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Salute

“Cicatrici”, i ritratti fotografici che danno voce alle donne operate al seno

di Emiliano Moccia

Il progetto fotografico promosso da Andos Ferrara raccoglie gli scatti di donne operate al seno con l'obiettivo di sensibilizzare alla prevenzione contro il tumore. Nei ritratti emerge la loro vittoria personale sulla malattia, la loro voglia di vivere e di rivendicare con orgoglio la propria femminilità. Nel mese di aprile gli scatti sono accolti dal comitato di Foggia

Manu voleva dare voce a tutte le donne operate al seno. Era solo una ragazzina quando le fu diagnostica la malattia, che solo nel 2022 ha fatto registrare 55.700 nuovi casi di tumore della mammella. Per questo, una sera telefonò a Stefano Pesaro, fotografo professionista, perché voleva parlargli. Da quella chiacchierata fatta in un bar è nata una visione, un messaggio, un grido. “Cicatrici”, infatti, è molto più di una mostra fotografica. Perché i volti delle donne esposte, con i loro corpi nudi e feriti, ti parlano. Ti cercano con lo sguardo, ti raccontano la loro storia e la loro voglia di farcela. Ti parlano dei sogni che avevano e che continuano a realizzare. «Non mi sento assolutamente ammalata. Vivo ogni attimo della mia vita» ti dice Manu, nella foto un po’ graffiata che la ritrae.

E come lei, lo fanno altre donne, altre storie. Ogni fotografia esposta è accompagnata da una breve frase, veri e propri messaggi di speranza, di riflessione che possono fungere da specchio per altre donne nelle stesse condizioni. «Questa mostra ha come soggetti delle donne che hanno avuto il contatto con il tumore. Ciascuna di loro ha scritto una frase che ha pensato subito dopo aver avuto la diagnosi del tumore al seno. Emerge come ogni donna ha una forza diversa dall’altra, un modo di recuperare le proprie forze che varia da persona a persona» dice Marcella Marchi, oncologa e presidente del comitato A.N.D.O.S. di Ferrara, che ha promosso la mostra-progetto in cui ogni donna protagonista testimonia la propria vittoria personale sulla malattia e rivendica con orgoglio la propria femminilità.

«Mi è stato diagnosticato un tumore a fine marzo. Dopo venti giorni di essere incinta. L’oncologo mi disse che dovevo abortire, altrimenti avrei messo al mondo un orfano. Poi l’intervento. Rimasi nuovamente incinta e misi al mondo due splendidi gemelli» riporta Elisa sotto la sua immagine. «Insegnando a scuola ai bambini» scrive Monica «sono sempre amorevolmente circondata di vita. Ecco la mia cura». «L’amore di mio marito cancella qualsiasi sofferenza» condivide Luigina, ritratta insieme al suo uomo. «L’amore per mia nipote mi riempie continuamente di amore e di coraggio» appunta Gianna, stringendo a sé la bambina. Ma sono tante le voci, i volti ed i corpi che raccontano di sé e del proprio cammino.

L’esposizione che raccoglie 22 scatti fotografici di Stefano Pesaro e Federica Veronesi sta girando per l’Italia. Fino al 13 aprile è visitabile a Foggia presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Dogana, in piazza XX Settembre. Una mostra che vuole parlare di speranza, di vita, di forza. Con un obiettivo ben preciso: «Il nostro scopo principale è quello di sensibilizzare alla prevenzione, far capire alle ragazze che devono fare prevenzione. L’arte colpisce perché è trasversale, è di impatto, riguarda tutti, non solo le donne operate ed in questo modo facciamo prevenzione ad una platea più ampia». A parlare è Betta Valleri, presidente del comitato A.N.D.O.S. di Foggia, che conosce bene cosa significhi essere operate di cancro al seno e le sofferenze fisiche, emotive, relazionali che questo comporta. «Attraverso queste cicatrici del corpo e dell’anima noi abbiamo trovato la forza di rinascere».

All’inaugurazione di “Cicatrici” di Foggia erano presenti anche i due fotografi, che hanno raccolto la richiesta di aiuto di Manu trasformandola in un percorso di sensibilizzazione. «Ogni immagine raccoglie la storia di una persona e siamo riusciti a tirare fuori la sua anima» evidenzia Federica Veronesi. «Siamo rimasti colpiti dall’atteggiamento che hanno avuto le persone anziane, donne di più di 70/75 anni, che sono venute per il futuro, perché vogliono lanciare il messaggio della prevenzione nelle prossime generazioni. Il ritratto aiuta dal punto di vista mentale. Vedersi guarite o sulla via della guarigione è stato per loro un passo in avanti, ha avuto un valore psicologico importante». Gli scatti sono stati realizzati in un fienile, anche per provare ad alleggerire il momento.

«Abbiamo potuto scattare immagini di grande amore e di rispetto per queste ragazze» prosegue Stefano Pesaro. «Ho voluto graffiare le foto, un po’ come se volessi togliere questo dolore alle donne. Sono immagini che fondamentalmente parlano d’amore». L’invito, dunque, è quello di avvicinarsi ed incontrare queste storie, raccogliendo il messaggio dell’associazione nazionale donne operate al seno, che punta ad aumentare la consapevolezza pubblica sul cancro alla mammella.


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