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Fedriga: «L’esenzione dall’Irap al Terzo settore ci costa 1,5 mln, ma ecco perché lo abbiamo fatto»

Con la legge di bilancio, diverse regioni nelle ultime settimane del 2023 hanno finalmente modificato le loro norme in tema di esenzione dall'Irap per le ex Onlus. Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni ora però apre a un ulteriore passo: provare ad uniformare le regole del gioco

di Sara De Carli

Ad agosto 2023, il Friuli Venezia Giulia è stata una delle prime regioni a adeguare la normativa regionale alle novità introdotte dal Codice del Terzo settore, prevedendo che l’esenzione dall’Irap prima prevista per onlus, associazioni di promozione sociale e organizzazioni di volontariato valgano ora per tutti gli Enti di Terzo settore iscritti al Runts, ossia per il nuovo attore disegnato dalla riforma. Tuttora sono solo tre le regioni che hanno fatto questa scelta, mentre altre hanno perimetrato l’esenzione o l’agevolazione solo ad alcuni Ets. Massimiliano Fedriga, presidente dl Friuli Venezia Giulia nonché della Conferenza delle regioni e delle province autonome, spiega il perché di questa scelta. E dice che in Conferenza Stato Regioni un confronto ampio su questi temi è «certamente opportuno».

Cosa vi ha spinto ad agire in tempi brevi?

Il Friuli Venezia Giulia è una regione in cui il Terzo settore è profondamente e storicamente radicato nell’economia e nel tessuto sociale. Secondo il censimento Istat e i dati del Centro servizi per il volontariato sono 10.495 le istituzioni non profit attive in Friuli-Venezia Giulia: l nostra regione si è sempre collocata tra i primissimi posti nella classifica delle regioni italiane per incidenza delle imprese non profit sulla popolazione. Una realtà in forte aumento, basti pensare che solo tra il 2011 e il 2016 si è registrato un incremento del 35%. Nello stesso periodo addirittura il numero di occupati in queto settore è aumentato del 71%; oggi, con quasi 20mila addetti, questo rappresenta oltre il 3% della forza lavoro complessiva in regione. La rilevanza del Terzo Settore è data dall’aggregazione e dalla rappresentanza delle principali realtà regionali che operano in questo ambito, con cui c’è un costante confronto, raccordo e perfino una co-progettazione su priorità condivise.

Cosa – ancora di più – vi ha portato a confermare l’esenzione dall’Irap per tutti gli Ets, pur sapendo che il perimetro degli Ets è più esteso di quello dei soggetti che precedentemente godevano dell’agevolazione? È stato possibile stimare la platea dei beneficiari e le minori entrate per la Regione rinunciando all’Irap? 

Crediamo che un sostegno a questo settore possa determinare una più forte coesione sociale e consentire di mettere in atto politiche di supporto a fasce di popolazione e accessibilità a servizi che altrimenti sarebbe più complesso garantire. Nella norma di agosto abbiamo previsto minori entrate complessive per 1,5 milioni di euro suddivise in ragione di 500mila euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2025. Nell’attuale stato di salute del bilancio regionale siamo in grado di riassorbire il mancato gettito, confidando in una buona tenuta dell’economia generale.

Alcune regioni in questi mesi hanno temporeggiato affermando che l’esenzione o agevolazione può essere prevista solo per tutti gli Ets e che poiché questa platea è più ampia della precedente, la scelta sarebbe troppo costosa. Altre invece hanno scelto di garantire l’esenzione solo ai soggetti obbligati a trasmigrare nel Runts, quali le Odv, per “limitare” il perimetro. Diciamo tuttavia che il numero degli Ets è abbastanza proporzionale alle dimensioni di una regione… Voi questa scelta l’avete fatta.

La nostra scelta è stata quella, a decorrere dal periodo di imposta in corso, ovvero il 2023, di esentare gli enti iscritti al Runts di cui al d.lgs. 117/2017, comprese le cooperative sociali ed escluse le imprese sociali costituite in forma di società. Ma l’esenzione è concessa entro i limiti previsti dai regimi “de minimis”. Credo che questo al momento sia un buon equilibrio, ma sicuramente il monitoraggio del prossimo triennio ci potrà indicare se vi sia l’esigenza di introdurre dei correttivi.

Lei guida anche la Conferenza delle Regioni: c’è un confronto aperto in quella sede su tema? Può essere che il Friuli Venezia Giulia si ponga come esempio positivo e “spinga” le Regioni che ancora temporeggiano a riconoscere le esenzioni e agevolazioni preesistenti a tutti gli Ets? 

La nostra Regione ha sempre cercato di anticipare scelte strategiche, in questo come in altri settori. Siamo stati la prima regione ad istituire un Tavolo permanente del Terzo settore e ad aprire ad un confronto costante con l’Esecutivo. In questo ambito, proprio per la forte sensibilità di cui ho riferito, siamo anche la prima regione ad aver introdotto con l’ultima Legge di Stabilità da poco approvata una misura specifica a favore del “dopo di noi” che ha la sua leva proprio nell’Irap. In sostanza vogliamo incentivare le erogazioni liberali da parte delle imprese e dei lavoratori autonomi a favore dei trust, dei fondi fiduciari, e in particolare del “dopo di noi” prevedendo l’applicazione di una detrazione Irap dell’80% della donazione e comunque fino a un massimo di 10mila euro. Si tratta di una novità sul panorama nazionale con cui vogliamo incentivare le azioni a favore dei trust che danno assistenza a persone con gravi disabilità prive di sostegno familiare.

Sarebbe auspicabile cogliere l’occasione per uniformare le agevolazioni/esenzioni dall’Irap per il Terzo settore tra tutte le regioni, visto che alcune non hanno mai previsto nemmeno agevolazioni per le Onlus?

Credo che le Regioni, pur in un quadro generale di rafforzamento dei propri livelli di autonomia, debbano tendere a limitare i fattori che possono determinare scompensi nell’economia interna, se non addirittura situazioni di concorrenza che avrebbero, come ultima conseguenza, una ricaduta negativa sui livelli di welfare territoriale. Certamente un confronto ampio su questi temi è opportuno.

Foto di Remo Casilli/Sintesi


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