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Effetti collaterali

Marocco, il sisma abbatterà la transizione ecologica?

Il Paese colpito dal terremoto dell'8 settembre, è anche tra i più vulnerabili alla crisi climatica, con ondate di calore destinate ad aumentare da qui a fine secolo. Per questo, già dal 2009 il Regno di Mohammed VI ha imboccato la strada della transizione ecologica. Un percorso che deve continuare, per portare un modo nuovo e più sostenibile di costruire e produrre energia anche nelle aree rurali oggi in ginocchio

di Elisa Cozzarini

«Abbiamo il cuore spezzato, ma il popolo marocchino saprà risollevarsi anche questa volta», dice Hamza Bakkach, da otto anni volontario di Greenpeace in Marocco, in videoconferenza con Vita.it da Casablanca, all’indomani del sisma che ha colpito la zona di Marrakech nella notte dell’8 settembre. «Ci stiamo attivando tutti come possiamo, per aiutare le popolazioni colpite dal terremoto. Come ambientalista, in questa enorme tragedia, vedo l’opportunità di ricostruire in modo più sostenibile, grazie alle nuove tecnologie, specialmente nelle aree rurali più povere. Già ora sono molte le realtà periferiche in cui l’energia deriva dai pannelli solari: il sole è la nostra più grande risorsa».

Il Regno del Marocco, che non possiede giacimenti di fonti fossili, già dal 2009 ha avviato un ambizioso percorso verso la transizione energetica ed ecologica, con l’approvazione della prima Strategia nazionale per il clima, presentata alla Cop 15 di Copenhagen. Uno dei progetti più importanti è stata la costruzione della centrale a energia solare più grande del mondo, a Noor Ouarzazate, che ricopre un’area pari a 3.500 campi da calcio. La Strategia nazionale è stata aggiornata nel 2021, fissando l’obiettivo del 52% di potenza installata da fonti rinnovabili (nel 2020 la percentuale era del 17,6%), in particolare grazie allo sviluppo di solare ed eolico. Ma la dipendenza di energia, per lo più da fonti fossili, dall’estero è ancora molto elevata. È passata dal 97,5% nel 2009 al 90,51% oggi.

Nel report dell’Agenzia internazionale dell’energia, si sottolinea come il funzionamento delle tecnologie da fonti rinnovabili sia, purtroppo, fortemente influenzato dalle stesse condizioni climatiche. Per questo, lavorare sulla resilienza anche nel settore della produzione di energia diventerà sempre più cruciale. Nel Paese, le temperature medie sono in continuo aumento negli ultimi decenni, specialmente nei mesi più caldi e secchi, da aprile a giugno. Le proiezioni indicano che questa crescita continuerà da qui a fine secolo, con ondate di calore sempre più intense e prolungate, che faranno alzare la domanda di energia per la climatizzazione, ma potrebbero mettere in crisi gli stessi sistemi di produzione e trasmissione. Servirebbero quindi misure di adattamento anche nel settore dell’energia, come quelle che il Paese sta già adottando per quanto riguarda acqua, biodiversità, pesca e agricoltura. 

La Banca Mondiale lo scorso 9 giugno ha approvato un prestito aggiuntivo di 350 milioni di dollari per sostenere il Marocco nelle iniziative di mitigazione e adattamento, per raggiungere gli obiettivi della Strategia nazionale. Il Paese è considerato uno dei più esposti agli effetti della crisi climatica e oggi ha ancor più bisogno di aiuto, dopo il sisma.«C’è una nuova generazione di marocchini che credono in un futuro verde. Ci sono stati già moltissimi cambiamenti, grazie alla Strategia nazionale», conclude Hamza Bakkach, e aggiunge: «La nostra economia si basa anche sul turismo e per questo vi dico: venite o tornate a visitare il mio meraviglioso Paese, non dimenticateci. Gli ospiti da noi sono sempre stati i benvenuti».


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