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Tre italiani su quattro non conoscono la finanza green

È uno dei dati eclatanti della ricerca Eures su sostenibilità ed economia circolare. Tra giovani e famiglie emerge la mancanza di servizi e conoscenze adeguate che le renderebbero più virtuose, oltre che nella gestione dei risparmi, anche su rifiuti, spreco alimentare, packaging e mobilità. La sostenibilità si sta infatti affermando come un criterio che orienta i comportamenti quotidiani

di Nicola Varcasia

Tra i giovani e le famiglie con figli c’è una nuova cultura della sostenibilità e del valore dell’economia circolare. Otto italiani su dieci considerano inoltre la sostenibilità ambientale un criterio di scelta nei comportamenti quotidiani, mentre ritengono che le questioni legate al cambiamento climatico e all’economia circolare siano una vera emergenza e che il livello di attenzione mostrato dalle istituzioni verso queste tematiche negli ultimi dieci anni sia insufficiente. Mancano servizi e infrastrutture adeguate, c’è scarsa disponibilità e trasparenza sui costi che il consumatore è chiamata a sostenere per adeguare i propri comportamenti. Per questo è importante rendere trasparente e puntuale l’informazione su questi temi così ingaggianti.

Nuovo impegno

In sintesi, questo è quanto emerge da una corposa indagine condotta dall’istituto Eures per conto di cinque associazioni per la difesa dei consumatori – Adoc, Cittadinanzattiva, Federconsumatori, Udicon e Unc – che così commentano i dati: «Fare la raccolta differenziata, spostarsi a piedi, non sprecare cibo, preferire packaging sostenibili e investire secondo criteri etici, sociali e ambientali non sono solo comportamenti virtuosi, ma veri e propri stili di vita, che i consumatori italiani adottano – o vorrebbero adottare – sempre più, per contribuire in modo significativo alla sostenibilità del nostro Paese.

Emerge una nuova consapevolezza sui temi della sostenibilità

Rispondere a questa crescente esigenza dei consumatori richiede un impegno forte da parte del Governo per accelerare il cambiamento e agevolare la transizione verso modelli di consumo più sostenibili, adottando un approccio sia top down che bottom up: un approccio integrato, che coinvol- ga sia le Istituzioni e la politica che i singoli consumatori al fine di rimuovere le criticità e affrontare efficacemente le sfide ambientali attuali».

Gestione rifiuti

La prima delle cinque aree tematiche considerate dalla ricerca riguarda la gestione dei rifiuti: l’89,5% delle famiglie dichiara di differenziare correttamente i rifiuti (sempre o spesso). Ad ostacolare maggiormente il corretto conferimento sono la scarsa chiarezza sulla composizione/materiali degli imballaggi (55,7%), l’inadeguata gestione del servizio di raccolta e gestione dei rifiuti (52,4%, che raggiunge il 64,9% al centro, scendendo al 39,1% al nord) e la mancanza di infrastrutture adeguate (49,4%, che sale al 57,3% al centro, contro il 40,6% al nord). Per incentivare il corretto smaltimento dei rifiuti il 62,4% delle famiglie chiede di aumentare i vantaggi in bolletta per le famiglie virtuose.

Nel centro Italia si producono più rifiuti urbani

Da notare come le criticità relative alla gestione del servizio, alla mancanza di infrastrutture e di incentivi premianti siano riferite principalmente nelle aree del centro e del sud, nelle quali i costi del servizio a carico delle famiglie sono mediamente più alti (sud 372 €/anno; centro 332 €/anno; nord 281 €/anno, secondo i  dati di Cittadinanzattiva).

Mobilità sostenibile

Il livello di attenzione verso la mobilità sostenibile, seconda area tematica, risulta più elevato al nord (53,2%) e, soprattutto, tra le famiglie giovani (55,9%) tanto da ridursi al valore minimo di 42,2% tra le famiglie anziane. I comportamenti “sostenibili” più diffusi sono quello di spostarsi a piedi laddove possibile (68,2%) e di adottare uno stile di guida efficiente (60,2%). A limitare maggiormente una mobilità “sostenibile” sono fattori strutturali, quali l’offerta di trasporti pubblici inadeguata (78,8%), la necessità di effettuare quotidianamente spostamenti lunghi nel minor tempo possibile (76%), i tempi più lunghi per gli spostamenti con i mezzi pubblici, in bicicletta o a piedi (75,5%) e la mancanza di infra- strutture e servizi adeguati (71,1%). 

Senza mezzi pubblici non c’è mobilità sostenibile

Proprio in relazione a quest’ultimo dato, la principale “soluzione”, indicata dal 63,5% delle famiglie è quella di rendere più efficiente il trasporto pubblico locale (76,3% tra le famiglie del centro Italia) e per il 59,7% di aumentare i finanziamenti per l’acquisto di mezzi a basso impatto ambientale.

Spreco alimentare

Per quanto riguarda la terza area, nel 2022, la quantità di cibo sprecato in Italia è stata pari a 140 kg pro capite, rispetto alla media europea di 131 kg. Lo spreco deriva per il 76% (107 kg) dal consumo domestico e la restante parte dalla produzione primaria di alimenti, prodotti alimentari e bevande, vendita al dettaglio e ristoranti. Le famiglie intervistate stimano di sprecare mediamente il 10,1% del cibo acquistato.

E’ il consumo domestico non la filiera a determinare il maggior spreco alimentare in Italia

Ad ostacolare maggiormente l’adozione di comportamenti alimentari sostenibili sono soprattutto i prezzi. Soltanto un terzo delle famiglie invece acquista regolarmente prodotti “etici” e “sostenibili” (33,9%) o dona cibo in eccesso a familiari, amici, vicini, persone bisognose (33,3%). I principali interventi per sostenere la diffusione di comportamenti alimentari sostenibili sono indicati nella riduzione/azzeramento delle imposte sui prodotti sostenibili (57,2%) e nella scontistica sui prodotti vicini alla scadenza (48,5%).

Confezioni intelligenti

Un quarto delle famiglie italiane intervistate (24,2%) dichiara di non avere alcuna conoscenza del packaging sostenibile e della diminuzione delle quantità di cibo presente nelle confezioni (shrinkflation): soltanto il 29,9% afferma di avere una conoscenza esatta di questi temi. Coerentemente, soltanto una minoranza delle famiglie intervistate adotta regolarmente i diversi comportamenti “sostenibili” al riguardo. Tre le soluzioni proposte: ridurre la tassazione sui prodotti con etichettatura green/con marchio Ecolabel (46,7%); realizzare campagne di informazione, comunicazione e formazione (45,7%); aumentare i finanziamenti e gli incentivi fiscali per le aziende che realizzano imballaggi “intelligenti” e/o sostenibili (43,7%).

Investimenti green

Soltanto un quarto degli intervistati si dice informato (il 26,3%), mentre il 22,7% non ha alcuna conoscenza degli investimenti green e della finanza sostenibile in termini sociali e ambientali (27,8% tra gli anziani). Tra gli ostacoli al primo posto si colloca la scarsa promozione delle banche a vendere/sponsorizzare tali prodotti (76,1%) o comunque l’assenza di grandi gruppi bancari attenti al tema della finanza sostenibile (71,8%), associata alla scarsa conoscenza di questa opportunità (73,9%). Per incentivare la scelta verso gli investimenti green il 46,1% delle famiglie riterrebbe utile la realizzazione di campagne di comunicazione, formazione e informazione attraverso mass media ed eventi e il 39,9% nelle scuole e nei luoghi di lavoro.

Criteri dell’indagine

La ricerca è stata svolta in tutta Italia su un campione di 1.118 famiglie per scattare una fotografia dei comportamenti di tre fasce di persone: giovani single o coppie o altri nuclei conviventi senza figli (età 18-39 anni), coppie giovani o adulte con figli, famiglie di anziani (soli o coppie di anziani). Le scelte e i comportamenti degli individui e delle famiglie sono stati analizzati alla luce della diversa gestione e disponibilità di tempo e risorse economiche, complessivamente correlati alle diverse fasi della vita e ai differenti contesti familiari. 

Image by Christel da Pixabay


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