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Napoli, ecco l’etica efficace
Nel capoluogo campano, promosso da Intesa Sanpaolo, un evento con riflessioni e casi concreti sul tema dell'etica come soluzione ai problemi, in un momento è importante recuperare, nell'analisi economico sociale, il concetto di valore della persona, del rispetto di se stessa, degli altri, dell'ambiente che la circonda
È stato un incontro dedicato all’etica “efficace” – vista, quindi, come soluzione ai problemi – quello organizzato stamattina da Intesa Sanpaolo a Napoli, presso il suo museo delle Gallerie d’Italia di via Tolendo. Durante l’evento si sono alternati momenti di riflessione alla presentazione di casi concreti da parte di soggetti del Terzo settore impegnati a ricostruire il senso di comunità attraverso l’etica e la legalità, per uno sviluppo economico sostenibile e inclusivo.
Tra gli altri, sono intervenuti Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo, Anna Maria Tarantola, presidente della fondazione Centesimus annus pro pontefice, Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli e Vincenzo Linarello, co-fondatore e presidente di Goel gruppo ccoperativo. Ha chiuso i lavori Andrea Lecce, responsabile direzione impact di Intesa Sanpaolo.
L’etica efficace è un concetto potente e innovativo perché contribuisce concretamente a garantire occupazione, a delegittimare la criminalità, a costruire un solido sviluppo sostenibile. Essa permea – o dovrebbe permeare – l’economia, la politica, la scuola, i media, l’amministrazione pubblica e naturalmente il Terzo settore, il non profit e il volontariato. L’etica efficace può aprire prospettive dirompenti in diversi ambiti indirizzando i processi di cambiamento sociale, il mercato e l’impresa, i diritti civili e democratici. Ha come criterio fondante la parte più debole, chi patisce i problemi e la sofferenza, e si misura sulla sua capacità di rimuovere le cause e gli effetti di tale condizione.
«Intesa Sanpaolo interviene in tutta Italia in aree periferiche caratterizzate da forti problematiche socio-economiche, dove – in assenza di alternative – le persone sono facilmente preda della criminalità organizzata», ha dichiarato Gros-Pietro. «Mai come in questo momento è importante recuperare nell’analisi economico sociale il concetto di valore della persona, del rispetto di se stessa, degli altri, dell’ambiente che la circonda. L’etica e la legalità, su cui la Banca interviene anche tramite il Fondo di Beneficenza, sono la chiave di sviluppo di una società sana e costruttiva, come hanno evidenziato alcuni degli esempi rigenerativi del senso di comunità illustrati oggi».
Il Fondo di beneficenza nel 2023 ha stanziato 20 milioni di euro per sostenere i progetti degli enti del Terzo settore impegnati a contrastare situazioni di difficoltà rese ancora più gravi dalla crisi sanitaria, economica e sociale di questi anni. Un impegno prevalentemente a livello nazionale, in linea con il tradizionale posizionamento del Fondo, che storicamente concentra le risorse sul territorio italiano ma con una particolare attenzione anche per le Regioni del Sud Italia. Nel 2022 il Mezzogiorno e le Isole sono stati destinatori del 25% delle risorse, con la Sicilia e la Campania che si attestano quali prime regioni beneficiarie nell’area e, rispettivamente, sesta e settima regione ricevente in termini assoluti, con erogazioni per circa un milione di euro alla prima e 800mila euro alla seconda, pari al 7% e al 6% circa dei fondi stanziati.
Tra i progetti sostenuti dal Fondo di Beneficenza anche il “Villaggio Goel” a Siderno, in provincia di Reggio Calabria, dove in un unico spazio saranno incubate diverse attività di economia sociale dando vita a un Centro di Innovazione Sociale che contribuirà a soddisfare i bisogni della comunità e al suo sviluppo socio-economico. Il “Villaggio Goel” sosterrà l’economia locale offrendo un’alternativa etica a lavoratori e imprenditori e sarà un avamposto visibile di riappropriazione del territorio situato nel cuore della Locride.
Tra le testimonianze portate all’incontro, quella di Rita Caprio, presidente di L’Uomo e il Legno cooperativa sociale, realtà che opera nel carcere di Secondigliano di Napoli per il reinserimento lavorativo dei detenuti e ridurre, quindi, il rischio di recidive; Chiara Ciccarelli, coordinatrice associazione Compare, impegnata sul territorio di Scampia con bambini provenienti da famiglie a rischio (fascia sei-10 anni) e relative famiglie per la prevenzione e promozione di stili di vita socialmente positivi che allontanino i minori dalla illegalità; Simmaco Perillo, presidente di Al di là dei sogni cooperativa sociale, che ha raccontato il progetto la Fattoria dei sogni realizzato sul bene confiscato alla camorra “Alberto Varone” situato a Sessa Aurunca, nell’alto Casertano, affidato alla cooperativa, nel quale vengono svolte attività di fattoria didattica, agricoltura sociale e turismo sostenibile e lavorano operatori e soggetti appartenenti a fasce deboli, che trovano la dignità di nuovi percorsi di vita attraverso l’inserimento lavorativo; Angelica Viola, responsabile sviluppo Orsa Maggiore cooperativa sociale, costituita a Napoli nel 1995 e composta prevalentemente da donne, con la finalità di contribuire alla costruzione di una società migliore, accogliente e solidale, attraverso la promozione dei diritti e la realizzazione di servizi alle persone vulnerabili ed alle famiglie.
Tra le testimonianze di chi lavora in modo integrato ed efficace a favore di chi sceglie di operare nella legalità, gli interventi di Salvatore Cuoci, coordinatore Comitato don Peppe Diana, associazione in memoria di Don Giuseppe Diana, vittima di camorra, che promuove e supporta attività ed iniziative su temi di utilità sociale. Gestisce un bene confiscato, Casa don Diana, dove si svolgono manifestazioni volte a promuovere l’impegno civile, il riutilizzo di beni confiscati, la cultura della legalità, in collaborazione con numerosi enti del Terzo settore e scuole del territorio; Don Tonino Palmese, presidente Fondazione Pol.i.s. che è lo strumento operativo della Regione Campania attraverso il quale sviluppare azioni di sistema per rendere più efficace il riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità ed interviene a favore delle vittime di reati al fine di limitare le più rilevanti situazioni di disagio personale o sociale della vittima o dei suoi familiari conseguenti al reato stesso.
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