Festival dello Sviluppo Sostenibile
La sostenibilità sociale? È la misura del successo (o del fallimento) della sostenibilità ambientale ed economica
A Napoli il 21 maggio è in programma uno degli incontri più significativi della nona edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, intitolato "Nessuno resti indietro: la sostenibilità sociale come fattore abilitante". L'incontro sarà moderato dal direttore di VITA Stefano Arduini andrà in diretta sul nostro canale Facebook

Siamo giunti alla nona edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, a dieci anni dall’approvazione dell’Agenda 2030, dall’Accordo di Parigi sul Clima e dalla pubblicazione dell’’Enciclica Laudato Si’, con la quale Papa Francesco ci esortava a proteggere la “casa comune”, praticando giustizia ambientale e giustizia sociale insieme. Questi documenti, con prospettive diverse ma complementari, hanno tracciato una rotta ambiziosa verso un futuro più giusto, inclusivo e sostenibile. In questi dieci anni l’ASviS ha sempre tenuto ferma la sua bussola, che ha come punti cardinali i 17 Obiettivi di Sviluppo sostenibile, e oggi, dati alla mano possiamo affermare che la sostenibilità è diventata un faro per molti cittadini, imprese e istituzioni.
Tuttavia, il mondo è ancora lontano dal raggiungere gli obiettivi fissati e, in molti casi, si registrano arretramenti e ritardi, permangono resistenze, criticità e dissonanze. La crisi climatica procede, le disuguaglianze si sono fortemente accentuate, il dialogo pubblico è impoverito da posizioni polarizzate, diffusione di notizie false e toni aggressivi, i principi stessi del multilateralismo e della democrazia sono sempre più messi in discussione. Negli ultimi mesi la situazione è diventata ancora più tesa sul piano delle relazioni internazionali e dei rapporti transatlantici in ragione di scelte del tutto discutibili dell’Amministrazione Trump: dall’avvio delle guerre commerciali attraverso i dazi, alla cancellazione delle politiche per l’inclusione sociale e per la transizione ecologica, compreso il divieto imposto alle agenzie federali di utilizzare certe parole come sostenibilità e diversità.

Uno scenario preoccupante che già emerge dalle prime righe del “Patto sul Futuro”, approvato dall’Assemblea Generale dell’ONU il 22 settembre 2024 in occasione del Summit sul Futuro, in cui si legge che “il mondo si sta confrontando con crescenti rischi catastrofici ed esistenziali, molti causati dalle scelte che facciamo”. E, dunque, quali sono le opzioni possibili e, soprattutto, le scelte che possiamo e dobbiamo compiere ora? Il messaggio contenuto nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite del 2015 è chiaro: l’alternativa a un mondo sostenibile può essere solo un mondo insostenibile. Pertanto, l’unica opzione possibile è continuare a lavorare per portare il mondo, l’Unione Europea e l’Italia su un percorso di sviluppo pacifico, equo e rispettoso dell’ambiente e della persona. Pur nelle difficili condizioni in cui viviamo, la straordinaria partecipazione al Festival dello Sviluppo Sostenibile 2025, con oltre mille eventi e iniziative organizzate su tutto il territorio nazionale, testimonia che la società civile italiana crede in questi valori e si impegna quotidianamente per realizzarli, per il bene di questa e delle future generazioni.
Il 7 maggio all’apertura del Festival abbiamo presentato il Rapporto di Primavera “Scenari per l’Italia al 2035 e al 2050: il falso dilemma tra competitività e sostenibilità”, che evidenzia che la transizione ecologica non solo è solo giusta ma anche conveniente, oltre a indicare che saremo ancora in tempo, nonostante i rischi e le minacce incombenti, a riprendere la direzione giusta. Basterebbe seguire quanto previsto dalla Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile, adottata dal Governo italiano il 18 settembre 2023, e attuare quello che il Governo italiano si è impegnato a fare, e cioè predisporre un “Piano di accelerazione” per l’Italia. Un Piano che stiamo, purtroppo, ancora aspettando.
In questo contesto segnato da crescenti disuguaglianze e incertezza economica, la tappa del Festival del 21 maggio a Napoli (che VITA trasmetterà in diretta Facebook) vuole mettere in luce come la sostenibilità sociale rappresenti la dimensione fondamentale per dimostrare l’efficacia delle politiche per la sostenibilità ambientale ed economica. Non ci può essere consenso diffuso sullo sviluppo sostenibile senza solide basi sociali.
Parleremo di salute, in relazione agli effetti dei cambiamenti demografici e all’aumento della componente anziana della popolazione e delle disuguaglianze di reddito e territoriali che limitano l’accesso universale a servizi sanitari di qualità. Vedremo come, tra le principali priorità per l’Italia, c’è quella di realizzare politiche pubbliche in grado di adeguare le risorse ai fabbisogni crescenti, favorire il coordinamento pubblico-privato, riformare l’assistenza agli anziani non autosufficienti, contrastare il disagio psichico, promuovere stili di vita sani, investire nella prevenzione dalle dipendenze e delle violenze familiari e sociali.

Parleremo del sistema educativo, un pilastro cardine della sostenibilità sociale, su cui è importante che il nostro Paese, per essere all’altezza delle sfide future, decida di investire massicciamente per migliorare gli apprendimenti, rafforzare il contrasto alla dispersione, potenziare i servizi all’infanzia, sviluppare la formazione di qualità a tutte le età e l’educazione alla cittadinanza globale.
Dedicheremo particolare attenzione alle discriminazioni di genere, di cui sono per la maggior parte vittime le donne –spesso peggiorate da altre condizioni discriminanti come il reddito, la provenienza geografica, la religione, la disabilità – e dell’urgenza di affrontarle affinando le politiche e usando strumenti adeguati. In particolare, vedremo come la diversità etnico culturale possa essere valorizzata a beneficio di lavoratori, lavoratrici e imprese.
Rifletteremo sulla necessità di sviluppare di infrastrutture di qualità, affidabili, sostenibili e resilienti (a partire dalle reti energetiche e idriche, della mobilità e delle comunicazioni), che devono garantire equità nell’accesso ed essere progettate tenendo conto degli impatti sulla comunità e sui territori per promuovere l’inclusione sociale. C’è poi un’altra questione non trascurabile che impatta sulla sostenibilità sociale: la fragilità demografica, particolarmente grave in Italia. Affrontare le dinamiche demografiche richiede, prima di tutto, un importante passaggio culturale che consenta di spostare il dibattito pubblico ad una prospettiva di più lungo temine, che non si limiti ad una riflessione sui problemi immediati ma anche sulla tutela degli interessi delle generazioni future.

Prioritario è creare un contesto di fiducia verso i giovani, che investa su di loro, li inserisca in modo adeguato nel mondo del lavoro, li aiuti a mettersi in gioco per contribuire al miglioramento del mondo che li circonda. La vera sfida che ci attende e riguarda in prima persona è “prenderli sul serio”, puntare su di loro per potenziare i processi di innovazione di cui la società e l’economia hanno grande bisogno per progredire.
Va in questa direzione la modifica dei principi costituzionali, approvata in Italia nel 2022, proposta da ASviS fin dalla sua nascita, che impone la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi anche nell’interesse delle future generazioni. Questa riforma deve oggi essere sostanziata con la valutazione ex ante dell’impatto generazionale di ogni nuovo provvedimento legislativo, quale strumento di garanzia per un’equa transizione demografica in una prospettiva di medio lungo termine.
Va in questa direzione la pubblicazione, in occasione dell’evento di Napoli, del Quaderno realizzato dall’ASviS nell’ambito del progetto Gift – Giovani Impegno Futuro Territorio. “Percorsi di empowerment, mobilitazione e protagonismo giovanile per uno sviluppo sostenibile”, progetto co-finanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) e promosso da Save the Children, in partenariato con ASviS, Edi onlus e Fondazione Mondo Digitale. Il volume, rivolto alle docenti e ai docenti delle scuole, offre un’analisi della condizione giovanile e delle sfide poste dalle disuguaglianze economiche, sociali e generazionali in un mondo che cambia, attraverso una selezione di articoli pubblicati sui siti dell’ASviS e di Futura Network, una raccolta di buone pratiche già realizzate e materiali didattici da poter utilizzare sui banchi di scuola.
Un ulteriore elemento positivo riguardante la sostenibilità che mi preme segnalare, emerge dalla “Relazione sui servizi pubblici 2024” pubblicata dal Cnel. Un documento alla cui stesura ho partecipato, che elabora un’inedita prospettiva sui servizi pubblici e la sostenibilità nel quadro degli SDGs, prendendo a riferimento l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per offrire una valutazione sui livelli e la qualità dei servizi pubblici particolarmente orientata al loro impatto concreto sui cittadini e le imprese. Una scelta di metodo e di merito confermata anche per la Relazione 2025, per testimoniare una visione ampia della sostenibilità come principio guida dell’intervento pubblico, con l’intento di riconfigurare il ruolo della Pubblica amministrazione da erogatore di servizi pubblici ad attore chiave nella costruzione di un futuro più equo e sostenibile.
L’autrice di questo articolo è presidente dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) e consigliere del Cnel
Foto: Pexels
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