lavorativo italiane potrebbero imparare molto. 

Nella seconda giornata, due aspetti meritano di essere sottolineati, oltre alla cerimonia di firma del Manifesto di San Sebastian: l’impegno della Commissione Europea da un lato e l’interesse verso l’economia sociale delle amministrazioni locali. 

Da parte della Commissione Europea, è stata ribadita l’importanza della Raccomandazione agli Stati membri e appare particolarmente importante il richiamo alla necessità di migliorare l’accesso degli enti dell’economia sociale ai mercati pubblici. Considerato che gli appalti pubblici rappresentano il 14% del Pil dell’Ue, servirà continuare ad esplorare come promuovere appalti socialmente responsabili.  Altrettanto importanti sono gli impegni che la Raccomandazione richiede rispetto alla normativa sugli aiuti di stato e in tema di fiscalità: a tale proposito rimando alla lettura dei due working document che la Commissione Europea a realizzato per analizzare lo stato dell’arte in tema di tassazione dell’economia sociale.

La volontà di riconoscere il ruolo dell’economia sociale nella “nuova agenda urbana” è stato richiamato dai diversi sindaci intervenuti da Eneko Goia, sindaco di San Sebastian ad Ana Umbelino, presidente della Rete europea delle città e delle regioni per l’economia sociale; da Pierre Hurmic, sindaco di Bordeaux e presidente del Global Social Economy Forum ad Antoine Dubois, responsabile dell’ESS presso la città di Strasburgo. Tutti hanno sottolineato il ruolo dell’economia sociale nel coinvolgere i cittadini, in particolare quando si sviluppa una pianificazione strategica che si concretizza in documenti orientati all’azione. Il sindaco di Bordeaux ha affermato che nella su città il 10% dell’occupazione totale è in enti dell’economia sociale, che a metropoli sostiene con stanziando 750.000 euro in sussidi diretti agli attori dell’economia sociale nel 2023 nell’ambito di un piano che prevede questo livello di investimento annuale fino al 2026. 

La conferenza si è conclusa con la firma del Manifesto di San Sebastian. Oltre alla Spagna, a Social Economy Europe e al Comitato economico e sociale europeo, il manifesto è stato firmato da Germania, Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Francia, Grecia, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, nonché il Comitato economico sociale europeo (CESE), il Comitato delle regioni e Social Economy Europe.

In fine appuntamento per tutti a Liegi, il 12 e 13 Febbraio per la conferenza sull’economia sociale sotto l’egida della presidenza di turno del Consiglio europeo che dal 1 gennaio sarà in capo al Belgio. 

foto: Legacoop

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.