Quale sviluppo?

Europa, sostenibilità: Commissione rimandata al 21 settembre

L’indagine del difensore civico, Teresa Anjinho, ha dato due mesi per rispondere ai tanti rilievi mossi sulle modalità frettolose e non conformi con cui Bruxelles ha ingranato la retromarcia sulle norme di responsabilità sociale e ambientale. Mancherebbero la valutazione d'impatto e della coerenza climatica

di Nicola Varcasia

A Bruxelles qualcuno non molla. L’indagine sulle modalità con cui la Commissione europea ha preparato il pacchetto Omnibus per semplificare le norme sulla rendicontazione della sostenibilità per le imprese è da tempo sotto la lente della mediatrice europea, Teresa Anjinho. Urgono da parte della Commissione spiegazioni dettagliate sul perché le procedure previste dalle norme interne non sono state effettuate nell’iter di approvazione.

In ascolto

È un discorso tecnico, che proviene da un organo che esercita una moral suasion e non ha potere di bloccare i lavori delle istituzioni. Ma, come VITA ha già rilevato, sono le istituzioni stesse che l’hanno voluto per offrire una garanzia di trasparenza ulteriore ai cittadini su come si decidono provvedimenti che impattano la vita di tutti.  

I perché mancanti

Nello specifico, spiega il difensore civico (altro nome per tradurre il titolo di Ombudswoman) in un comunicato, la Commissione dovrà spiegare il motivo per cui non ha effettuato una valutazione d’impatto, una consultazione pubblica o una valutazione della coerenza climatica. Nonché le ragioni per cui una consultazione interna tra i servizi della Commissione sul progetto di proposta è durata solo 24 ore, quando di solito ne vengono lasciate 48 nei casi più urgenti. Basti pensare che il nome del primo provvedimento per rimandare i tempi per l’applicazione della normativa si chiamava “Stop the clock”. Evidentemente si vive la necessità della retromarcia come una vera e propria corsa contro il tempo.

Ragioni di fondo

Come possa essere così urgente il cambiamento di una legge  – quella sul reporting della sostenibilità e la dovuta diligenza delle imprese – che ha richiesto anni di approvazioni successive, incluse le ratifiche dei singoli governi è la grande domanda che chi ha seguito il dibattito si pone.

Parliamo di norme che mettevano nero su bianco la responsabilità ambientale e sociale delle imprese nel perseguire gli obiettivi di business. Tutti valori sulla carta condivisi dalle aziende presenti sul territorio continentale. Ora, con il pur condivisibile motivo della semplificazione, si è innescata la marcia indietro. Forse a una velocità un po’ troppo elevata.

Di riunione in riunione

Il comunicato del difensore civico ripercorre nel dettaglio gli ultimi mesi, nei quali la Commissione ha sì fornito alcune spiegazioni sulle modalità di elaborazione della proposta legislativa di modifica delle direttive sul reporting sul dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità. Ma non esaustive. Il difensore civico ha chiesto alla Commissione di approfondire le sue motivazioni a favore dell'”urgenza critica” della proposta, nonché di spiegare «perché un’ulteriore consultazione pubblica non sia stata ritenuta necessaria quando due riunioni tenutesi nel febbraio 2025, cui hanno partecipato principalmente rappresentanti delle imprese e dell’industria, sembrano essere stati gli unici scambi di portatori di interessi tenuti in relazione alla legislazione modificata proposta».

Scadenza

La mediatrice ha inoltre chiesto chiarimenti sulla durata della consultazione interna tra i servizi della Commissione. In determinate situazioni, tali consultazioni interservizi possono essere ridotte dai soliti 10 giorni a una procedura accelerata di 48 ore, ma questa si è conclusa entro 24 ore. Data l’importanza di questa indagine e il fatto che sono previsti altri pacchetti omnibus, la Commissione è stata invitata a rispondere entro il 15 settembre 2025. Le altre indagini in corso riguardano la politica agricola e due proposte legislative sul contrasto al traffico di migranti.

Leggi gli ultimi aggiornamenti del canale ProdurreBene

Foto in apertura di Christian Lue su Unsplash

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.