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Sostenibilità sociale e ambientale

Eni, verso il futuro green con le rinnovabili e le comunità energetiche

Nelle ultime settimane il price cap stabilito in sede europea sembra aver messo un primo argine al caro energia, almeno sotto il fronte del gas. Ma la situazione è in continua evoluzione e occorre maturare uno sguardo di medio e lungo termine per comprendere come riorganizzare il sistema energetico del nostro Paese e non solo. Lo tracciamo con Alessandro Della Zoppa, head of renewables di Eni Plenitude

di Nicola Varcasia

Il processo di crescita delle rinnovabili richiederà anni, ma la strada è tracciata. C’è del sano realismo nelle parole di Alessandro Della Zoppa, Head of Renewables di Eni Plenitude, la società benefit del gruppo Eni che fornisce elettricità e gas a dieci milioni di clienti e che si occupa di integrare la produzione da rinnovabili, la vendita di energia ai clienti finali e un’ampia rete di punti di ricarica per veicoli elettrici. Realismo che, quindi, non va confuso con mancanza di idee chiare su quale sarà il modo per ridurre la dipendenza energetica dell’Europa, anche al di là dell’emergenza attuale e della pur importante decisione che ha portato all’introduzione del price cap sul prezzo del gas.

Della Zoppa, di fronte alla crisi energetica attuale le fonti rinnovabili possono crescere da subito per fronteggiarla?

Negli ultimi anni, la penetrazione sempre crescente delle energie rinnovabili, principalmente solare ed eolico, è stata favorita dall'evoluzione tecnologica e dalle economie di scala, che hanno reso le energie rinnovabili competitive rispetto ad altre fonti energetiche. Di fronte all’attuale crisi, abbiamo cominciato ad apprezzare anche un’altra caratteristica delle rinnovabili: sono produzioni nazionali, che riducono la dipendenza energetica dell’Europa dai paesi terzi. Tuttavia il processo di crescita delle rinnovabili richiede tempo, anni.

Quai sono le tempistiche più probabili?

Se guardiamo ai problemi di questo inverno, è chiaro che non possiamo costruire in pochi mesi un numero di impianti rinnovabili sufficienti a soddisfare la domanda di energia. Non per questo dobbiamo fermarci: l’Europa ha riconosciuto che si tratta di un processo virtuoso, perché le energie rinnovabili hanno un costo basso, perché ci rendono più indipendenti e soprattutto perché ci aiutano a combattere il cambiamento climatico, anche in questi momenti di crisi. Attraverso l’iniziativa “RePower EU”, la Commissione Europea ha invitato i paesi membri ad accelerare la crescita nelle energie rinnovabili, evitando lungaggini burocratiche nelle fasi autorizzative e quindi il rallentamento nell’utilizzo di queste importanti risorse.

Qual è il vostro impegno e obiettivo come Eni Plenitude?

Innanzitutto, Plenitude è la società benefit, controllata al 100% da Eni, presente sul mercato con un modello di business che integra la produzione da rinnovabili, la vendita di energia ai clienti finali e un’ampia rete di punti di ricarica per veicoli elettrici. Plenitude vuole essere l’avamposto della strategia di decarbonizzazione di Eni, con l’obiettivo di contribuire quindi al percorso di transizione energetica intrapreso da Eni, di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2040 e di fornire il 100% di energia decarbonizzata a tutti i clienti.

In che modo?

In particolare Plenitude, che fornisce energia elettrica e gas a circa 10 milioni di clienti, sta perseguendo una strategia di crescita accelerata nella generazione da fonti rinnovabili, che ci ha portato a moltiplicare per sette la nostra capacità produttiva negli ultimi due anni: dai 300 Mega watt del 2020 agli oltre 2000 Mw che raggiungeremo alla fine di quest’anno, con l’obiettivo di raggiungere oltre 6 Giga watt entro il 2025 e oltre 15 GW entro il 2030.

L’elettrificazione riguarderà anche il settore delle auto e della mobilità: come state lavorando in questo campo?

Nel settore della mobilità elettrica, attraverso la controllata Be Charge, Plenitude possiede una rete di oltre nove mila e cinquecento punti di ricarica che sarà ampliata, sia in Italia che in Europa, con circa trenta mila punti di ricarica previsti entro il 2025. Siamo poi leader in Italia nella generazione distribuita da impianti fotovoltaici di piccola taglia grazie a Evolvere, società acquisita nel 2020. Last but not least, come accennavamo prima, siamo una società benefit, cioè una società che ha deciso di integrare, all’interno del proprio statuto, accanto agli obiettivi di profitto, anche quello di avere un impatto positivo sulle persone, le comunità e l’ambiente. Vuol dire creare valore condiviso non solo per gli azionisti, ma anche per la collettività. Tutto ciò in linea con la nostra strategia di sostenibilità che si fonda su cinque pilastri ben precisi che fanno riferimento ai 17 obiettivi delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile: clima ed emissioni, sostenibilità di business, persone, comunità e governance.

Che ruolo avranno le comunità energetiche nel nostro sistema? Voi avete progetti specifici in merito?

Le Comunità energetiche rinnovabili (Cer) hanno un ruolo fondamentale, sia da un punto di vista della generazione di energia da fonti rinnovabili, sia dal punto di vista sociale. Le Cer, infatti, sono forme associative tra soggetti prosumer, che immettono energia in rete, e soggetti consumer, che prelevano energia dalla rete nel momento in cui la stessa energia è generata dai prosumer, andando a consumare la cosiddetta “energia condivisa”, creando quindi benefici economici e ambientali. Quindi le Cer rientrano pienamente nel modello di business di Plenitude: rappresentano infatti un’evoluzione della generazione distribuita per cui abbiamo sviluppato un’ampia esperienza grazie agli oltre sette mila impianti fotovoltaici residenziali e industriali installati e oltre tredici mila impianti gestiti.

Dunque le considerate un punto strategico per lo sviluppo sostenibile?

Vogliamo giocare un ruolo fondamentale nello sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili e ci stiamo già attrezzando per partire in Italia e a seguire all’estero.


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