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La Venere degli stracci rinasce dalle ceneri. Al Salone della Csr

La famosa opera di Michelangelo Pistoletto simbolo dell'arte povera sarà ricostruita dopo il rogo in piazza Municipio a Napoli e accoglierà i visitatori del Salone della Csr e dell'innovazione sociale a Milano dal 4 al 6 ottobre, per poi tornare nella città partenopea

di Veronica Rossi

La Venere degli stracci: una statua bianca di spalle con davanti a sé una montagna di stracci

La Venere degli stracci, scultura di Michelangelo Pistoletto simbolo dell’arte povera, risorge dalle sue ceneri, dopo il rogo doloso di luglio in piazza Municipio a Napoli, in cui è andata distrutta. E ricompare a Milano, al Salone della Csr e dell’innovazione sociale, in programma all’università Bocconi dal 4 al 6 ottobre. L’opera sarà collocata all’ingresso, in via Roentgen 1, per accogliere i visitatori dell’undicesima edizione di uno degli eventi più attesi in Italia sulla sostenibilità.


Come la mitologica Fenice, la Venere degli stracci riappare in una nuova variante, che si aggiunge a quelle presenti nelle collezioni permanenti di alcuni prestigiosi musei, tra i quali il Museo d’Arte Contemporanea Castello di Rivoli, la Tate Modern di Londra, il Kröller-Müller Museum di Otterlo e l’Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington.


E il luogo scelto non è casuale: fin da quando ha visto la luce nel 1967 – allora Pistoletto utilizzò una copia in cemento della Venere con pomo dello scultore neoclassico Bertel Thorvaldsen accostata agli stracci del suo studio – la scultura viene associata al concetto del riciclo. La sua figura fissa, che incarna un ideale di imperitura bellezza tramandato attraverso i secoli, si contrappone alla molteplicità di oggetti potenzialmente infinita e sempre cangiante, in questo caso gli stracci, simbolo di scarto e degrado. Anche la critica al consumismo e la denuncia dell’emarginazione sociale sono significati successivamente attribuiti alla Venere degli stracci: un’opera viva che si evolve nel tempo e nello spazio.


La Venere degli stracci, e la storia del suo recente passato fatto di distruzione e rinascita, oggi è in linea con i messaggi promossi dal Salone della Csr e dell’innovazione sociale: non solo l’economia circolare ma la riflessione sul futuro della nostra vita sul Pianeta, da cui scaturisce il titolo di questa edizione dell’evento, Abitare il cambiamento.


A connotare l’identità della “versione milanese” sono ancora gli stracci, raccolti in collaborazione con l’associazione Made in Carcere, da sempre partner del Salone, che si occupa di riciclo e di riscatto sociale promuovendo la creazione di manufatti realizzati con materiali e tessuti di scarto, tra cui le eccedenze degli allestimenti del Salone stesso, da parte di detenute a cui viene offerto un percorso formativo con lo scopo di un definitivo reinserimento nella società lavorativa e civile.


«Il nostro contributo a questa rinascita deriva dalla volontà di affermare vicinanza al Maestro dopo l’incendio della Venere», commenta Luciana Delle Donne, presidente della Onlus Officina Creativa e fondatrice di Made in Carcere. «Quest’opera è sempre stata per noi un grido di allarme sulla società dei consumi e sull’inquinamento, ma anche il simbolo di come la bellezza possa sempre essere rifondata, anche attraverso modelli positivi di economia rigenerativa basati sulla creatività. Per questo, da 17 anni, utilizziamo tessuti di recupero e abbiamo introdotto la bellezza in luoghi di degrado e di emarginazione come le carceri. Quello che ne è nato oggi fa parte integrante della nuova Venere milanese».


Una parte degli scarti tessili che andranno a comporre la Venere degli stracci esposta al Salone deriva infatti dal recupero e dalla testimonianza dell’attività svolta nelle carceri di Lecce, Trani, Taranto e Matera, e nelle 20 sartorie sociali attivate in aree periferiche di tutta Italia, a cui Made in Carcere dona materiali tessili per la creazione di “brand sociali” affinché replichino il suo modello divenuto apripista anche fuori dai luoghi di detenzione.


Dopo la presenza al Salone per tutta la sua durata, la Venere degli stracci sparirà di nuovo, ma solo per un breve periodo. A confermarlo è stato lo stesso Michelangelo Pistoletto, che lo scorso 13 settembre, in occasione del conferimento del premio La Ginestra ispirato a Giacomo Leopardi, ha confermato l’intenzione di ricollocare la Venere in piazza Municipio a Napoli, questa volta dotandola di protezioni speciali. «La Venere è la nostra speranza di rigenerazione», ha dichiarato il Maestro. Un auspicio condiviso anche da Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale, che ha già visto la presenza di Michelangelo Pistoletto in diverse edizioni.

Foto in apertura dell’ufficio stampa del Salone della Csr e dell’innovazione sociale


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