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Educazione finanziara, portiamola a scuola

Dopo il lancio dell’edizione 2023 del “Mese dell’educazione finanziaria”, il Comitato Edufin pubblica il rapporto sui temi finanziari, assicurativi e previdenziali svolta in collaborazione con Bva Doxa

di Marco Marcocci

Una cosa è certa: la strada intrapresa dal disegno di legge “Competitività dei capitali”’ che vuole introdurre l’educazione finanziaria nei programmi scolastici deve essere proseguita senza indugi.

Anche questo emerge dal prezioso Rapporto Edufin 2023 dal titolo “Educazione Finanziaria: iniziamo dalla scuola”, fresco di stampa, realizzato dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria in collaborazione con Bva Doxa, giunto alla quarta edizione.

A scuola, a scuola!

A volere l’educazione finanziaria sui banchi scolastici è il 90,8% degli intervistati, il 2% in più rispetto a quanto emerse nel rapporto del 2022, ed è largamente diffusa la convinzione che, anche grazie alla scuola, si potranno trarre vantaggi in termini di future scelte di risparmio, investimento, assicurative e previdenziali.

In aumento, sempre di due punti percentuali, anche la schiera di coloro che ritengono utile introdurre l’educazione finanziaria nei luoghi ricreativi come cinema e teatri, mentre rimane stazionario ma elevato (otto intervistati su 10) il numero di coloro che la vorrebbero nei luoghi di lavoro.

Altro fattore incoraggiante restituito dall’indagine è quello che riguarda il tempo che gli italiani trascorrono a pensare sulle questioni finanziarie personali che è mediamente 6,3 ore alla settimana ed è in aumento rispetto al report del 2022. Tra l’altro, a conferma di quanto l’educazione finanziaria sul posto di lavoro sia utile, si evidenzia che più della metà di tale tempo (3,4 ore a settimana) avviene sul luogo di lavoro.

A proposito del tempo trascorso a riflettere sui problemi legati alle finanze personale ed a come risolverli, chi vi dedica tempo sono i gruppi più vulnerabili (donne, giovani, poco istruiti, redditi bassi) ed in generale chi possiede un basso livello di conoscenze finanziarie.

Finaziariamente ignoranti quattro famiglie su 10

Purtroppo, dal report emerge anche che le conoscenze finanziarie, assicurative e previdenziali continuano ad essere basse nella popolazione e meno della metà (44,3%) dei decisori economici delle famiglie italiane conosce tre concetti di base di finanza. Tale percentuale si riduce notevolmente tra coloro con redditi bassi, tra le donne ed i residenti al Sud.

Permane basso (5,68 su scala 1-10) il grado di soddisfazione medio delle famiglie per propria situazione economico-finanziaria che comunque rimane in linea con le rilevazioni degli anni precedenti (5,74 nel 2022; 5,87 nel 2021; 5,59 nel 2020) e sono le donne ad essere meno soddisfatte degli uomini. Tra l’altro i livelli di soddisfazione inferiori si registrano tra gli individui con basso reddito e con livelli inferiori di istruzione.

Il Mese dell’educazione finanziaria, che il prossimo ottobre festeggerà il sesto compleanno, così come il Comitato e la Strategia nazionale sono sempre più conosciuti tra la popolazione, specie tra i giovani a cui il Mese dedica molteplici iniziative in ambito scolastico.

Semmai ve ne fosse stato bisogno, il report ribadisce l’importanza di socializzare i concetti finanziari così da permettere a chiunque di acquisirli e comprenderli e questo, come recita la Strategia nazionale, è indispensabile «perché ciascuno possa costruire un futuro sereno e sicuro».

La foto in apertura è di Mathieu Stern su Unsplash

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