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Coop, la lotta allo spreco che ricrea valore

In oltre vent’anni, il progetto Buon fine ha perfezionato il sistema di donazione dei prodotti invenduti a fini di solidarietà sociale. Ne parliamo con Carmela Favarulo di Ancc-Coop. E, assieme a tanti approfondimenti, anche nel nuovo numero della rivista

di Nicola Varcasia

Donare i prodotti invenduti a fini di solidarietà sociale. Per rispondere ai bisogni delle persone più fragili dei territori in cui si opera. Questo è l’impegno di Coop che, solo nel 2022, ha consentito di recuperare in 653 punti vendita ben 5.442 tonnellate di prodotti alimentari, per un valore di 29,3 milioni di euro, che sono state donate a 842 enti impegnati nelle comunità locali, pari a 10,8 milioni di pasti. A dare forma alle tante azioni di Coop sul tema antispreco, da vent’anni, è il progetto nazionale Buon fine. Dopo averlo anticipato sul magazine di dicembre gennaio, dedicato alla Social food economy, ne ripercorriamo storia e significato con Carmela Favarulo del settore politiche sociali di Ancc-Coop.

Quando è nato il progetto?

Buon fine ha mosso i primi passi con l’entrata in vigore della Legge del Buon samaritano del 2003, pietra miliare in materia di donazione di alimenti e sviluppatosi negli anni successivi con varie esperienze guida che sono state a loro volta un contributo importante per arrivare alla Legge 166 del 2016, che ha sistematizzato il settore della donazione e distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi. 

Le eccedenze alimentari restano un problema annoso?

Per quanto la Cooperativa punti a ottimizzare la gestione, migliorando l’efficienza dei processi e riducendo i costi, si generano comunque volumi importanti di merce invendibile.

Come è noto, questo è anche il risultato degli alti standard di servizio stabiliti per soci e consumatori, che vanno dalla disponibilità dei prodotti sino al momento della chiusura al ritiro dalla vendita della merce prima della data di scadenza, senza dimenticare i difetti esterni nella confezione o nell’immagine.

Da qui la destinazione sociale importante in cui incanalare questi prodotti?

Il progetto si è consolidato proprio per rispondere all’esigenza di valorizzare le eccedenze trasformando i prodotti invendibili o invenduti in un atto concreto e visibile di solidarietà.

Carmela Favarulo del settore politiche sociali di Ancc-Coop

È un sistema virtuoso, che incrocia l’offerta potenziale dei prodotti scartati, ma ancora consumabili, con la domanda delle associazioni caritative che si occupano di persone indigenti. Ma gli effetti di questo sistema sono molteplici.

È il tema dell’economia circolare?

Dopo tanti anni di funzionamento e perfezionamento, si può affermare che con questo sistema si genera un’azione di sviluppo locale auto-sostenibile anche dal punto di vista ambientale, con il contenimento dei rifiuti ed economico, con l’eliminazione dei costi di trasporto per lo smaltimento dei rifiuti stessi e la riduzione dei costi di acquisto di cibo da parte delle associazioni che così possono dare risposta ad altri bisogni.  

Chi sono i soggetti coinvolti per realizzare concretamente le donazioni?

Praticamente tutti, a partire dai dipendenti Coop che organizzano e gestiscono le diverse fasi della donazione. Sono, infatti, responsabili dell’individuazione degli spazi fisici da allestire per il recupero, della selezione degli articoli idonei per queste finalità e del trasporto nei magazzini di raccolta dove sono smistati, selezionati e pronti per essere ritirati dai volontari delle associazioni.

Quale il ruolo dei soci Coop?

È importantissimo, parliamo di donne e uomini che lavorano volontariamente per individuare e rimanere in relazione con gli altri protagonisti di questa catena solidale del valore: gli enti pubblici e le associazioni con le quali si stipulano accordi per aiutare le persone bisognose.

Sono proprio i soci a impegnarsi nella gestione trasparente di queste fasi, anche con verifiche periodiche dell’operato delle stesse organizzazioni, oltre che ad organizzare iniziative di promozione esterne.

Come conservate i prodotti destinati all’uso sociale?

I prodotti sono contabilizzati, raccolti e conservati in spazi appositi e contenitori dedicati gestiti dalle Cooperative nella rete di vendita.

Di quali prodotti parliamo?

Mediamente, i prodotti destinati alle donazioni per il canale “super” provengono per il 44% dal reparto fresco o banchi serviti, il 14% da generi vari, il 22% dall’ortofrutta e il 20% da libero servizio. Il canale “iper” conta il 53% dei prodotti dal reparto fresco e banchi serviti, l’8% generi vari, mentre l’ortofrutta è al 22% e il libero servizio al 17%.

Donate solo alimenti?

Alle donazioni di prodotti alimentari freschi e freschissimi, confezionati e prodotti per l’infanzia, negli ultimi anni si sono aggiunte quelle per gli animali i prodotti non alimentari per l’igiene della casa e della persona, la parafarmacia.

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Foto in apertura dal sito Coop Alleanza 3.0


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