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Premier Meloni, prima di iniziare ha già dimenticato il Sud Italia?

Dall’autonomia differenziata al codice degli appalti, dalla soluzione del contenzioso fiscale ai flussi migratori, nel discorso alla Camere di Giorgia Meloni il Sud Italia è stato quasi assente. «Ha dedicato al Sud davvero poche parole», dice lo storico Paolo Macry. «È stata troppo stringata sull'argomento. È sembrato che la stessa Meloni non credesse che al Sud possa far presa la prospettiva di un partito conservatore. E che desse perciò per scontato ciò che con ogni probabilità avverrà: il radicarsi nei territori meridionali dell’opposizione al suo governo»

di Anna Spena

Ieri il discorso della neo presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Montecitorio. Ha messo sul tavolo diverse questioni: dall’autonomia differenziata al codice degli appalti, dalla soluzione del contenzioso fiscale ai flussi migratori. Come ha scritto il collega Giampaolo Cerri “Per quanto i discorsi di insediamento, al pari dei programmi elettorali, risentano sempre di un certo slancio retorico e non si preoccupino di avere soverchi ancoraggi alla realtà, l’intervento a Montecitorio consente comunque di provare a fare qualche previsione”. C'è un tema però che è stato appenna accenato, e questo non è un buon segno: il Sud Italia.

«Al Sud Italia, nel discorso della Camera, Meloni ha dedicato in verità poche parole», dice lo storico Paolo Macry, che ha insegnato Storia contemporanea all'Università Federico Secondo di Napoli. Tra le sue opere, "Unità a Mezzogiorno. Come l'Italia ha messo assieme i pezzi", "Quando crolla lo Stato. Studi sull'Italia preunitaria" e "Giocare la vita. Storia del lotto a Napoli tra Sette e Ottocento”.

Certo la premier ha dichiarato: “ll Sud non più visto come un problema ma come un'occasione di sviluppo per tutta la Nazione. Lavoreremo sodo per colmare un divario infrastrutturale inaccettabile, eliminare le disparità, creare occupazione, garantire la sicurezza sociale e migliorare la qualità della vita. Dobbiamo riuscire a porre fine a quella beffa per cui il Sud esporta manodopera, intelligenze e capitali che sono invece fondamentali proprio in quelle regioni dalle quali vanno via. Non è un obiettivo facile, nell'attuale congiuntura, ma il nostro impegno sarà totale”, ma questa è una retorica che ha caratterizzato quasi tutti i governi che hanno preceduto il suo.

«Mi è sembrato», continua Macry, «che Giorgia Meloni sia stata davvero stringata sull’argomento, dicendo davvero poco e poco concreto sul Sud. Per esempio, tra le altre cose, avrebbe potuto accennare alla questione del ponte sullo stretto. Certo vanno giudicati i fatti e non solo le parole. Ma, se dovessimo analizzare le parole, certamente le cose e i temi che ha elencato nel discorso mi sono sembrati un riferimento chiaro al Centro e Nord Italia, e infatti ha citatol’autonomia differenziata, la questione fiscale, la flat tax».

E infatti sono proprio le regioni del Centro e del Nord, lo zoccolo duro dell’elettorato Meloni, che insistono su questi temi. Certo il Sud un po’ riappare per sottolineare e riprendere le distanze dal Reddito di Cittadinanza. È qui dove ci sono i numeri più alti dei percettori del reddito. In Campania il Movimento 5 Stelle è stato primo partito, che supera il 41% nella circoscrizione di Napoli e provincia. Ma abbiamo provato a spiegarlo in questo articolo “Il Sud è dei 5 Stelle ma non chiamatelo voto di scambio”.

«È indubbio», spiega Macry, «che il centro destra ha avuto il suo grosso successo elettorale nel Centro-Nord, mentre invece a Sud, com’è noto, il voto si è orientato molto di più sul Movimento cinque Stelle. E sul reddito i cittadinanza ha detto esplicitamente: “avete sbagliato” riferendosi a Giuseppe Conte. È probabile che Meloni andando alla ricerca di basi sociali ed economiche del suo progetto conservatore, abbia voluto consapevolmente entrare in rotta di collisione con le narrazioni assistenziali del Sud, sfidandolo non tanto sul terreno del welfare, quanto su quello dello sviluppo. È sembrato anche che che la stessa Meloni non credesse più di tanto che in questo Sud possa far presa la prospettiva di un partito conservatore. E che desse perciò per scontato ciò che con ogni probabilità avverrà: il radicarsi nei territori meridionali dell’opposizione al suo governo. Certo si può discutere sul programma, non è necessariamente detto che sia un programma negativo, ma ripeto mi è sembrato un discorso che aveva come unici destinatari i cittadini delle regioni del Centro e Nord Italia. Intanto la vecchia destra sociale al Sud oggi non esiste più. Oggi c'è invece una destra rappresentata da Meloni, che è tutta un'altra cosa e che magari strizza l'occhio alla Lega di Giorgetti. E che quindi in qualche modo strizza l'occhio a un elettorato settentrionale, non meridionale».