Le storie oltre i numeri
Un budget per i sogni. Nessuno escluso
Un approccio serio e determinato alla riduzione dei divari. Intesa Sanpaolo, che da tempo si qualifica come Impact bank, ha messo in un libro a più voci le testimonianze di chi, grazie a un progetto, ha visto cambiare le proprie vite. Il volume Nessuno escluso è stato presentato ieri al Salone del Libro di Torino. Intervista a Paolo Bonassi, chief social impact officer

Un girotondo colorato a cerchi concentrici. È la copertina del libro che da qualche giorno è arrivato in versione digitale a tutti dipendenti di Intesa Sanpaolo. Ha un titolo che da solo racconta, Nessuno escluso, ed è un contenitore di storie piccole e potenti, tra impegno sociale e cambiamento.
Un asilo nido dentro il reparto oncologico di un ospedale pediatrico, la possibilità di essere bambini nella malattia. Un budget per i sogni per giovani donne che crescono: l’opportunità di misurarsi con altro da quello che la società aveva previsto. Giovani che entrano in un’aula e ne escono consapevoli e competenti, pronti a rispondere ai bisogni di un’azienda. Tre immagini in un unico percorso, che attraversa l’Italia e ritorna nelle case, nei territori e nelle comunità, inseguendo il lavoro che il maggior gruppo bancario del Paese sta portando avanti in ambito sociale.
Un bilancio vivo
In origine era un evento, “Nessuno escluso. Crescere insieme in un Paese più equo. L’impegno di Intesa Sanpaolo” (si era svolto nell’ottobre di due anni fa). Ora è un volume, curato da Aldo Grasso e presentato in anteprima ieri mattina al Salone internazionale del Libro di Torino. Già disponibile sul sito dell’editore Allemandi, è ordinabile in libreria e a partire dal 27 maggio sarà su tutti gli store online.
Le storie hanno il potere di generare consapevolezza, di creare empatia, di innescare processi imitativi
Paolo Bonassi, chief social impact officer di Intesa Sanpaolo
Racchiude racconti di inclusione sociale reale resa possibile da Intesa Sanpaolo e dalla sua collaborazione con istituzioni, organizzazioni del Terzo settore, imprese e comunità. Alcune fra le più esemplari iniziative realizzate dal gruppo guidato da Carlo Messina vengono restituite attraverso le testimonianze di chi ha progettato e realizzato gli interventi e di chi ne ha beneficiato. Ne emerge il ritratto corale di un approccio serio e determinato alla riduzione dei divari.
Lo ha spiegato bene, in sala Avorio, Paolo Bonassi, chief social impact officer di Intesa Sanpaolo: «Nessuno escluso non è solo il titolo di un libro: è la visione che guida ogni giorno il nostro impegno per un Paese più equo e solidale. L’impegno nel sociale della Banca è iniziato molto tempo fa, ma dal 2018 è entrato a pieno titolo nei piani d’impresa ed è stato ulteriormente rafforzato nell’ottobre del 2023 durante l’evento “Nessuno escluso. Crescere insieme in un Paese più equo. L’impegno di Intesa Sanpaolo”, che ha sancito la costituzione di una struttura dedicata con sede a Brescia, Intesa Sanpaolo per il Sociale (VITA ne aveva scritto qui). In quell’occasione Carlo Messina, ceo e consigliere delegato, ha voluto realizzare quello che è diventato il principale progetto di coesione in Italia, ponendo il gruppo come istituzione al servizio del Paese per la promozione di una società più equa».

Nel libro si racconta un percorso strutturato «che ci impegna con risorse per 1,5 miliardi di euro entro il 2027 e coinvolge oltre mille persone del gruppo», continua Bonassi. «Ma ciò che dà valore a questo bilancio sono le storie. Quelle di chi ha avuto accesso a una nuova possibilità grazie a un progetto di formazione, un’abitazione dignitosa, un pasto caldo. Intendiamo rispondere non solo ai bisogni contingenti, ma avere anche un impatto strutturale, continuativo e con ricadute concrete per la società. Il libro tiene conto di questo: dell’impatto reale, umano, concreto. È un bilancio vivo, che parla attraverso le voci delle comunità».
L’essenza di una Impact Bank
Il ruolo di Intesa Sanpaolo oggi va oltre il semplice servizio bancario e investe le responsabilità sociali, culturali e ambientali. Perché è importante associare all’impegno concreto anche un lavoro di narrazione e restituzione delle storie? Bonassi definisce «le politiche sociali e solidali non solo un valore aggiunto, ma una necessità per un’istituzione bancaria che vuole contribuire positivamente alla società. Lavoriamo con alcuni dei migliori soggetti del Terzo settore in Italia, in un’ottica di co-progettazione per realizzare sistemi di solidarietà che possano operare nel lungo periodo. Per noi è un aspetto fondamentale perché aggregare le comunità è la via per superare la frammentazione degli interventi. Ma è fondamentale anche raccontare, perché le storie hanno il potere di generare consapevolezza, di creare empatia, di innescare processi imitativi. Un’impresa sociale – e mi riferisco non solo al Terzo Settore, ma anche a una banca come la nostra – ha il dovere di restituire pubblicamente il senso del proprio operato. Come scrive Aldo Grasso nel libro, il racconto è già una forma di cura».

C’è una storia che incarna questa visione? «Se dovessi sceglierne una», continua Bonassi, «penso al progetto “Futura”, nato per restituire speranza e strumenti concreti a ragazze che vivono in condizioni di povertà educativa. All’interno del libro c’è il racconto di una giovane donna di Napoli che sognava di diventare ostetrica, ma non aveva i mezzi per permettersi l’università. “Futura” le ha consentito di iscriversi, di affrontare un percorso formativo e di credere in sé stessa. In lei si riflette tutto il senso del nostro lavoro: trasformare le vulnerabilità in possibilità. È questo che intendiamo quando diciamo che una banca può essere anche un agente di cambiamento».
Sei parole chiave, una moltitudine di progetti
Come si racconta l’impatto? Intesa Sanpaolo ha scelto di affidarsi a sei parole chiave (futuro, fragilità, cura, persona, nido e metamorfosi) che aprono altrettante porte. Ognuna si porta dentro vite, occhi, sogni e rotte. In questo volume ci sono i numeri, la genesi e i risultati dei progetti, ma anche le persone: a volte bastano poche righe per raccontare il senso di una visione.
Futuro è il primo varco. Permette di guardare a un binomio cruciale per l’Italia di oggi: “Giovani e Lavoro”. Massimo Giordano, presidente della Fondazione Generation Italy ha portato al Salone del Libro i numeri di un progetto che è stato in grado di attivare percorsi formativi destinati a giovani disoccupati in funzione dell’esigenza precisa di aziende clienti: «Oltre 4.850 ragazzi hanno partecipato ai corsi, con un tasso di occupazione dell’84%. Più di 2.480 imprese sono state coinvolte».

Fragilità è la parola associata a “Futura”, un progetto realizzato da Intesa Sanpaolo con Save the Children, Forum Disuguaglianze e Diversità e Yolk: offre a oltre 300 ragazze e giovani donne piani formativi personalizzati per permettere loro di partire o ripartire sia nei percorsi scolastici che in quelli lavorativi, superando i difficili contesti da cui provengono.
Cura è il cuore del programma “Aiutare chi aiuta: un sostegno alle nuove fragilità”: con il supporto di Caritas Italiana e delle Diocesi, si propone di fornire assistenza immediata a chi ha bisogno, anche costruendo una rete di solidarietà capace di sostenere le persone nel lungo termine, garantendo loro sia beni essenziali, sia percorsi di socializzazione per animare le comunità.
Persona è il titolo del capitolo dedicato a “Cibo e riparo per le persone in difficoltà”, programma che Intesa Sanpaolo porta avanti dal 2018. 81 milioni di interventi tra pasti, posti letto, farmaci e indumenti attraverso una solida partnership con il Banco Alimentare, il Banco Farmaceutico e molti altri soggetti del Terzo settore dedicati a rispondere ai bisogni primari.
Nido nasce in collaborazione con l’Associazione Italiana di Emato-Oncologia pediatrica – Aieop, il programma “Intesa Sanpaolo per bambini lungodegenti” e offre gratuitamente servizi nido presso ospedali italiani ai bambini tra 0 e 3 anni affetti da patologie onco-ematologiche. L’obiettivo è far superare l’isolamento sociale e psicologico ai bambini lungodegenti e dare sollievo alle famiglie. Dal 2019 il programma ha coinvolto oltre 780 bambini in otto ospedali pediatrici in Italia.
Di una metamorfosi che lascia il segno racconta “Ri-pescato: dal mercato illegale al mercato solidale”, iniziativa basata sulla trasformazione del pescato di frodo sequestrato dalle autorità in risorse alimentari destinate a chi versa in situazioni di precarietà. Un’azione che permette di rigenerare l’illegalità a favore di chi ha bisogno, salvaguardando l’ambiente marino e sostenendo le economie locali.
Quello che resta
Quello che resta sono le storie. Ce n’è una per ognuno dei 162 bambini passati dal 2016 dal nido di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale Regina Margherita di Torino: tra questi c’è Mario, ricoverato nel centro trapianti due ore dopo essere nato. Ora ha sei anni e insieme alla sua mamma ha incontrato qualche giorno fa la maestra Enrica nell’ascensore dell’ospedale: «Siete un ricordo felice in un tempo di ansia, angoscia e sofferenza», hanno detto.

E poi c’è Flavia, 15 anni e il sogno di vivere della sua arte. Grazie a “Futura” e una mano tesa nel suo quartiere di Napoli, sta per finire l’Accademia di formazione teatrale, ha studiato il francese e poi chissà. Nel frattempo, ha imparato a concedere spazio ai desideri.
L’esperienza di Intesa Sanpaolo dimostra che fare impresa e contribuire al bene comune non sono due strade divergenti. «Le scelte strategiche che abbiamo fatto nascono da una visione di lungo termine, che unisce competenza economica e responsabilità sociale, profitto e benessere collettivo», conclude Bonassi. «Il nostro augurio è che sempre più realtà scelgano di essere parte della soluzione. Nessuno escluso».
La fotografia di apertura è di Lesly Juarez su Unsplash. Le fotografie nel testo sono dell’autrice dell’articolo
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