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In Brianza debutta il tutor della salute

Sulla salute impattano anche tanti fattori "non medici": avere o non avere i soldi per curarsi, sapere o non sapere come funziona l'accesso ai servizi, essere soli o avere una rete su cui contare. Il Csv Monza Lecco Sondrio, con l'associazione Le Comunità della Salute, lancia una nuova figura: il tutor della salute

di Arianna Monticelli

medico

Non è sempre vero che “la salute viene prima di tutto”. A volte, per le difficoltà della vita, anche la salute viene messa in secondo piano. Ci sono fragilità oggettive che allontanano da percorsi di cura o prevenzione: una situazione economica precaria, un’abitazione insalubre, la solitudine… ma anche la difficoltà di comprensione nell’accesso ai servizi influiscono sul benessere fisico e psicologico o sulla rinuncia a curarsi. Si chiamano “fattori non medici” ma impattano in ogni caso sullo stato di salute delle persone. L’integrazione socio sanitaria è la strategia necessaria per supportare coloro che vivono tali condizioni e in queste situazioni può essere fondamentale una figura capace di intercettare e poi aiutare i più fragili a prendersi cura della propria salute.

Il Csv Monza Lecco Sondrio, con l’associazione Le Comunità della Salute, ha ideato così una nuova figura: il “Tutor della salute”. Si tratta di un volontario in grado di fare da ponte con il servizio sanitario anche attraverso la collaborazione con gli ambiti distrettuali e i servizi sociali dei Comuni. L’obiettivo è la creazione di uno “sportello diffuso” sul territorio, che non aspetta il cittadino ma lo cerca, lo incontra, lo accoglie e lo accompagna. Alla chiamata hanno risposto oltre 70 persone, molte già attive in realtà di Terzo settore del territorio, altre che per “buon vicinato”, in modo informale, si occupano da tempo di aiutare anziani o persone con disabilità. Il Csv ha ideato per loro un corso con Asst Brianza e gli ambiti territoriali della Brianza, con il patrocinio di Ats Brianza. La conoscenza del sistema sanitario e dei servizi del territorio, ma anche le modalità di approccio sono l’oggetto della formazione che terminerà a fine febbraio.

Tutor della salute, chi sono e cosa fanno

La predisposizione all’ascolto è la prima caratteristica dei tutor. Avranno il compito di indirizzare le persone verso i servizi, ma è fondamentale costruire prima un rapporto di fiducia. Accoglieranno le persone nelle Case della Comunità, operando in rete con medici e infermieri, ma cercheranno di intercettarle anche in luoghi come biblioteche, sportelli comunali e centri anziani. «Il servizio sanitario nazionale è un patrimonio di tutte e di tutti. Ogni cittadino vi contribuisce, ma per alcuni le difficoltà di accesso sono innegabili», sottolinea Filippo Viganò, a lungo medico di base, oggi presidente di Csv Monza Lecco Sondrio e fondatore della Comunità della Salute, organizzazione di volontariato nata proprio per contrastare le disuguaglianze sociali che influiscono sulla salute. «Anche la complessità e la frammentazione dei servizi sanitari non aiuta: con questa nuova figura cerchiamo di renderli più fruibili. Qui la prossimità e la fiducia tipica del volontariato, che di per sé è già una forma di cura, si uniscono alle competenze specifiche: una miscela interessante, che non replica le istituzioni ma cerca chi è ai margini con la sua presenza diffusa. In questo modo si valorizza il sistema, a beneficio di tutti».

Il primo incontro formativo dei tutor della salute

La speranza è quella di poter attivare i primi tutor entro il 2024. Per raggiungere l’intera cittadinanza, la collaborazione tra tutti coloro che si occupano di prevenzione, assistenza, salute e promozione del benessere sociale è fondamentale. «Il Terzo settore è la chiave per farlo. Sui temi della salute è necessario un lavoro sociale per ricreare il senso di comunità. Ragionare come parte di un sistema è già fare sistema», conclude Viganò.  Ogni “Tutor della salute” a fine corso avrà un colloquio personale per la valutazione del percorso più idoneo. Quella progettata in Brianza è la prima sperimentazione, forte dell’operatività di 11 Case di Comunità  e della presenza della Comunità della salute Odv, che ha aperto quattro punti di assistenza specialistica gratuita con 13 medici volontari. Anche il territorio di Lecco ha già mostrato interesse per i “Tutor della salute”.

Foto in apertura di Pexels, Karolina Grabowska


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