Cultura
Iraq: minuto di silenzio in Corte Costituzionale
La Corte Costituzionale ha osservato un minuto di ''silenzio e meditazione'' sul ''grave conflitto'' in Iraq, che ''mette in pericolo la pace e la convivenza dei popoli''.
di Paolo Manzo
La Corte Costituzionale ha osservato un minuto di ”silenzio e meditazione” sul ”grave conflitto” in Iraq, che ”mette in pericolo la pace e la convivenza dei popoli”. Una iniziativa voluta dal presidente Riccardo Chieppa, intervenuto in apertura dell’udienza di stamattina ”a titolo personale” per esprimere anche l”’augurio che il conflitto armato e le sofferenze finiscano presto”. Chieppa ha ricordato che la sua generazione ha vissuto ”ben tre guerre negli anni ’30 e ’40” e che e’ stato ”spettatore immediato di bombardamenti, di distruzione, di morte, di famiglie disperate”. ”La guerra -ha ammonito il presidente della Consulta- e’ una violenza che non puo’ servire da sola a risolvere i conflitti; violenza chiama violenza e terrore, ha sempre provocato e scatenato tanti orrori, deportazioni, stermini, anche quelli razziali, che sono altrettanti delitti contro l’uomo e l’umanita’ intera”.
Il presidente della Corte Costituzionale ha voluto ricordare, ”grato”, i militari che nella Seconda guerra mondiale ”hanno compiuto il loro dovere con il sacrificio della vita”, compresi quelli degli eserciti anglo-americani per liberare l’Europa. Ma anche ”tutti gli innocenti civili vittime della guerra, degli inqualificabili odi razziali”, e ”tutte le vittime del terrorismo e delle dittature”. ”Tutti, militari e civili, di ogni nazione, religione, ceto e razza, hanno lasciato -ha detto ancora Chieppa- un messaggio di anelito alla pace, di fratellanza, di rispetto dei diritti inviolabili dell’uomo e di conciliazione, raccolto dai governanti dell’immediato dopoguerra con la creazione di un ordinamento internazionale tra le nazioni”. Il presidente della Consulta ha voluto quindi rileggere due articoli della Costituzione, l’articolo 52 (”La difesa della Patria e’ un sacro dovere del cittadino”) e l’articolo 11 (”L’Italia ripudia la guerra”). Poi, ha chiesto ai colleghi un minuto di ”silenzio e meditazione”.
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