Giustizia
Il carcere per minori di Cagliari? Completamente illegale
Irene Testa, garante delle persone private della libertà personale della Sardegna, non esita a definire "Quartucciu" «una struttura fuorilegge». E aggiunge: «Una amministrazione pubblica che non persegue gli standard di agibilità, a cui per legge è tenuta, non può avere la presunzione di educare i minori alla legalità», osserva la garante. Resoconto di un caso di ordinaria mala giustizia

Su un fatto concordano tutti: la situazione al carcere minorile di Quartucciu è diventata invivibile. Irene Testa, garante delle persone private della libertà personale della Sardegna, non esita a definirla «una struttura fuorilegge». L’altro ieri si è recata alla struttura situata nelle campagne del paese, uno dei Comuni che compongono la Città metropolitana di Cagliari. Doveva essere una delle visite periodiche nell’unico istituto per minori presente nell’Isola, uno dei 17 operativi in Italia. Invece, la sorpresa è stata grande. «Pensavo di trovare i ragazzi (nove attualmente, detenuti in una struttura di 8mila metri quadri di fabbricati, di cui 1.080 destinati alla detenzione) nel nuovo blocco, la cui ristrutturazione è stata finanziata con tre milioni e mezzo di euro», spiega la garante. «Il resto della superficie, in origine destinata alle attività trattamentali, risulta per la gran parte inagibile. L’edificio dove alloggiano tuttora i ragazzi è un ammasso di ferro vecchio arrugginito, si spendono inutilmente tanti soldi per acqua ed elettricità. Vanno ringraziati e stimati la direttrice, il comandante e il personale tutto che, con cura e devozione, rendono umana la detenzione in una struttura che non rispetta nessun parametro a norma».

Testa non ha peli sulla lingua, come sempre. «Una amministrazione pubblica che non persegue gli standard di agibilità, a cui per legge è tenuta, è di fatto illegale e non può avere la presunzione di educare i minori alla legalità», accusa. «Ero contraria fin dal primo momento alla ristrutturazione dell’istituto penale per minorenni poiché, di circa 20mila metri quadri tra terreno e fabbricati, solo 580 del nuovo blocco risulteranno ristrutturati in mezzo a strutture fatiscenti. Scriverò con urgenza al Provveditorato alle infrastrutture per capire per quale ragione i lavori finanziati con soldi pubblici, che prevedevano una consegna al 20 luglio 2025, risultano ad oggi fermi».

La direttrice per ora tace, ma non ha responsabilità sullo stato d’avanzamento dei lavori che, da contratto, sarebbero dovuti durare al massimo 660 giorni per essere completati entro l’8 febbraio 2024 ma, come precisa la stessa garante, «era stata chiesta una variante e la nuova data di consegna concordata era quella del 20 luglio 2025. Così non è stato, occorreranno mesi e non so se riusciranno a terminare per quest’anno». Abbiamo pertanto contattato gli uffici della Decogen Srl, l’impresa che si è aggiudicata l’appalto del ministero delle Infrastrutture e trasporti, attraverso il Provveditorato interregionale per le opere pubbliche Lazio Abruzzo Sardegna. I responsabili della Decogen non hanno rilasciato dichiarazioni in merito alla vicenda.
VITA sarà lieta di ospitare l’intervento della direttrice dell’Istituto minorile, Marilla Baire, nel momento in cui vorrà e potrà farlo.
Credits: foto di Irene Testa, garante delle persone private della libertà personale della Sardegna
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