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Amatrice, chiude la scuola simbolo della ricostruzione

Le nuove scosse e il nubifragio hanno creato ulteriori problemi di viabilità. Impossibile raggiungere la scuola in sicurezza. Così il sindaco, dopo aver minacciato il trasferimento degli alunni a San Benedetto, ha deciso ieri sera la sospensione delle lezioni fino a che saranno realizzati quattro precisi interventi sulla viabilità

di Sara De Carli

Era il simbolo della rinascita di Amatrice dopo il terremoto: la scuola. Ieri però il sindaco di Amatrice ha deciso la chiusura della scuola e la sospensione delle lezioni, a data da definirsi: problemi di viabilità, con il nubifragio di questi giorni raggiungere la scuola in sicurezza è impossibile per i ragazzi e le loro famiglie. «Scuola chiusa e studenti trasferiti a San Benedetto, nelle Marche, assieme alle famiglie», aveva deciso sabato il sindaco Sergio Pirozzi, secondo la news riportata sulla pagina Amatrice2.0, un'associazione che nasce da ragazzi del posto che hanno deciso di non arrendersi al sisma del 24 agosto e lottare per la propria terra.

Domenica mattina invece, nell’incontro fra il Sindaco e le famiglie, è maturata una decisione diversa: niente più spostamento a San Benedetto, le famiglie vogliono restare e rifiutano il rischio di separare la già provata comunità cittadina. L’ordinanza firmata a sera dal vicesindaco Gianluca Carloni parla quindi di chiusura a tempo indeterminato delle scuole di Amatrice di ogni ordine e grado, in attesa della messa in sicurezza delle strade di accesso al Comune. L’ordinanza parla di «enormi difficoltà di percorrenza sulle diverse tratte stradali» e condiziona la ripresa delle attività a quattro interventi specifici: la messa in sicurezza della SR 2600, il ripristino della “Romanella”, la realizzazione del bypass a Retrosi e la conclusione della demolizione dei fabbricati pericolanti a San Cipriano. Il sindaco già nei giorni scorsi aveva chiuso le scuole, dall’1 al 5 novembre per l’infanzia, la primaria e secondaria di primo grado, dal 27 ottobre per il liceo.

La scuola di Amatrice era stata allestita a tempo di record in frazione San Cipriano dalla Protezione Civile della Provincia Autonoma Trento, dodici giorni di lavoro con circa 150 uomini che si sono dati il cambio: la campanella del primo giorno di scuola era suonata il 13 settembre, come previsto dal calendario scolastico della Regione Lazio.

«Quella scuola è un miracolo, la scuola c’è ma sconta tutte le difficoltà della realtà circostante. Il nubifragio di questi giorni ha provocato altri danni, c’è un problema di sicurezza della viabilità, la sospensione delle lezioni è temporanea», spiegano dalla Direzione dello Studente del Miur. La task force del Miur è ancora sul campo, con le stesse modalità dei primi giorni dopo il terremoto di agosto ma su un’area più estesa, a seguire H24 una situazione che cambia costantemente geografia. Hanno le lacrime agli occhi quando parlano della ricostruenda scuola di Arquata: «le donazioni ci sono state, i moduli dovevano arrivare il 22 novembre, ora è crollato tutto, i ragazzi sono stati trasferiti a San Benedetto. Cambiano tutte le prospettive, ora bisogna ragionare su San Benedetto, stiamo dando supporto psicologico ai ragazzi negli alberghi e pensando a nuove soluzioni là, cercando di mantenere i gruppi di studenti, senza disperderli nelle classi esistenti…».

Niete tempo passato, la scuola di Amatrice "è" il simbolo bello della ricostruzione, di un paese che non si arrende. Perché ha alle spalle una comunità che vuole restare nella sua terra e vuole ricominciare a vivere.


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