Nuovi strumenti per il sociale

Finanza a impatto, andiamo a lezione da sir Starmer

Il governo britannico ha lanciato un fondo (che integra imprenditorialità del privato, attrae investitori privati pazienti e remunera i risultati), da 576 milioni di euro, che ha l'obiettivo di migliorare la qualità della vita di 200mila bambini vulnerabili e delle loro famiglie, in 10 anni. Filippo Addarii, operatore specializzato in finanza a impatto: «Con il Better futures fund, Downing Street ha creato un fondo che ha l'impegno di acquistare i risultati sociali che nel tempo vengono generati dal profit, ma anche dal non profit»

di Alessio Nisi

È un passaggio per la definizione di «un social impact market», di un nuovo modello di welfare che integra imprenditorialità del privato, attrae investitori privati pazienti e remunera i risultati. Un modello dinamico che premia l’innovazione senza sacrificare l’inclusione. 

Con il Better futures fund il governo britannico di Keir Starmer ha creato un fondo che ha l’impegno «di acquistare i risultati sociali che nel tempo vengono generati dal profit, ma anche dal non profit». Quello che è importante sottolineare è che il Governo acquisisce i «risultati, non le attività». I risultati? Ad esempio, l’aumento dei tassi di frequenza scolastica dei bambini, i livelli di benessere degli studenti, il quadro dell’attività scolastica. 

Con Filippo Addarii, socio fondatore e managing partner di PlusValue, operatore specializzato in finanza a impatto parliamo appunto di Better futures fund, fondo governativo da 500 milioni di sterline, 576 milioni di euro, che ha l’obiettivo di migliorare la qualità della vita di 200mila bambini vulnerabili e le loro famiglie, in 10 anni

scuola
Filippo Addarii, socio fondatore e managing partner di Plusvalue

Uno strumento speciale per le sfide del futuro

Il fondo britannico lanciato dal Governo, il più grande del suo genere al mondo, ha l’obiettivo di finanziare il percorso scolastico dei ragazzi, con interventi tesi ad allontanarli dalla criminalità, a garantire loro un ambiente adatto (soprattutto in casa), anche con iniziative e sostegno all’occupazione. Nel mirino del fondo sfide come le assenze da scuola, le dipendenze e la recidiva. A rendere speciale il fondo sono gli obiettivi e la portata, ma anche gli strumenti con cui il Governo british ha deciso di affrontare queste sfide. 

Innovazione e imprenditorialità per il sociale

Il fondo, «un soggetto unico nazionale», è strutturato «come un fondo che si impegna a “comprare” i risultati generati da soggetti privati», stimolando così innovazione e imprenditorialità specializzate nell’aiutare i bambini vulnerabili che affrontano difficoltà come l’assenza scolastica, le crisi di salute mentale e il coinvolgimento in attività criminali, problemi che costano miliardi di dollari all’anno al settore pubblico. Per gli investitori, rappresenta un’opportunità interessante per investire in iniziative imprenditoriali e generare rendimenti contrastando le disuguaglianze sistemiche, capitalizzando al contempo sulla crescente domanda di investimenti in linea con i criteri esg.  

Dai social bond alla public private partnership

Il fondo nasce sulla scia dei primi social impact bond inaugurati 15 anni fa in Gran Bretagna. I social impact bond sono una forma di finanziamento in cui gli investitori privati finanziano programmi sociali preventivi che generano un risparmio nel bilancio pubblico. Il rimborso, e il profitto, dipendono dal raggiungimento di obiettivi predefiniti. Se gli obiettivi vengono raggiunti, il governo rimborsa gli investitori con gli interessi. In caso contrario, gli investitori si fanno carico della perdita. 

I risultati e la definizione delle policy

«In realtà non sono dei bond. Oggi sono più propriamente definiti social outcome payment  contracts. Sono una forma di appalto, più precisamente di public private partnership, dove «la pubblica amministrazione», spiega sempre Addarii, «non paga l’attività, ma i risultati. In questo caso il benessere dei bambini. E lo fa», aggiunge, «con criteri definiti a monte, dalle policy».

La vera sfida? Trasformare il welfare

La grande partita è «trasformare il welfare state integrandolo con dinamiche di mercato e di partnership pubblico-privato». Oggi a maggior ragione, integrando la technologies e aprire alle applicazioni AI nei servizi alla persona. E di farlo in un contesto «in cui ci saranno sempre meno soldi per  il sociale».

Per Addarii il Better futures fund è il «frutto dell’azione coordinata del Terzo settore con il mondo dell’impact investing». Due realtà che anche in Italia, auspica, «dovrebbero unire le forze per ottenere risultati tangibili di questo tipo. In Italia si parla di di social impact bond dal 2012 con lo studio di fondazione Crt. Appunto si parla punto e basta. Sono stati fatti troppi studi, troppi convegni senza portare a nulla di concreto. Non è soltanto un problema di Governo».

Unico esempio davvero positivo nel contesto italiano è l’iniziativa di Torino social impact, coalizione multistakeholder del territorio, che ha vinto un bando europeo, per creare il primo social impact fund della regione. «Questo è un bel inizio, ma solo un’inizio e non può limitarsi a una sperimentazione locale. Noi cerchiamo di dargli una mano per portare a sistema questo successo di innovazione istituzionale per condividerlo con tutte le altre regioni del Paese», precisa Addarii.

In apertura foto di AP Photo/Frank Augstein/LaPress, il premier britannico Keir Starmer.

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