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Brianza

Eravamo quattro amici al bar e oggi siamo otto cooperative

Sono circa 200 le persone impegnate con Ex.it, il consorzio che riunisce realtà attive nel campo dell’housing sociale, dell’abitare, del lavoro, della cura della persona… In un incontro con l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, la volontà di guardare avanti, rispondendo ai bisogni emergenti con il desiderio di accogliere le nuove generazioni

di Antonietta Nembri

Dal bar dell’oratorio a un consorzio che racchiude otto cooperative sociali e impegna circa 200 persone. È questa in sintesi la storia di Ex.it, realtà brianzola che in poco più di quarant’anni è cresciuta cercando di rispondere ai bisogni che man mano emergevano e che in un recente incontro con l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, non solo si è raccontata, ma ha voluto guardare avanti. 

Dalle origini in oratorio al consorzio

«Eravamo quattro amici al bar che volevano cambiare il mondo…cantava Gino Paoli», così si sono definiti i fondatori di questa realtà per raccontare la nascita della Cooperativa edilizia dalla quale sarebbero nate, negli anni successivi, tutte le altre realtà che oggi compongono il Consorzio: cooperative sociali impegnate nella cura delle persone, di adolescenti, anziani, richiedenti asilo; detenuti e nell’attenzione ai più fragili nei loro bisogni di accoglienza, di casa, di servizi quotidiani come il trasporto o un asilo nido. Il tutto nato da un gruppo di educatori e amici dell’oratorio di San Donato di Monza.

Se la prima emergenza affrontata è stata l’abitare la seconda è stata quella del lavoro. Tra le cooperative del consorzio, infatti, una in particolare si occupa del lavoro in carcere, in particolare a Monza e a Bollate dove viene gestita la lavanderia industriale interna a ciascun carcere che occupa una quindicina di persone detenute, un’altra cooperativa Il Ponte, invece, fa inserimenti lavorativi di persone con fragilità occupandosi del verde e del trasporto. 

Cascina Cantalupo e l’housing sociale

L’housing sociale e l’abitare sono una delle caratteristiche originarie e non è un caso che l’incontro con l’arcivescovo Delpini si sia tenuto alla Residenza Cantalupo, luogo di accoglienza per studenti, lavoratori, parenti di persone in cura negli ospedali della zona che sorge dietro la Cascina omonima dedicata invece ad accogliere donne sole con figli minori che necessitano di sostegno e di un luogo protetto per recuperare la propria autonomia. 

Non mancano poi le attività a favore dei giovani, dall’educativa di strada ai Cag e fino al progetto Spazio3 nato dalla collaborazione tra il Consorizio Ex.it e Fondazione Exodus.


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Nel salone accanto ai giovani di quarant’anni fa che hanno dato origine alla costruzione di questa realtà solidale, anche diversi giovani, la nuova generazione intenzionata a proseguire nel percorso seguendo due direzioni: «il desiderio di comunità» e la necessità di «riempire di senso il lavoro, ogni nostro lavoro». 

«​​Il nostro compito non può ridursi solo alla ricerca del modo più economico per tamponare i bisogni che da più parti ci vengono presentati. Serve una direzione, un senso appunto», hanno spiegato. Sottolineando: «pensiamo che il richiamo costante al senso sia la fedeltà alla scelta originaria che ci ha fatto muovere i primi passi». 

Un momento dell’incontro tra l’arcivescovo Delpini e i soci del consorzio Ex.it

I cinque pensieri dell’arcivescovo Delpini

L’arcivescovo di Milano ha voluto affidare ai soci delle cooperative e a tutti i presenti cinque pensieri. «Il primo è il metodo del metro quadrato» ha detto Delpini «è quello che mi permette di fare il bene possibile in modo realistico». Ha poi invitato a «guardare il cielo perché la povertà e i bisogni inducono a una frenesia di iniziative che fa sì che il cielo possa sembrare non esistere», mentre ha ricordato «i quattro ragazzi dell’oratorio erano persuasi che per curare la terra occorresse imparare a pregare, a guardare in alto». 

La terza suggestione è stato l’invito a coltivare la «stima per ciascuno. Ogni persona ha qualcosa da dare, un frammento di bellezza e verità da dare agli altri». Monsignor Delpini ha poi invitato a custodire la parola “Alleanza” sostenendo il valore del fare rete nei territori.
Infine l’ultima parola consegnata ai membri del consorzio Ex.it è stata “lungimiranza”. «Occorre guardare avanti verso il futuro, puntare a un ricambio generazionale così che l’opera iniziata possa proseguire con altri, coltivando uno sguardo profetico», ha concluso l’arcivescovo di Milano.

Nell’immagine in apertura vecchi e nuovi responsabili delle cooperative e del consorzio con l’arcivescovo di Milano
Da sx: Claudio Illarietti, presidente Coop sociale Monza 2000 e presidente consorzio Ex.it; ⁠Virginio Brivio ed ⁠Eugenio Bosisio, due dei fondatori;  ⁠monsignor Provasi, arciprete di Monza;  ⁠Marco Brivio, presidente Coop sociale 2000;  ⁠don Enrico Marelli; l’arcivescovo Mario Delpini; ⁠Maurizio Beghin, fondatore e presidente Coop edilizia San Donato casa; ⁠Franco Oggioni, fondatore; ⁠Lucia Oggioni, membro del Cda Coop Monza 2000 e resp. comunicazione


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