Sport sociale
Napoli, l’inclusione dei giovani fa canestro
Nella città partenopea la fondazione Laureus Italia e il Napoli Basket hanno avviato una collaborazione per utilizzare lo sport come modello di coesione e di crescita per i ragazzi a rischio di povertà educativa e di abbandono scolastico
Da ieri al centro educativo di comunità Obiettivo Napoli c’è un nuovo canestro. Ma non uno qualsiasi: questo canestro è un simbolo della sinergia tra fondazione Laureus Italia e Napoli basket, società sportiva di serie A con sede nel capoluogo partenopeo. Le due realtà, infatti, già da qualche tempo stanno lavorando insieme, impegnandosi in un’area ad alto rischio di esclusione sociale.
La collaborazione – che replica quella già esistente con l’Olimpia di Milano, nell’ottica di coinvolgere importanti società sportive per fare davvero la differenza nella vita dei ragazzi – nel primo anno ha portato diversi adolescenti a conoscere uno sport, come la pallacanestro, che altrimenti non avrebbero approfondito. Molti di loro hanno potuto anche assistere alle partite del Napoli basket giocate in casa e quindi di respirare l’atmosfera del palazzetto e sviluppare un rapporto sano con il tifo.
«Il basket vuole essere proposto come un modello sano di coesione e di crescita per i ragazzi del centro», ha affermato durante l’evento Daria Braga, direttrice di Laureus Italia, «che potranno, grazie al canestro che fondazione Laureus ha inaugurato insieme a Napoli basket, appassionarsi in maniera attiva a questo sport dopo averlo scoperto in qualità di tifosi».
L’inaugurazione si è svolta in due fasi. Prima c’è stata la conferenza stampa istituzionale, a cui, oltre a Braga, hanno partecipato anche Federico Grassi, presidente di Napoli basket, Giovanni De Nicolao e Tariq Amir Owens, due giocatori della squadra di serie A ed Enrico Crasta, general manager di Crasta, sponsor del Napoli Basket. A fare gli onori di casa, Antonio Bonfitto, direttore di Obiettivo Napoli. Dopo il primo momento istituzionale, i ragazzi del centro educativo sono scesi in campo assieme ai loro idoli che di solito ammirano da bordo campo, condividendo con loro un momento allo stesso tempo divertente e formativo.
«Come è accaduto nella scorsa stagione, insieme ai miei soci e a tutto il nostro Club abbiamo fortemente voluto appoggiare l’iniziativa ed il progetto “Obiettivo Napoli”», ha detto Grassi, «che in questa occasione è coincisa con la donazione di un canestro per consentire ai ragazzi di potersi divertire e giocare all’interno di questo bellissimo centro. Siamo contenti che il nostro social event partner Crasta, azienda dell’imprenditore nonché nostro sponsor Enrico Crasta, ci sia stato vicino ed abbia supportato questo importante progetto. La nostra società è molto sensibile alle iniziative sociali. Ci tengo a ringraziare le istituzioni sportive che ci sono sempre vicine in tutte le attività e in questi progetti, in particolare al presidente della Lba Umberto Gandini e il presidente Fip della Regione Campania. L’augurio è che questo tipo di iniziative venga ripetuto spesso nel tempo per avvicinare sempre di più lo sport al sociale».
«Crediamo nell’esempio come perfetta forma di insegnamento: è necessario che i bambini e le bambine provenienti da realtà complesse sappiano che esistono spazi di possibilità nei quali poter crescere e confrontarsi», ha affermato Crasta. «Questo è il motivo principale che ci spinge a supportare il lavoro svolto da Obiettivo Napoli: con il progetto Basket for good, in collaborazione con la fondazione Laureus Italia e Napoli Basket, abbiamo donato canestro e palloni ai giovani ospiti del Centro per dare il nostro concreto contributo alle attività formative svolte dall’associazione attraverso lo sport come strumento di riscatto e integrazione sociale».
Obiettivo Napoli, il centro in cui si è tenuta l’inaugurazione, è una delle cinque realtà che aderiscono al progetto “Csc – Centri sportivi di comunità”, portato avanti anche a Roma e Palermo, cofinanziato da fondazione Laureus, impresa sociale Con i bambini e Play for change. L’idea che sta alla base dell’iniziativa è quella di creare, in zone molto delicate, a rischio di disagio sociale, abbandono scolastico e deprivazione economica, dei luoghi di inclusione e di educazione grazie alla pratica sportiva. L’obiettivo è sostenere i giovani nella loro quotidianità, ridurre la povertà educativa e sostenerli nella loro crescita umana e motoria, valorizzando le diversità culturali e favorendo l’inclusione verso il mondo della disabilità e la promozione dello sport femminile. Tra le proposte dei centri educativi di comunità, per esempio, c’è il calcio, ma anche la ginnastica artistica, il basket, la danza e il karate. Nei centri, tuttavia, non si fa solo sport, ma anche attività di sostegno scolastico.
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