Cara scuola

Libri scolastici: 136 milioni per le famiglie, ma il meccanismo va corretto

È la cifra prevista dal Ministero dell’istruzione per sostenere le famiglie più povere. Tre milioni di euro in più rispetto al 2024. Questa politica tende però a escludere fasce sempre più ampie di popolazione che faticano a sborsare i 500 euro richiesti in media per l’acquisto dei testi. Cittadinanzattiva: detrazione fiscale per queste spese e un meccanismo più omogeneo nell’assegnare i bonus sul territorio nazionale

di Nicola Varcasia

Gli studenti sono ancora in vacanza ma una cosa è certa. L’aumento dei libri scolastici ci sarà anche nel nuovo anno scolastico. L’Associazione italiana editori – Aie ha dichiarato che si attesterà a circa l’1,7% per le scuole medie e l’1,8% per le superiori. Un aumento allineato all’incirca al tasso di inflazione. Considerato che gli stipendi non crescono di pari passo, l’esborso aggiuntivo peserà su un numero crescente di famiglie che già da tempo si ritrovano a fare i conti con un costo della vita sempre meno sostenibile. Con conseguente impatto negativo sulla diffusione della povertà educativa.

I fondi ci sono

I fondi a disposizione ci sono. E aumenteranno, sia pur di poco. Ma non basta. Uno dei nodi principali riguarda infatti il modo in cui le risorse vengono assegnate. In proposito Cittadinanzattiva ha compiuto un’analisi che parte proprio dai fondi statali. Negli ultimi due anni le risorse messe a disposizione delle famiglie per l’acquisto dei testi per le scuole secondarie di primo e secondo grado ammontano a 133 milioni di euro. Il nuovo decreto (n. 58 del 19 marzo 2025) ne prevede 136 milioni per il prossimo anno scolastico, con un incremento quindi di tre milioni di euro. 

Ma serve più chiarezza

Serve però più chiarezza sui fondi a disposizione: «Il Ministero ha parlato di una cifra leggermente più alta rispetto a quella constatabile dalle tabelle contenute nei decreti. E soprattutto occorre un incremento ulteriore delle risorse ed una revisione del sistema generale di distribuzione delle stesse. Il bonus, infatti, resta riservato a fasce estremamente svantaggiate e ad un numero di studenti cosiddetti “meno abbienti” che, sempre da decreto del ministero, risulta pari a circa 477mila a fronte di una platea di oltre 4 milioni di studenti», spiega Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva.

I soldi arrivano a pochi

L’indagine condotta dalla stessa associazione nel 2024 mostrava infatti che, a fronte di una spesa media per i libri scolastici di oltre 500 euro l’anno per studente, nell’anno scolastico 2023/2024 hanno usufruito del bonus solo 14 studenti su 100 e che lo stesso ha coperto appena un terzo della spesa. «Questa politica, pensata per sostenere le famiglie più povere, esclude però fasce sempre più ampie di popolazione, andando ad inasprire un impoverimento che negli anni si fa più esteso. Lo stato deve anzitutto garantire il diritto allo studio durante gli anni di obbligo scolastico, ponendosi l’obiettivo di prevedere, progressivamente, la gratuità dei libri di testo fino a 16 anni. Sarebbe una scelta fondamentale per superare le disuguaglianze sociali ed economiche di migliaia di minori e come forma di contrasto alla povertà educativa», aggiunge Bizzarri. 

Detrazioni e nuovo meccanismo

Che cosa di potrebbe fare? «Chiediamo di rivedere, nel frattempo, il sistema di accesso ai fondi per i libri scolastici, attraverso due misure: la detrazione fiscale per le spese sostenute per l’acquisto dei testi, così come avviene per le spese sanitarie; un sistema più omogeneo di erogazione dei bonus su tutto il territorio nazionale, prevedendo un innalzamento della soglia Isee per l’accesso al beneficio e differenziando il contributo sulla base di fasce Isee, in modo da coprire un numero più alto di famiglie», conclude Bizzarri.

Foto in apertura di Andrew Ebrahim su Unsplash

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