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Innovazione

La terrazza del mio ospedale? L’ho progettata con gli occhi

di Giampaolo Cerri

Francesco Saporito, 46 anni, paziente affetto da SLA e curato nel Centro Maugeri di Mistretta ha potuto vedere l’inaugurazione della terrazza che ha finanziato con la vendita dei suoi libri e progettato personalmente grazie ad un macchinario di riconoscimento oculare

«Ci siamo. Il desiderio è stato esaudito. La terrazza, che una notte di luglio ho sognato, si è materializzata».

Sono le parole che Francesco Saporito, 46 anni, paziente affetto da SLA e curato dal Centro Maugeri di Mistretta, ha scritto con gli occhi, grazie cioè a un macchinario di riconoscimento oculare, in occasione dell’inaugurazione, stamane, della terrazza realizzata con la vendita dei suoi libri.

Francesco, ricoverato periodicamente nel Centro che si trova nella struttura dell’Ospedale SS. Salvatore, aveva espresso il desiderio di realizzare la balconata, per rendere più confortevole il soggiorno di pazienti e familiari in arrivo da tutta la Sicilia, essendo uno centro di riferifemento regionale per la SLA. Francesco aveva lavorato a realizzare la sua aspirazione, destinando a questo fine i ricavi della vendita di un libro di poesie, SLA NCI per la ricerca, edito da Pungitopo di Patti (Me).

Questa mattina, a meno di un anno dalla prima progettazione e dalla richiesta di autorizzazioni, Francesco ha potuto vedere coronato il suo sogno: la terrazza è stata aperta al pubblico dopo un taglio di nastro a cui ha presenziato lui stesso con i suoi familiari ed amici, assieme al sindaco di Mistretta, Liborio Porracciolo, il medico responsabile della Maugeri in Sicilia, Domenico De Cicco, il neurologo e direttore del Centro SLA, Paolo Volanti.

«Adesso i miei compagni di viaggio», ha scritto Francesco, «insieme a chi li accudisce in questo durissimo percorso di vita, potranno respirare aria nuova e, perché no, sfiorare con lo sguardo una stella cadente. Perché noi, i sogni non sappiamo tenerli nel cassetto».

Durante la cerimonia, sono ste lette alcune delle poesie scritte in questi anni e che, raccolte in libri, sono stati venduti grazie al tam tam della community Facebook.

A festeggiare questo commercialista di Patti (Me) che, fino al 2013, anno di arrivo della malattia, era nel pieno dell’attività e del successo personale, c’erano stamane circa 400 persone: rappresentanti delle associazioni, come Michele La Pusata, consigliere nazionale di AISLA, ma anche ex-degenti e loro famigliari, alcuni arrivati anche da Palermo, perché, dice il direttore Volanti, “i nostri pazienti formano una grande comunità di affetti e ci danno loro notizie anche quando la cura prosegue al domicilio o altrove”. (SEGUE)

L’assessore Ruggero Razza, impegnato istituzionalmente, si è voluto collegare al telefono: «Ho capito che il mondo della Sanità, della Salute, dei Servizi sociali, in Sicilia, è fatto da persone che hanno un cuore enorme», ha detto, «e spero che fra un anno, il tempo che ci vuole per realizzare il programma di lavoro che ci siamo dati, ci possiamo rivedere, con tutti voi e con Francesco, per commentare le cose concretamente fatte».

Ricordando l’iter autorizzativo, «che tutte le istituzioni competenti, dal ASP di Messina alla direzione sanitaria dell’ospedale, alla amministrazione comunale hanno facilitato», il neurologo Volanti, ha sottolineato come «il gesto di Francesco sia stata la scintilla per altra solidarietà, un network di bene, che ha visto coinvolti aziende, singoli cittadini, fino al Liceo artistico di Santo Stefano ‘Ciro Michele Esposito’, i cui allievi hanno serigrafato su lapidi di pietra lavica i versi delle poesie che lui ha scritto, dieci delle quali adornano il viale d’accesso alla terrazza».

Gli stessi studenti, guidati dagli insegnanti, «hanno intarsiato il lungo sedile che percorre la terrazza per tutta la sua lunghezza, utilizzando», spiega Ernesto Di Paolo, architetto di Cefalù, che ha progettato gratuitamente la struttura, «le ceramiche donate dalle aziende di Santo Stefano».

Alla fine della cerimonia, lo stesso Francesco ha lanciato una nuova idea, per rendere ancora più bella la terrazza del Centro SLA: chiedere a giovani artisti di affrescare con uno o più murales il grande muro in cemento che sostiene la pista di atterraggio per gli elicotteri e che sovrasta la via d’accesso alla terrazza. «Ora dobbiamo impegnarci per quello», ha detto ad amici, familiari e pazienti che lo circondavano.


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